Passaggio ai quarti ottenuto, l'Inter è chiamata ad un'altra grande prova di forza in Serie A, dove riprende il filo qualche ora dopo il pareggio del Napoli in casa del Venezia che offre alla squadra di Simone Inzaghi la possibilità di allungare sui partenopei. Possibilità che i campioni d'Italia si giocheranno in casa dell'Atalanta, altra cliente scomoda per lo Scudetto che dal canto suo, battendo stasera l'Inter, la aggancerebbe a 61 punti - gli stessi della squadra di Conte - prendendosi virtualmente la vetta della classifica per differenza reti. La gara del Gewiss Stadium arriva in questo scenario reso rigidamente serio dalla pressione che l’appuntamento ad un match point da non sbagliare genera e l’entusiasmo di chi ha la consapevolezza di avere i mezzi e l’occasione di riprendersi il vento favorevole e tornare a navigare sfruttando al meglio correnti e brezze. Un filo di rasoio sul quale la squadra col Tricolore sul petto fa l'equilibrista nelle ore immediatamente precedenti al match di Bergamo, fatte di continue dosi di adrenalina somministrate dagli altri campi italiani che l'allenatore piacentino aveva il delicato compito di disinnescare, o quantomeno controbilanciare per non rischiare eccessivi sbilanciamenti emotivi.
Alterazioni emotive che l'Inter tiene sì a bada, ma fino ad un certo punto perché la squadra di Inzaghi non ci mette molto per infiammare la sua gara del Gewiss, dove si presenta dalle prime battute sfrontata, sfacciata, a tratti insolente e impertinente. Ci mette cinque minuti a fare sussultare i padroni di casa che si ritrovano a trattenere il fiato per una lunga e concitata azione innescata da Barella e che finisce con Thuram che si fa murare prima che si alzi la bandierina. Un antipasto del vero grande primo brivido per la Dea tutta, salvata dal palo. Anche oggi l'appuntamento col palo non può che presentarsi puntuale e a colpirlo è questa volta Marcus Thuram che mette la firma sul 19esimo legno stagionale per la squadra di Inzaghi che si prende di fatto lo scettro di Queen della polezone! Dieci minuti dopo però la squadra del Gasp si sveglia dall'iniziale assopimento e rende il brivido ai dirimpettai in maglia bianca e con tanto di zuccata di Mario Pasalic che impegna per la prima volta Yann Sommer. Lo svizzero risponde presente e mette referto una riabilitazione definitivamente archiviata e al meglio peraltro. Squillo che fa da sliding doors del primo tempo: l'Atalanta si risveglia, prendendosi per un po' la scena e al 21esimo Ederson riprova a impensierire il portiere svizzero che però vede il tentativo del brasiliano si spegne di lato al palo. Non fanno altrettanto i nerazzurri con lo sponsor Lete sulla maglia che più che al contrario si accendono, alzando ritmo e asticella dell'agonismo. Alla mezz'ora però è l'Inter ad essere tornata in possesso del pallino del gioco, pur trovando la zelante copertura difensiva della squadra di casa, ben posizionata così da riuscire ad alzare barriere preventive persino sui tentativi di verticalizzazione che giovano a favorire lo scambio tra Thuram e Lautaro. Preventive che anche Inzaghi ripone con fiducia nel suo terzetto difensivo quasi sempre impeccabile nei tentativi di imbucata della squadra del Gasp, fin qui, sempre bloccatasi contro i Pavard, Acerbi e Bastoni che serrano le retrovie, eccezion fatta sul tentativo di Lookman che al 43esimo spreca una conclusione che gli interisti gli lasciano tentare e che l'olandese non sfrutta a suo favore.
Il secondo tempo inizia con un brivido che gela tutto il Gewiss Stadium che per quasi sette lunghi minuti depone bandiere e asce d'astio e trattiene il fiato per il tifoso interista sentitosi male nel settore ospiti che necessita l'intervento dello staff medico sotto lo sguardo preoccupato dei giocatori attoniti e speranzosi di un cenno di ripresa che arriva al 54esimo quando Calhanoglu dalla bandierina ottiene l'ok per calciare e riavviare una partita che sorride immediatamente proprio agli interisti: Lautaro fa un movimento perfetto che permette l'inserimento di un impeccabile Carlos Augusto che sbuca in piena area e lascia di ghiaccio un immobilizzato Carnesecchi. L'Inter va in vantaggio, esulta e tenta il raddoppio continuando a portare maglie bianche dalle parti del portiere italiano, ma a rovinare il momento di ilarità dei milanesi è l'uscita dal campo di Denzel Dumfries, quasi costretto dallo staff tecnico ad uscire dopo il fastidio alla coscia che torna a ripresentarsi dopo un primo immediato fastidio 'tamponato' con un veloce massaggio a bordocampo. L'olandese tenta di rassicurare la panchina chiedendo di restare in campo con l'ausilio di una fascia, ma Inzaghi non vuole rischiare e inserisce Bisseck al suo posto. Ancora un cambio forzato e ancora una preoccupazione che assale i nerazzurri di Milano che non si fanno però abbattere dalle contingenze e al contrario reagiscono con carattere e trovano il raddoppio con una zampata di Lautaro che però viene annullato da Massa che fischia fallo dello stesso argentino su Djimsiti. A nulla valgono le proteste del capitano, probabilmente a ragion di veduta (rivedibile la decisione del fischietto di Imperia sul quale il VAR non può intervenire): risultato che torna sullo 0-1, ma ancora per poco. All'80esimo il match si infiamma con Ederson che protesta platealmente con Massa che non concede un fallo che il brasiliano avrebbe voluto e dopo una prima ammonizione per proteste appena inflitta da Massa, applaude provocatoriamente il direttore di gara e si prende un secondo immediato giallo che costa a lui l'uscita anzitempo dal campo e l'inferiorità numerica ai nerazzurri di Gasperini. L'Inter non approfitta del corner né della superiorità numerica e si lascia travolgere dalle vibes del Gewiss: i toni si alzano e i nervi s'induriscono, così come gli interventi. Giallo anche per Pavard e azione successiva già dalle parti di Carnesecchi, che finisce ancora trafitto dall'argentino col diez sulle spalle. Stavolta è tutto regolare, e ora il tabellino torna a riaggiornarsi: 0-2 Inter.
Sul taccuino di Massa ci finisce pure Gasperini che non digerisce l'espulsione di Ederson e approfittando del momento di pausa per l'esultanza dei dirimpettai, polemizza e finisce col seguire il suo centrocampista. Rosso anche per l'allenatore della Dea e qualche minuto dopo altro rosso anche per Alessandro Bastoni, qualche minuto prima vicinissimo al gol del tris, che rimedia un doppio giallo dopo un fallo su Maldini ristabilendo l'equilibrio numerico in campo. Espulsione che non ha preso di buon grado il capitano interista, uscito insieme a Thuram a favore di Correa e Taremi e scalpitante su una panchina dove fatica a restar seduto mentre attende un'attesissima fine di una gara che vale un match point e una potenziale diga in un campionato che nella notte del derby lombardo per la prima volta nella storia così ad alta quota frena i sogni dei cugini bergamaschi e scava un solco che toglie un po' di ragione ad Antonio Conte. Il triplice fischio, alla fine, arriva al 111esimo: l'Inter batte 2-0 l'Atalanta, vince il primo vero big match della stagione e lo fa in una notte tutto fuorché una notte qualunque. Può sorridere Simone Inzaghi che toglie sonno e ragione ai napoletani, perché sì Antonio, il risultato di Atalanta-Inter al Napoli cambia qualcosa e come.
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