Sono le 12 e 34 del 13 febbraio 2019 quando l'Inter rompe improvvisamente il silenzio e comunica su Twitter la scelta di togliere la fascia da capitano dal braccio di Mauro Icardi e di stringerla a quello di Samir Handanovic. Da quel momento in poi, inizia una telenovela degna delle più celebri fiction in onda su Canale 5. Che, ironia della sorte, trova infatti puntualmente spazio sulle reti Mediaset. Al centro dell'attenzione c'è sempre e comunque Wanda Nara, moglie e manager dell'attaccante argentino che nel salotto televisivo di 'Tiki Taka' non perde occasione per godersi i riflettori e cercare di correggere il tiro dopo le note dichiarazioni che hanno infastidito - e non poco - spogliatoio, allenatore e dirigenza del club nerazzurro.
La bionda sudamericana sottolinea l'affetto della famiglia Icardi per la Beneamata, la - comprensibile - delusione di Maurito per la dura scelta del club e l'intenzione del 9 di continuare la sua carriera sulla sponda nerazzurra del Naviglio. In tutto questo, l'ex Samp vive ad Appiano da separato in casa, dividendosi tra il lettino della sala di fisioterapia e qualche criptico post sui social che trova poi la massima esposizione mediatica nella famosa lettera pubblicata su Instagram che non fa altro che dar ragione a chi ha preso la decisione sulla fascia: amore per l'Inter quasi rinfacciato, così come lo scendere in campo nonostante il noto dolore al ginocchio e la permanenza in nerazzurro nonostante le tante offerte ricevute in periodi buii. Come chiosa, un attacco neanche troppo velato "a chi prende le decisioni". In tutto questo, due presenze sulle poltroncine di San Siro in compagnia dell'inseparabile moglie. Poi le continue assenze e l'assordante silenzio, definitivamente interrotto dalla vittoria del Derby e dal successivo post mattiniero arricchito dal Duomo di Milano tinto di nerazzurro. Un primo e concreto segnale di disgelo accompagnato dalla decisiva ed inspiegabile mediazione di un avvocato e dal conseguente rientro (di un tesserato) in gruppo.
Ed è qui che comincia la seconda vita di Mauro Icardi con l'Inter, quella senza fascia e con scenari futuri tutti da scrivere e conditi da possibili colpi di scena che aleggiano dietro l'angolo: si tratta di un armistizio o di una vera e propria pace? A giugno ci sarà una nuova permanenza o un addio definitivo? In quest'ultimo caso, dove potrebbe andare Mauro? E chi potrebbe essere il suo erede in nerazzurro? Tutte domande che è lecito porsi, anche se ora è meglio pensare al presente e alla prossima Champions League da conquistare sul campo. Con un Icardi in più a disposizione.
Il dolore al ginocchio è magicamente scomparso (o tornato sopportabile), il problema della fascia sembra essere alle spalle e il ritorno sulle zolle dei campi di Appiano Gentile è avvenuto. Ora c'è da riconquistare l'Inter e il suo popolo. Missione difficile, ma non impossibile per un giocatore che all'età di 26 anni ha comunque già raggiunto la tripla cifra di gol con la casacca del Biscione sulle spalle. Anche questo è bene ricordarlo. Quella da qui a giugno, per Maurito, sarà una lunga corsa verso il perdono, con tanti ostacoli da superare: dal rapporto da ricucire con Spalletti e il resto dello spogliatoio alla ricerca di una maglia da titolare non più scontata, dato che l'amico Lautaro Martinez sta dimostrando giorno dopo giorno di meritarla. Sia in nerazzurro che con l'Albiceleste. Fino ad arrivare alla riconquista dei tifosi, giustamente delusi da un comportamento non professionale da parte di chi si è elevato a leader del gruppo tirandosi però fuori nel momento di maggior bisogno. Un ultimo gradino da scalare per arrivare ad una potenziale armonia totale.
La seconda vita di Icardi è cominciata, ora sta a lui dimostrare con i fatti l'amore per l'Inter sbandierato sui social nei giorni scorsi: con i gol, con le prestazioni, ma soprattutto con gli atteggiamenti dentro e fuori dal campo. La fascia non è solo un pezzo di stoffa, ma ha un valore ben preciso. E, dimostrando i giusti principi, magari un giorno potrà anche tornare sul braccio del bomber di Rosario. Ma in un eventuale, lontano futuro che solo Maurito potrà provare a scrivere.
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Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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