Il poker è servito e il tassametro continua a correre. Dopo la Tripletta, arriva il quarto titolo consecutivo per l’Inter legendaria, che cambia allenatore ma non perde quel vizietto tanto gradito ai tifosi di conquistare trofei. A firmare la Supercoppa italiana, l’unica finale persa da Mourinho nella scorsa (trionfale) stagione, non è il solito Milito, ma Samuel Eto’o, che idealmente raccoglie il testimone di ‘man of the match’ dal Principe e con una doppietta punisce le imprecisioni difensive della Roma. Benitez può dunque festeggiare questo battesimo nerazzurro, Ranieri invece ha di che ramaricarsi per ciò che poteva essere ma non è stato.
E’ SUBITO PUPONE – Accompagnato dai fischi della San Siro nerazzurra, il noncurante Totti ha ribadito che, pur con 34 primavere alle spalle, la Roma non può fare a meno di lui. Partono dal suo piede infatti le azioni più insidiose dei giallorossi, compresa quella del gol. Un buon segno per Ranieri, che può contare sulle condizioni del capitano, leader di una squadra che costringe i nerazzurri sulla difensiva sin dai primi minuti, punendo una retroguardia alta come la vuole Benitez, ma non totalmente attenta a salire tempisticamente. Dall’altra parte, i padroni di casa vivono soprattutto sull’asse Sneijder-Maicon, con il brasiliano autore di una prova eccellente, caratterizzata da scatti, dribbling e cross sempre pericolosi. Bentornato.
QUOQUE TU RIISE… - Rafa da Madrid lo conosce benissimo ma forse non si sarebbe atteso che la prima brutta notizia arrivasse proprio da John Arne Riise, uno dei suoi pupilli ai tempi del Liverpool. È proprio il norvegese che, al 21’, servito da Totti infila la difesa nerazzurra e beffa Julio Cesar con un tocco da biliardo, smascherando così le lacune difensive dei Campioni d’Europa, che faticano a digerire l’atteggiamento tattico troppo avanzato chiesto dal nuovo tecnico. Menez, in particolare, con i suoi spunti evidenzia la sofferenza di Chivu, spesso fuori posizione. Dall’altra parte la reazione non manca, ma il muro eretto da Ranieri regge ottimamente, grazie anche alla puntualità di Cassetti e Mexes.
VUCINIC, MACEDONIA INDIGESTA – La Roma gioca bene e mantiene il suo atteggiamento tattico ormai storico: rapidi capovolgimenti di fronte e possesso del pallone. Anche la retroguardia appare ben collaudata, dopo la misera figura di Atene in amichevole qualche giorno fa. L’unica zona di difficoltà è quella mancina, dove Riise viene travolto costantemente da Maicon. Per questa ragione il tecnico testaccino chiede a Vucinic di dare una mano al compagno, raddoppiando il brasiliano. Esperimento fallito miseramente quando l’attaccante serve sconsideratamente Pandev davanti a Lobont, consentendogli di realizzare il pareggio con cui si conclude il primo tempo.
IN ATTESA DEL PRINCIPE – Tra i nerazzurri il giocatore meno in palla è sembrato Diego Milito, che paga anche in Supercoppa un palese ritardo di condizione. L’argentino è spesso avulso dal gioco, viene sempre anticipato e non riesce a trovare lo spunto decisivo in dribbling. Neanche Pandev brilla, ma il macedone soffre una posizione (esterno destro) che non gli si addice particolarmente. Anche Mourinho lo scorso anno lo provò spovente a destra, cercando di favorirne l’accentramento e la conclusione, ma alla fine lo Special One si rassegnò a proporlo sulla fascia mancina. Benitez probabilmente farà altrettanto.
GOL PESANTI DALL’AFRICA – Se Milito non è ancora al 100%, lo stesso non si può dire di Samuel Eto’o, grande protagonista del quinto successo in Supercoppa italiana da parte dell’Inter (raggiunto il Milan). Il camerunense, oltre a garantire un moto perpetuo e gli ormai abituali ripiegamenti difensivi, sfrutta al meglio una posizione più vicina alla porta servitagli su un piatto d’argento da Benitez e firma con una doppietta il 3-1 finale. Al 70’ gli basta un tocco sotto porta su cross del Principe (grande discesa di Lucio), all’80’ è lui stesso a rubare palla a Taddei (erroraccio in stile Vucinic) e a scambiare proficuamente con l’ottimo Sneijder, fino al sinistro vincente sotto il piede di Lobont.
IL RITORNO DELL’IMPERATORE – Siamo a metà ripresa quando Adriano torna a San Siro, ma stavolta con un’altra maglia. Il giallorosso, a detta dei tifosi nerazzurri, non gli dona particolarmente e i fischi a lui riservati ne sono una conferma. Il brasiliano si batte, ma ha la rapidità di un pachiderma e il suo sinistro non fa ancora paura. Anche su questo Ranieri dovrà lavorare parecchio. C’è ormai poco da fare invece per cercare di dare un senso di civiltà ai tifosi della Roma, accorsi in massa a San Siro ma rei ancora una volta di comportamenti inqualificabili. Il continuo lancio di fumogeni e petardi, soprattutto dopo il 2-1 firmato da Eto’o, è il manifesto di un Dna imposibile da curare, ma assolutamente da reprimere. Bergonzi ha dovuto fermare il gioco per 4 minuti in atesa che si ristabilisse la calma. Per certa gente la tessera del tifoso è il male minore.
SUPERCOPPA TIM:
INTER-ROMA 3-1
Marcatori: 21' Riise, 42' Pandev, 25' st e 80' st Eto'o.
INTER: 1 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu; 4 Zanetti (1' st 5 Stankovic), 19 Cambiasso; 27 Pandev (34' st 17 Mariga), 10 Sneijder (43' st 23 Materazzi), 9 Eto'o; 22 Milito.
A disposizione: 12 Castellazzi, 2 Cordoba, 29 Coutinho, 88 Biabiany.
Allenatore: Rafael Benitez
ROMA: 1 Lobont; 77 Cassetti, 5 Mexes, 4 Juan, 17 Riise; 20 Perrotta, 7 Pizarro (9' st 11 Taddei), 16 De Rossi; 94 Menez (38' st 89 Okaka); 10 Totti, 9 Vucinic (22' st 8 Adriano).
A disposizione: 32 Doni, 11 Taddei, 25 G.Burdisso, 33 Brighi, 87 Rosi.
Allenatore: Claudio Ranieri
Arbitro: Mauro Bergonzi (Sez. Arbitrale di Genova)
Note. Ammoniti: 26' Perrotta, 17' st Cambiasso, 40' st Okaka. Tempi supplementari: 0- Spettatori: 65.860
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