Quarto confronto stagionale fra Juventus e Inter, il secondo con in palio un trofeo fondamentale per la stagione di entrambe. Dopo la Supercoppa alzata a San Siro dai nerazzurri, Inzaghi e Allegri si affidano agli uomini migliori nella finale di Coppa Italia di scena all'Olimpico di Roma. Consueto 3-5-2 per l'Inter, che in difesa davanti ad Handanovic gioca con D'Ambrosio alla destra di De Vrij e Skriniar alla sinistra (solo panchina per Bastoni ancora non al meglio). A centrocampo Darmian è preferito a Dumfries sulla destra, a sinistra come sempre c'è Perisic. Barella, Brozovic e Calhanoglu schierati in mezzo al campo, in attacco si riforma il tandem Lautaro-Dzeko. Bianconeri con il 4-2-3-1: tra i pali Perin, portiere di Coppa, linea difensiva con Danilo, De Ligt, Chiellini e Alex Sandro. In mediana Zakaria affianca Rabiot, in avanti Cuadrado, Dybala e Bernardeschi agiscono a supporto dell'unica punta Vlahovic.
D'Ambrosio sguinzagliato a destra è una delle armi per sorprendere la Juve in avvio di match. I bianconeri si difendono corti e serrati per tappare ogni linea di passaggio, ma sugli sviluppi del primo corner dell'incontro in favore dell'Inter al 7' la squadra di Allegri rimane arroccata in area e nessuno si fa carico dell'uscita su Barella, il quale dopo lo scarico di Brozovic ha tutto il tempo e lo spazio per mirare all'angolino e da fuori battere Perin, ostruito nella visuale dal manipolo di uomini davanti a sé. Indecisi nell'azione Bernardeschi e Zakaria, che ritardano nella chiusura anche perché preoccupati dall'immediato inserimento dello stesso Brozovic, mentre Barella si libera agilmente di un pigro Cuadrado accentrandosi e sfoderando il destro che vale l'1-0 all'Inter. La Juve alza baricentro e pressing con Dybala in marcatura fissa su Brozovic, Handanovic è costretto alla soluzione diretta verso Dzeko, ma l'anticipo intelligente di Chiellini avvia l'immediata ripartenza che porta alla prima grande palla gol per i bianconeri, con il portiere sloveno che deve compiere il miracolo sul mancino di Vlahovic deviando con la mano in corner. La squadra di Allegri prende in mano il pallino del gioco con un giropalla che si appoggia sui movimenti fluidi tra le linee di Cuadrado, Dybala e Bernarderschi, mentre Vlahovic fatica a destreggiarsi nella gabbia difensiva nerazzurra, che ha la meglio grazie soprattutto all'ottimo lavoro svolto in marcatura da De Vrij. Stesso copione sul fronte opposto con i tentativi di sponda di Dzeko e Lautaro spesso disinnescati da De Ligt e Chiellini, ma la difesa bianconera al 41' deve fare a meno di Danilo per forfait: Allegri opta per la carta Morata e una Juve ancora più offensiva, con Cuadrado che indietreggia nel ruolo di terzino, Bernardeschi dirottato sulla trequarti di destra e lo spagnolo neo entrato a sinistra.
La Juve aumenta ancor più i ritmi in avvio di ripresa facendo avanzare anche Rabiot e Zakaria in area nerazzurra, così dall'azione di stampo quasi rugbistico di Vlahovic al 50' la palla arriva ad Alex Sandro il cui sinistro dal limite trova la deviazione di Morata a beffare Handanovic per il pareggio bianconero. La reazione dell'Inter è immediata ma fin troppo caotica e irruenta, mentre un minuto dopo la Juve sugli sviluppi del corner in favore dei nerazzurri ne approfitta astutamente creando il contropiede perfetto: Darmian ultimo uomo tiene in gioco Vlahovic, che sull'ultimo passaggio di Dybala trova prima il volto di Handanovic, poi sulla ribattuta il 2-1 per la squadra di Allegri. Inzaghi rivoluziona la sua Inter al 63' con tre cambi: richiamati in panchina D'Ambrosio, Darmian e Dzeko, dentro Dimarco, Dumfries e Correa. Skriniar torna nel ruolo più consueto alla destra di De Vrij, mentre Dimarco agisce come al solito a sinistra a sostegno di Perisic. Allegri risponde tre minuti dopo con le mosse Locatelli e Bonucci in campo al posto di Zakaria e Bernardeschi. I bianconeri passano così alla difesa a tre con il neo entrato Bonucci a centro, affiancato a destra da De Ligt e a sinistra da Chiellini, mentre gli ingressi sulle corsie nerazzurre cambiano volto al match: Inzaghi chiede a Dumfries di mantenersi altissimo sul binario di destra, ma è soprattutto sull'altro lato di campo grazie ai guizzi di Dimarco che l'Inter guadagna metri e riesce a riversarsi in attacco. Correa svaria su tutto il fronte provando a non dare punti di riferimento alla difesa avversaria, mentre Lautaro fa da ultimo riferimento centrale della manovra offensiva. La Juve non regge la pressione che arriva da ogni fronte, così dal cross dalla destra di Dumfries al 78' Perisic, sfuggito alla marcatura di Cuadrado, sale in cielo sul secondo palo per servire la sponda di testa al Toro, che stoppa ma subito viene steso dal doppio intervento di De Ligt e Bonucci e guadagna il calcio di rigore del 2-2: dagli undici metri va Calhanoglu che non dà scampo a Perin indirizzando il pallone sotto l'incrocio. All'84' Chiellini alza bandiera bianca e viene rimpiazzato da Arthur, che si sistema a centrocampo mentre la difesa torna a quattro. Sull'altro fronte, in pieno recupero (3 i minuti decretati da Valeri) Inzaghi manda in campo anche Sanchez e Vidal proprio al posto di Lautaro e Calhanoglu.
Nei tempi supplementari la Juve si ripresenta con Pellegrini subentrato ad Alex Sandro, non variando quindi l'assetto tattico: bianconeri schierati in un 4-4-2 con Morata che agisce come ala sinistra a centrocampo, mentre in fase offensiva lo spagnolo si accentra lasciando spazio sulla corsia al neo entrato Pellegrini. È però sempre l'Inter che continua a fare la partita servendosi del solito gioco sulle proprie fasce: sugli sviluppi di un calcio di punizione, azione fotocopia del gol del pari con Dumfries stavolta a fare da sponda di testa da destra per De Vrij rimasto in area a saltare, De Ligt anche in questo caso è ingenuo nell'intervento e regala il secondo penalty del match, concesso stavolta da Valeri dopo check al VAR: dal dischetto Perisic copia Calhanoglu spedendo la sfera sotto l'altro incrocio e firmando il 3-2 al 99'. Nella Juve entra Kean per Dybala, ma è ancora l'esterno croato a rendersi protagonista sull'altro fronte al 102' con la doppietta personale che vale il poker nerazzurro dopo l'ennesimo affondo di Dimarco a sinistra. Con i bianconeri stremati sia sotto l'aspetto delle energie fisiche che mentali, Allegri in panchina perde il controllo e viene espulso, mentre l'Inter gestisce comodamente il 4-2 anche nel secondo tempo supplementare (in difesa Dimarco rileva Bastoni), portando così a casa meritatamente l'ottava Coppa Italia della sua storia.
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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