La prossima giornata di campionato vede di fronte Inter e Parma. Due squadre agli antipodi. La Beneamata che lotta per le zone alte e gli emiliani neopromossi. Per comprendere meglio come arrivano le due formazioni a questo scontro e cosa questo potrà mostrarci, abbiamo intervistato in esclusiva Dino Baggio, che ha vestito entrambe le maglie. Quella nerazzurra solo per una stagione (1991-92), perché in prestito dalla Juventus, mentre la gialloblù per ben sei annate, nelle quali ha vinto due volte la Coppa Uefa (94-95 e 98-99), una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia. Dino è stato infine con l'altro Baggio, Roberto, vicecampione del mondo nel 1994.

Iniziamo dall'avvio in Serie A di Inter e Parma, come le è sembrato? Ti hanno convinto?
"Dai nerazzurri non mi aspettavo le difficoltà che ha riscontrato nelle prime due sfide. Mentre sostengo che poi abbiano giocato bene a Bologna. Il miglioramento lo ha portato sicuramente Nainggolan, assente a Reggio Emilia e contro il Torino. Il belga fa la differenza per come si spende in entrambe le fasi, è un vero trascinatore. Spalletti lo ha trasformato in trequartista e attendeva proprio lui per far funzionare al meglio il 4-2-3-1. Penso quindi che ora l’Inter sia sulla strada giusta e possa solo migliorare. Il Parma mi ha convinto nel primo tempo con la Juventus, poteva addirittura passare in vantaggio. Con l’acquisto di Gervinho secondo me ha aggiunto tanta qualità, farà un campionato dignitoso".

Sabato 15 settembre si sfideranno, che partita sarà?
"Certamente il pallino del gioco sarà in mano all’Inter. Per i ducali sarà difficile perché il Biscione gioca davanti al proprio pubblico e vuole fare bottino pieno per dare continuità ai risultati. Tuttavia la squadra di casa dovrà stare attenta perché il Parma sa essere micidiale nelle ripartenze e potrà magari punirla in contropiede con gli esterni molto rapidi che possiede".

Quali pensa siano le ambizioni di queste due squadre per la stagione attuale?
"L’Inter deve assolutamente conquistare uno dei quattro pass per la Champions League. Già quest’anno è chiamata a giocare bene in tutte le competizioni. Da una parte deve provare a insidiare la Juve e dall’altra a mettere in difficoltà le avversarie del girone. Per i nerazzurri sarà fondamentale dosare bene le forze e a mio avviso Spalletti sarà abile a giostrare tutti i giocatori di cui dispone. Il Parma tenterà di salvarsi bene quindi non in extremis, magari con 4-5 giornate d’anticipo per poi potenziarsi ulteriormente e alzare l’asticella dell’obiettivo per la prossima stagione".

Che cosa le è rimasto impresso della stagione 1991-92 in maglia nerazzurra?
"Avevo 20 anni, ero un ragazzino alle prime armi. Con l’allenatore, Corrado Orrico, mi sono trovato da subito molto bene. Così sono riuscito a giocare molto spesso, prima subentrando poi diventando titolare fisso. Non ero ancora nessuno quindi giocavo dove mi metteva, a centrocampo ma anche altrove. Mi ha impiegato pure come terzino sinistro. Ricordo volentieri la convivenza con i campioni che figuravano in quella rosa: Zenga, Berti, Bergomi, Brehme, Baresi, Matthäus, Klinsmann… Avevo attorno a me calciatori che erano sempre convocati in nazionale, alcuni avevano addirittura vinto un Mondiale, quindi provi a pensare quanto potesse essere motivo d’orgoglio per me giocare con loro".

Per concludere, trova qualche somiglianza con uno degli uomini di Luciano Spalletti?
"Quello che vedo più vicino al mio stile di gioco è Radja Nainggolan. Anche se lui è davvero un fuoriclasse. Mi entusiasma per come si butta negli spazi ed è pure dotato di una grande intelligenza tattica. È un incontrista che sa come muoversi in zona gol. Insomma, il Ninja è capace di tutto. E, come ha già dimostrato all’esordio, non si può fare a meno di lui".

Michele Neri

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 06 settembre 2018 alle 11:13
Autore: FcInterNews Redazione
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