Settimana intensa, dopo il pareggio con il Sassuolo e con il mercato a farla da padrone, quella che ha visto l’Inter prepararsi alla delicata trasferta di Torino. Spalletti, anche complice qualche giocatore non al meglio, “rivoluziona” la squadra, schierandosi a specchio con il Torino. Difesa a 3, con Miranda al fianco di De Vrij e Skriniar, e Lautaro insieme a Icardi in attacco. D’Ambrosio e Dalbert i 'quinti'. Nei granata, confermato l’ex Ansaldi in mezzo al campo, insieme a Rincon e Lukic. Davanti la coppia Zaza-Belotti.
PRIMO TEMPO - Atteggiamenti tattici identici lasciano spazio a numerosi duelli, più fisici che tecnici. Tanti errori individuali vanificano le rare occasioni in cui le mezzali, da una parte e dall’altra, riescono a proporsi in avanti, smarcandosi dalla pressione avversaria, e andando a giocare sul centrale difensivo di riferimento. Sponda Inter, è soprattutto Vecino a scappare alle spalle di Lukic e a creare potenziali pericoli sulla corsia di destra dalle parti di Djidji, grazie anche alla caparbietà di D’Ambrosio nel duello con Aina. Sia la mezzala uruguaiana che il terzino italiano, però, sembrano non trovarsi a loro agio con il pallone tra i piedi. Il lavoro tra le linee di Icardi e Lautaro, per alcuni minuti, contribuisce ad abbassare il baricentro granata, favorendo trame di gioco al limite dell’area di rigore. Densità e aggressione degli uomini di Mazzari negli ultimi metri non lasciano, comunque, spazio a soluzioni pulite, anche per poca determinazione e reattività degli 11 di Spalletti. Sulla costruzione dal basso nerazzurra, Belotti e Zaza si alzano su De Vrij e sul centrale in possesso del pallone, mentre Ansaldi gioca a uomo su Brozovic. Il giro palla è lento, i cambi di gioco non sempre precisi, e il Torino minuto dopo minuto aumenta il numero di palloni recuperati, così come il coraggio nell’alzare la pressione. Izzo, De Silvestri e Rincon aggrediscono e vincono numerosi duelli sulla catena di destra, dove in zona offensiva si allarga anche Ansaldi, creando i presupposti per far male ad Handanovic. Il vantaggio casalingo arriva su calcio d’angolo, e per gli ospiti la gara si fa ancora più complicata. I difetti messi in mostra nella prima parte vengono amplificati, l’Inter non produce gioco. Vecino e Joao Mario soffrono i pochi spazi a disposizione, non riuscendo a dare sostegno a Brozovic, in fase di possesso (giocando spalle alla porta avversaria) come in quella di non possesso. A parte il gol, i nerazzurri concedono comunque pochissimo (o niente) ai granata, con i generosi Zaza e Belotti a sbattere contro Skriniar, De Vrij e Miranda. Ma in una prima frazione sostanzialmente equilibrata e tatticamente bloccata, la foga agonistica e l’arrivare prima sui palloni vaganti sono risultati aspetti decisivi.
SECONDO TEMPO - Sul terreno di gioco dell’Olimpico di Torino si prendono la scena marcature a uomo, scontri fisici, rincorse difensive (sponda granata) ed errori tecnici (sponda nerazzurra). Zaza e Belotti creano superiorità numerica in fase di non possesso, andando - chi da una parte e chi dall’altra - a sporcare la costruzione iniziale dell’Inter. E l’Inter, in quasi tutti i suoi interpreti, ritarda ogni singola giocata, per mancanza di movimenti e idee. Il lavoro di Rincon, in prima battuta in pressione su Joao Mario e poi in raddoppio ai compagni dell’out destro, complica ulteriormente il palleggio ospite, con Brozovic tanto generoso quanto poco libero di poter impostare, per la costante attenzione di Ansaldi. E Lukic non è chiamato a grandi chiusure sugli inserimenti, sempre più rari e confusionari, di Vecino. Spalletti passa al 4-3-1-2, inserendo Nainggolan al posto di Miranda, con il belga alle spalle di Lautaro e Icardi. La 'nuova' superiorità in mezzo al campo non porta, però, i benefici sperati. Nei padroni di casa, l’attenzione dei 'quinti' e la determinazione dei difensori laterali, Izzo e Djidji, garantisce infatti tranquillità dalle parti di Sirigu, dove Lautaro e soprattutto Icardi non trovano spunti degni di nota. L’Inter si limita a qualche iniziativa personale, spesso rischiosa, di Skriniar e a qualche traversone dalla trequarti, spesso fuori misura, di Dalbert, meno preciso in fase offensiva, ma decisivo nelle diagonali difensive. Il Torino si affida a qualche strappo in ripartenza, lontano dalla porta difesa di Handanovic, di Belotti. E con il passare dei minuti, la compagine guidata da Mazzarri aumenta ulteriormente l’attenzione verso la difesa del risultato. Politano, subentrato a Joao Mario al 71’, oltre al passaggio al 4-3-2-1, porta qualche 1vs1, un po' di vivacità. L’ex Sassuolo ci prova, ma non basta. I padroni di casa continuano ad arrivare prima sulle “seconde palle” e gli ultimi 15’ trascorrono tra cambi, confusione e nervosismo. Baselli prende il posto di Lukic, Candreva di Vecino e si posiziona sulla sinistra (per un’altro cambio modulo, il 4-4-2). L’espulsione per proteste di Politano (86’) annulla anche il possibile assalto finale nerazzurro. Prima del recupero l’ingresso di Iago Falque per Zaza. Poco altro. Un Toro più aggressivo ha la meglio su un’Inter confusa, al termine di un match poco giocato. Il modulo con la difesa a 3, ancora una volta, non ha convinto, la condizione fisica e mentale ancora meno.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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