Marcus Thuram racconta la sua evoluzione tattica vissuta in questa stagione all’Inter, culminata con la conquista del tricolore e della seconda stella, nel corso di un’intervista rilasciata a TF1 nel corso della trasmissione ‘Téléfoot’. Parlando però in primo luogo delle emozioni vissute dopo il derby che ha sancito la vittoria aritmetica della squadra di Simone Inzaghi: “È stato fantastico, sento un grande orgoglio per i tifosi, per questa maglia e per la storia del club. Sono super contento. Le due stelle simboleggiano il ventesimo titolo della storia dell’Inter, un orgoglio immenso”. Thuram ascolta anche le parole di Gilles Bibé, colui che lo ha lanciato nella formazione dell’ACBB, che ha raccontato come all’inizio Tikus giocasse da difensore come il padre Lilian: “Sì, è vero. Quando ero piccolo ero conosciuto da tutti quindi era facile mettermi dietro, poi mi sono chiarito con Gilles e con l’allenatore dicendogli che non era quello il mio ruolo”.

Che sia ala sinistra o prima punta, per Thuram ormai non fa più differenza, perché, spiega, “il piacere nel gioco del calcio è toccare la palla”. Anche se l’evoluzione a prima punta è iniziata con Daniel Farke, suo allenatore al Borussia Moenchengladbach, il primo a intuire che Thuram potesse trovare una sua dimensione ideale dentro l’area: “Mi ha semplicemente spiegato che per lui avevo le qualità perfette per giocare da numero nove. Mi sono lasciato convincere, poi ho anche parlato con mio padre e anche lui era convinto di questo. Per me è come se fosse cominciata una seconda carriera, è tutto molto elettrizzante”.

La scorsa estate, Thuram sarebbe potuto finire al Paris Saint-Germain o all’Atletico Madrid, ma alla fine ha deciso di onorare la promessa fatta due stagioni fa a Piero Ausilio e indossare la numero nove dell’Inter. “È stata una mia scelta, quella del numero nove. Perché ho pensato che fosse arrivato il momento di incarnare quello che volevo rappresentare. Quando arrivo nello spogliatoio e vedo il numero nove, so già quello che devo fare”.

Nel corso della puntata parla brevemente anche il fratello Khephren, che mostra il suo apprezzamento per la tipica esultanza delle mani alle orecchie: “Quando sono arrivato all’Inter la cosa che mi ha stupito è giocare in uno stadio con 75mila persone, è qualcosa di incredibile. Senti sempre la loro spinta, in qualunque azione; sentendo tutto questo, dopo aver fatto gol voglio sentirli ancora più forte”.

Thuram ritorna anche sulle parole di Kylian Mbappé, che in tempi non sospetti aveva predetto il suo futuro da prima punta: “Ha ragione, ma non volevo sentirlo perché a suo tempo avevo una concezione sbagliata del ruolo di attaccante centrale”.

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Sezione: Copertina / Data: Lun 29 aprile 2024 alle 11:25
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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