Dopo l’assenza di qualche settimana di Romelu Lukaku, Simone Inzaghi perde anche Hakan Calhanoglu che è costretto allo stop forzato per via di una distrazione muscolare, analogo problema riscontrato dal belga qualche settimana fa. Un pre-Udinese che regala dunque un paio di grattacapi al tecnico nerazzurro che, oltre ai già acclarati forfait, ha dovuto fare i conti con un altro spauracchio non indifferente. Ultim’ora del primo pomeriggio di ieri è stato infatti un’improvvisa bandiera bianca sventolata da Marcelo Brozovic. Il croato - comunicava Mediaset - avrebbe accusato un fastidio durante la seduta di rifinitura che metteva in dubbio la sua disponibilità per il lunch match di domani alla Dacia Arena. Tegola che ha allarmato i più, circoscrivibili non solo alla cerchia di staff tecnico e dirigenza. Il 77 nerazzurro, infatti, ha già dato modo di testare la sua indispensabilità durante la scorsa stagione, quando, non a caso, alla sua assenza è conseguito un calo di rendimento della squadra pressoché impossibile definire casuale. Brozo-dipendenza è il solco tracciato da quell’Inter, arrivata seconda a -2 punti 

L’eventuale assenza dell’ex Dimamo Zagabria, addizionata alle due precedenti, potrebbe avere un peso non indifferente in una delle trasferte storicamente più ostiche per i meneghini. I risultati degli anni addietro hanno lasciato un monito che il tecnico piacentino non può ignorare, specie oggi, all’indomani di una vittoria in Champions che ha ridato ai vice-campioni d’Italia quella linfa vitale di cui avevano bisogno - come hanno più volte ammesso i protagonisti - e che non può essere sprecata proprio adesso. Un obbligo dettato non di certo da una classifica ad oggi ancora molto generosa e permissiva, quanto da un cinismo da ritrovare non ancora del tutto maturo ma necessario. Un compito piuttosto arduo da portare a compimento se a mancare è proprio lo stesso regista più e più volte definito il cervello della squadra. 

No Brozo, no party, abbiamo detto e ridetto la stagione scorsa. Una défaillance che Inzaghi ha chiesto alla dirigenza venisse colmata, richiesta avanzata già a giugno e che ha fruttato non per caso l’arrivo di Kristjan Asllani, vice-Brozo per definizione dal giorno 0. Una definizione che però non sembra aver trovato applicazione, quantomeno in queste prime nove uscite stagionali durante le quali l’ex Empoli ha trovato spazio irrisorio. Soli ventiquattro minuti in campo e nessuna titolarità, eccezione che l’italo-albanese condivide con il solo Bellanova. Il classe 2002 infatti è l’unico, insieme all’ex cagliaritano, a non essere mai stato schierato da Inzaghi dal primo minuto, ma solo da subentrante. Un dato che fa effettivamente riflettere e interrogarsi sulle ragioni di un minutaggio tanto ridotto e che lascia pensare ad una fiducia ancora da sedimentare. Il calendario non particolarmente d’aiuto in tal senso e un leggero infortunio da segnalare non possono di certo essere una risposta soddisfacente a sufficienza, considerate le importanti rotazioni già provate dall’ex Lazio e dalle quali, al contrario, è stato escluso il 14 nerazzurro. 

Discorso che, alla luce dello pseudo infortunio di Brozovic, spalanca un’ulteriore porta sugli interrogativi. “Ambientamento” escluso e in assenza di una risposta concreta in merito ad un inserimento tanto a rilento e centellinato, quanto sarebbe, ad oggi, realmente in grado di sostituire il croato? E chissà che non possa già oggi il giorno delle grandi risposte.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 18 settembre 2022 alle 00:03
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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