Un intrigo che, per forza di cose, deve avviarsi a una soluzione. Perché il tempo corre veloce e la necessità dell'Inter di veder partire Icardi va di pari passo con quella del giocatore di trovare una squadra, un progetto, un futuro, una rinnovata credibilità e una condizione fisica che gli consenta di essere pronto (o almeno non troppo impreparato) per l'inizio del campionato. Le attese sono rischiose anche se l'attesa si chiama Juventus. Ma a questo punto non è che ci si possa permettere di barricarsi dietro rifiuti o convinzioni particolari. Va bene tutto purché ci si separi una volta per tutte.
Qualche mese fa, intuita la rottura ma col tempo ancora dalla propria parte, la soluzione ideale per l'Inter sarebbe stata quella di vendere il suo ex capitano a chiunque tranne che alla Juve. Perché? Perché la Juve è l'obiettivo, è la squadra che domina in Italia da un'era calcistica di cui è difficile intravedere la fine e andare a darle un giocatore che, dal punto di vista dei numeri e dei gol è inattaccabile, e che comunque è stato a lungo il simbolo e il top player dell'Inter, non è proprio la prima mossa che verrebbe in mente. Perché puoi rafforzare chiunque tranne chi ti sta davanti e vuoi provare a raggiungere.
Da questo punto di vista, vedere Icardi indossare la maglia della Roma avrebbe causato meno problemi: ipotesi, però, molto debole da sempre. Perché nonostante questa per l'Inter fosse la soluzione migliore (liberarsi dell'argentino, avere in cambio Dzeko e una quarantina di milioni da investire su un centrocampista), di sostanza ne ha sempre avuta poca. Primo perché Icardi non è mai stato convinto di trasferirsi nella Capitale, secondo perché la Roma stessa difficilmente avrebbe tirato fuori tanti soldi per un'operazione e, soprattutto, come si è visto, non avrebbe voluto rinunciare al bosniaco nonostante la possibilità di avere un cambio un numero 9 dal gol garantito ma dalle caratteristiche molto diverse rispetto a quel Dzeko che Fonseca ha fin da subito coccolato e messo al centro del gioco e che, infatti, è arrivato a rinnovare.
Ecco, il rinnovo di Dzeko con la Roma significa che nel mercato nulla è garantito. E il tempo che corre può cambiare anche totalmente gli scenari. Perché il sì del giocatore Marotta lo aveva da tempo ma una trattativa con la Roma andata per le lunghe può aver anche infastidito un giocatore che a quel punto può pensare di non essere così indispensabile per i nerazzurri preferendo rimanere in un ambiente che ha fatto di tutto per fargli cambiare idea e fargli riporre la valigia già pronta per Milano. Poi, certo, sempre perché nel mercato nulla è come sembra o come si crede, rinnovo non vuol dire trattativa azzerata ma magari solo "valore aumentato del cartellino". Ma così è: Dzeko ha fatto la sua scelta perché il tempo passava e le idee cambiano.
L'Inter resta comunque bisognosa di un attaccante e se il nome di Llorente può affascinare poco la piazza, il nome più significativo resta quello di Dybala. E anche qui vale il discorso fatto all'inizio: la Juve, potendo, rafforzerebbe chiunque tranne l'Inter che percepisce chiaramente come un pericolo incombente e in grado di minacciare il suo dominio. Il mercato stesso dei bianconeri negli ultimi tempi è stato impostato proprio per indebolire le inseguitrici (si pensi alle clausole pagate per strappare Pjanic alla Roma e Higuain al Napoli negli anni scorsi o al più recente caso-Lukaku e annessa azione di disturbo verso l'Inter). Insomma, Paratici, potendo, venderebbe Dybala a chiunque ma non all'Inter.
Dybala è però chiaramente stato messo sul mercato e fosse stato per la dirigenza bianconera sarebbe potuto finire, se solo avesse accettato, allo United e al Tottenham. E pure al Psg che invece sta mettendo in piedi tante trattative e non è detto sia interessato all'argentino. Tenersi un giocatore che sul campo non si integra alla perfezione con Ronaldo e che ha chiaramente percepito di essere un esubero, può non essere una buona mossa. L'unica alternativa resta l'Inter. Così come la Juve resta l'unica alternativa per Icardi. Ci sarebbe il Napoli (ipotesi più concreta e fattibile rispetto alla Roma) ma la priorità di Mauro e Wanda è chiara. Così come la loro strategia attendista.
Lo scambio Dybala-Icardi, a questo punto, è davvero il minore dei mali possibili. Anche perché se Icardi è inattaccabile dal punto di vista dei numeri e dei gol, è anche vero che si porta addosso un fardello extra campo che, oltre ad avergli fatto perdere l'Inter, non lo ha mai reso amato in Argentina, gli ha fatto perdere la Nazionale e ha sempre fatto sì che l'interesse delle big europee nei suoi confronti fosse piuttosto limitato. Insomma potrebbe sembrare un grande incompiuto, un giocatore dal potenziale devastante che però si lascia condizionare e ostacolare da fattori che nel calcio contano e non vengono più ignorati. Se poi diventerà qualcosa di compiuto lontano dall'Inter allora sarà stato bravo chi ci ha creduto e se pur di giocare al fianco di CR7 e alzare il primo trofeo della sua carriera (cosa assai probabile se ti trasferisci a Torino di questi tempi) sarà disposto a mettere da parte determinati atteggiamenti e provocazioni, solo il tempo lo dirà. E in ogni caso questa trasformazione non può avvenire all'Inter perché all'Inter quello che poteva dare lo ha dato.
Vedere Icardi in bianconero, dunque, oltre che possibile sarebbe oltretutto necessario se si realizzasse davvero quel grande scambio. Anzi: solo a patto di quel grande scambio. A meno che la Juve, seguendo l'esempio della Roma, non decida di spiazzare tutti e tenersi un giocatore che aveva già stampato il biglietto di partenza. Tenersi Dybala (cosa che a Sarri non dispiacerebbe affatto) sarebbe un po' come frenare l'Inter, farle uno sgambetto, lasciarla senza un grande attaccante. E a Paratici di certo non dispiacerebbe. Per l'Inter sarebbe un problema, ma lo sarebbe anche per quell'Icardi che aspetta la Signora come si aspetta il regalo di Natale sotto l'albero. Ma attenzione al tempo che passa e che cambia gli scenari, fregando qualcuno e facendo fregare le mani ad altri.
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