Qualche giorno fa, la stampa spagnola ha avuto modo di spendere parole di elogio nei confronti del settore giovanile dell'Inter, all'indomani della vittoria del trofeo 'Arousa Futbol', seconda consecutiva, da parte degli Esordienti di Michele Ravera. Ennesima dimostrazione della qualità raggiunta in questi ultimi anni dal vivaio nerazzurro, condotto magistralmente da Pierluigi Casiraghi e Roberto Samaden. Notizie importanti, indubbiamente, soprattutto nel momento in cui si parla molto in Italia delle difficoltà incontrate dai prodotti dei vivai delle squadre italiane nell'emergere a grandi livelli, specie se in confronto a quanto avviene in Spagna o Inghilterra, e si studiano eventuali soluzioni per sopperire a questo periodo non particolarmente facile.
Già, ma come funziona un settore giovanile davvero vincente? Quali sono i fattori che consentono ad un vivaio di produrre talenti in serie, e soprattutto di farli arrivare già in giovane età nelle massime categorie? FcInterNews.it ha svolto questa indagine, nella quale vi spieghiamo il metodo di lavoro di uno dei club che a livello europeo risplende proprio per la qualità del settore giovanile: l'Ajax di Amsterdam, fautore della "Filosofia calcistica" che in tempi più recenti ha fatto la fortuna del Barcellona.
"La cosa più importante nella creazione di un club di calcio di successo nel lungo periodo è la sua filosofia calcistica. Una delle filosofie di calcio più famose è quella dell'Ajax di Amsterdam che ha avuto inizio negli anni '60, e utilizzata in maniera simile da più club in questi ultimi anni. Ad esempio il Feyenoord, che ha vinto il premio Rinus Michels negli ultimi due anni per avere la migliore accademia giovanile nei Paesi Bassi. Lo stesso Barcellona utilizza la filosofia Ajax, introdotta in Catalogna da Johan Cruijff.
L'ideologia di cui stiamo parlando può essere definita anche attraverso la sigla T.I.P.S, acronimo di Technique, Insight, Personality and Speed (tecnica, intuito, personalità e velocità) che serve come principio guida per il processo di reclutamento dell'Accademia. Anticipo e di lettura del gioco sono altre due principi fondamentali. Tutte le squadre under 12 usano uno schema 3-4-3, mentre le selezioni composte dai giocatori più "anziani" giocano con un 4-3-3 dal quale ha avuto origine il famoso "calcio totale". Hanno giocatori creativi in ogni posizione e tutto si sintetizza col possesso palla. Un sacco di dettagli rendono l'Ajax unico, tra i quali troviamo la chiusura verso il basso degli avversari, saper essere multifunzionali e saper trattare la palla. L'organizzazione dei corsi di formazione per i diversi gruppi di età è suddivisa in due fasi: gli Under 19 si allenano 6 volte a settimana, mentre i giocatori più giovani si allenano tre volte a settimana.
Per come è strutturato il consiglio tecnico dell'Ajax, l'allenatore per i bambini dagli 8 ai 10 anni è tanto importante quanto l'allenatore per i ragazzi dai 16 ai 18 anni. Nella filosofia Ajax, è impensabile che un allenatore della squadra Under 10 abbia l'ambizione di allenare la squadra Under 18 nel giro di pochi anni, o che un tecnico più anziano possa "prendersela comoda" allenando i bambino dagli 8 ai 10 anni. Inoltre, ogni allenatore del settore giovanile ha una limitata di libertà di azione all'interno del sistema Ajax. Prima di tutto, deve sempre pensare al quadro nel suo insieme. Il punto di partenza è la partita. Il 4-3-3 di partenza potrebbe subire cambiamenti durante la partita, se ciò procura effetti positivi sul risultato, ma la base è il sistema di gioco dell'Ajax, che scorre come un filo attraverso tutto il club. All'Ajax gli allenatori e i giovani giocatori sanno fin dall'inizio come deve essere il prodotto finito: il sistema di gioco desiderato è completamente familiare.
Il responsabile del settore giovanile dell'Ajax Jan Olde Riekerink sostiene: "Tutti gli allenatori devono parlare la stessa lingua all'interno del club"
Che vantaggi può portare una tale filosofia al club?
"In primo luogo, da un punto di vista tecnico-tattico, se un certo giocatore di talento continua a giocare all'interno dello stesso sistema per più di 6-7 anni, tale sistema sarà radicato in lui e diventerà la sua seconda natura. L'inserimento in prima squadra di un giovane così formato si rivelerà molto più facile dal momento che non dovrà adeguarsi ad un nuovo stile di gioco. In secondo luogo, da un punto di vista finanziario, avere dei buoni giovani giocatori significa che il club deve spendere soldi solo per comprare giocatori specifici che si inseriscano nel sistema immediatamente e faranno parte di un investimento a lungo termine. Un altro aspetto finanziario è che usando il sistema Ajax il personale dirigente non ha bisogno di soddisfare i desideri di ogni nuovo allenatore messo sotto contratto per comprare o vendere giocatori solo perché ha un approccio diverso (formazione personale e strategia) al gioco. Tale metodo consente di mantenere equilibrate le finanze del club. Le società che ancora non hanno un sistema simile a quello dell'Ajax sono costretti a spendere di più per i giocatori visto che il settore giovanile non è così ricco".
E quindi come possono queste società rimanere competitive senza violare la regola del Financial Fair Play? Come può un club ottenere tale equilibrio? Devono investire in giocatori non famosi, in giovani talenti o entrambi?
"I club devono reclutare giocatori nello stesso modo in cui le aziende reclutano i loro dipendenti. Le aziende fanno colloqui ai loro impiegati in prospettiva per valutare se sono in forma ottimale. Inoltre si accertano del fatto che posano portare qualcosa di diverso a seconda dei ruoli che si chiede loro di interpretare. Le grandi imprese hanno una serie di procedure per le assunzioni e il calcio non dovrebbe agire in maniera differente. Alla fine della giornata, ad esempio, non importa quanto talento e dinamismo ha un capo o un manager; il suo atteggiamento, l'applicazione, la personalità devono essere dedicati al business. Il calcio può essere un'eccezione, ma i calciatori sono esseri umani, e hanno gli stessi difetti e gli stessi problemi che perseguitano le persone di tutti i ceti sociali.
Spetta ai club stessi fare le loro valutazioni e le dettagliate relazioni sulle qualità intangibili dei giocatori. Hanno bisogno di verificare se i giocatori hanno la personalità e la mentalità per avere successo in campionato, se hanno vere doti di leadership, la fame per guidare una squadra, o se possano eventualmente avere un'influenza negativa.
Grazie al consistente lavoro di valutazione tecnica dei giocatori, i club possono gestire meglio i loro bilanci ed essere sicuri di non pagare più del dovuto. Tuttavia la pressione dei media e dei nostri tifosi, deve essere sopportata. Devono semplicemente stare alla larga dai talenti supervalutati e cercare delle alternative. I proprietari devono rendersi conto che, mentre il calcio è uno sport, loro puntano i loro soldi sul patrimonio tecnico e manageriale. Noi tifosi possiamo pensare che questa sia una visione cinica, ma tutto ciò che possediamo deve essere pagato! Quando acquistiamo di beni, automobili o case, ci guardiamo intorno, valutiamo e paghiamo per le nostre scelte. Non spendiamo più di quanto abbiamo visto che abbiamo abbondanza di alternative praticabili, a meno che non abbiamo un sacco di soldi o il prodotto stesso è troppo buono per lasciarselo sfuggire".
Alternative, ma dove?
"Dopo che è stato abbassato il numero di giocatori extracomunitari tesserabili in Italia da due a uno per stagione, in Sud America è diventato un mercato più difficile per fare affari. Per fortuna ci sono paesi all'interno dell'Unione europea il cui mercato non è così costoso e il rapporto prezzo-qualità è ancora elevato. Tra questi paesi troviamo Francia, Belgio e Olanda che offrono talenti (alcuni già accostati all'Inter), che possono essere acquistati per un prezzo relativamente ragionevole".
Gli strumenti finanziari sono utili solo nel caso in cui una squadra si basa su fondamenta solide e dove le eccellenze in tema di capacità manageriali vengono utilizzate correttamente".
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