La sfortunata ed evitabile sconfitta con la Lazio ha prodotto effetti più ampi del semplice, anche se fastidioso, scivolamento al terzo posto di una classifica che ancora sorride all'Inter targata Antonio Conte. Ha aperto ufficialmente il dibattito sull'opportunità o meno di modificare lo schema tanto caro al mister nerazzurro, per favorire l'inserimento di un giocatore di qualità superiore come Christian Eriksen. La gara di Europa League vinta giovedì in terra bulgara contro il modestro Ludogorets, ha confermato che il tema esiste. Il ventottenne campione danese ha finalmente giocato dall'inizio, non brillando nel primo tempo alla ricerca di una posizione, quella di mezzala, che non rientra nelle sue corde.

Ma nella ripresa, spostato più avanti, è stato determinante per l'esito della sfida segnando il gol del vantaggio con un bel destro di prima intenzione. Eriksen ha avuto poi il merito di semplificare la manovra, facendo viaggiare il pallone leggero come solo i grandi sanno fare. Il danese è inoltre andato vicino alla gloria personale con una traversa che ancora trema dopo un gran tiro di sinistro. Destro o sinistro, per lui, non fa differenza, la porta la vede e avere un centrocampista offensivo con l'attitudine al gol può e deve essere un'arma fondamentale per il proseguio della stagione. Nel finale di gara di giovedì, l'ingresso di Barella al posto di Moses, con conseguente passaggio al 4-3-1-2, ha confermato come questa eventualità possa aggiungere, non togliere, competitività all'Inter che ha il dovere di non perdere ulteriore terreno dalla Juventus capolista e dalla Lazio che ora, giustamente, crede alla grande impresa.

Antonio Conte è un grandissimo allenatore. Tatticamente ha sempre presentato in campo squadre con un canovaccio ben preciso e che sanno cosa fare. La motivazione feroce che riesce a infondere ai giocatori fa poi quella differenza che ha permesso al tecnico di vincere così tanto sulle panchine di Juventus e Chelsea e di aver reso competiviva, ad Euro 2016, anche la Nazionale italiana più povera tecnicamente degli ultimi venti anni. In nerazzurro il 3-5-2 deciso a inizio stagione, con il grande lavoro sugli esterni e il movimento di due punte collaborative come Lukaku e Lautaro Martinez, ha pagato. Anche perchè nei momenti migliori, a centrocampo la qualità la garantiva Stefano Sensi prima del maledetto infortunio patito contro la Juventus che lo ha messo fuori gioco per troppo tempo e sembra condizionarlo nei movimenti anche ora, tanto da finire nuovamente ko dopo una botta al piede patita contro il Napoli in Coppa Italia. Adesso è probabilmente arrivato il momento della stagione dove intensità e furore agonistico non possono essere massimali, ma se la squadra rallenta i giri, diventa prevedibile.

E allora, per continuare a fare la differenza, serve ancora più qualità. Da questo punto di vista Christian Eriksen è una garanzia e siccome Conte non è certo autolesionista, il danese a breve giro di posta diventerà elemento cardine a prescindere dalla decisione di proseguire con la difesa a tre o di virare verso i quattro dietro. L'Inter ha comunque virtualmente staccato il biglietto per gli ottavi di finale di Europa League ricorrendo ad un saggio turn-over e dovrà ora vincere a San Siro con la Sampdoria dell'ex Ranieri per rendere carica di significato la sfida di Torino con la Juventus del primo marzo. L'augurio è che contro i blucerchiati si riveda il vero Lautaro Martinez. Contro Napoli, Lazio e Ludogorets, il “Toro” non è piaciuto. Forte il sospetto che il forte attaccante argentino sia condizionato dalle sirene di mercato e dagli elogi piovuti da un certo Leo Messi che lo vorrebbe al suo fianco al Barcellona. Situazione pericolosa, non tanto per quanto possa accadere in futuro, ma per il presente dell'Inter.

Urge che il giocatore mostri la massima professionalità, adesso. Nel momento caldo. Tornando a fare la differenza nella squadra che lo ha lanciato nel grande calcio e che è in lizza per vincere qualcosa di importante. Altrimenti, spazio a Sanchez che sta riacquisendo una buona condizione fisica dopo l'operazione alla caviglia che gli ha imposto tre mesi di stop. E, tornando al discorso della qualità, El Nino Maravilla ne ha da vendere. Attendiamo la sfida di domenica sera, quindi, per avere le giuste risposte a quesiti che possono indirizzare il finale di stagione. In campionato l'Inter è a soli tre punti dalla vetta, se non si suicida è agli ottavi di Europa League e può ancora ribaltare la situazione a Napoli in Coppa Italia. Testa bassa e pedalare, trovando le giuste soluzioni. Questo il compito di squadra e allenatore.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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