Rialzarsi, subito. Dopo l'amara sconfitta di Torino, l'Inter non piange sul latte versato e riparte - stavolta da sola - da Firenze, dove è obbligatorio vincere per non perdere il treno scudetto. Il tecnico nerazzurro Leonardo ne parla in conferenza stampa, ed FcInterNews.it segue il tutto da Appiano. Ecco le parole di Leo, in un'autentica sfuriata.
Una tua opinione su Ronaldo, che ha lasciato il calcio.
"Anche secondo me è il più grande centravanti della storia del calcio. Ora Messi sta raggiungendo grandi livelli, ma dopo Maradona e Pelè che lasciamo nel loro Olimpo, per me c'è Ronie. Ho seguito la sua conferenza, è stato quasi come perdere un patrimonio. Io lo conosco, dunque sapevo già di qualcosa che stava succedendo, ma rimarrà tra i top".
Mariga e Stankovic sono tra i convocati: Dejan è pronto per giocare da titolare? E Nagatomo, può esserci dal primo minuto?
"Ci sono dei rientri importanti, sicuramente, dovremo valutare. Forse pensare a 90' è un po' tanto, però c'è pure Motta squalificato. Oggi ho avuto risposte positive in allenamento, fino a domani considererò e farò le mie scelte, sono tutti a disposizione".
Come leggi questa sconfitta?
"Questa è una squadra che impone il proprio gioco, dunque giocando in trasferta è normale che sia più difficile. Non credo sia un problema, ma è semplicemente un'idea di gioco da esportare anche fuori casa".
Questione Pandev. Come lo stai vedendo?
"A livello di allenamenti e non solo lo vedo molto meglio, è entrato sempre in situazioni difficili quando l'ho inserito a gara in corso. Ha fatto il titolare per tanto tempo, poi ha avuto dei piccoli problemi, è cambiato il modulo, ovviamente ha perso un po' di ritmo. E' una serie di cose, la continuità lo farà rispondere bene al momento giusto".
A Torino squadra stanca, adesso a Firenze sarà un vero crocevia?
"Tutte le partite sono fondamentali per rincorrere, come stiamo facendo noi. Non potete parlarmi però di squadra stanca a Torino, perché altrimenti quell'ultimo quarto d'ora non sarebbe neanche esistito, con quei ritmi. Secondo me l'analisi della sconfitta con la Juve è stata troppo negativa, non vedo problemi, abbiamo affrontato una partita e l'abbiam persa. Si è esagerato, a mio avviso".
In trasferta, però, l'Inter soffre di più.
"La mia idea di calcio è quella di puntare sempre a vincere, però con un buon gioco. In casa e fuori casa si è sempre 11 contro 11, sempre nello stesso campo, non c'è alcuna influenza su una squadra così forte ed esperta. La squadra deve solo giocare e cercare di far male: non devi essere meno propenso a giocare come sai, l'Inter deve giocare per far male e ha le qualità per farlo. Lo ripeto, la squadra deve cercare di far male, ci vuole personalità e coraggio ovunque. E non aumentate troppo la preoccupazione, perché sinceramente non ne abbiamo".
Secondo te, dai tanti segnali, è l'annata del Milan? Mancherà Lavezzi col Napoli, stasera contro il Tottenham senza Bale...
"Non ci penso, non ci dò rilevanza, penso solo a noi".
Rispetto alla posizione di Cambiasso e Thiago Motta, perché li hai cambiati?
"I giocatori a centrocampo possono giocare in tutti i ruoli, Cambiasso può fare ed ha fatto anche a Catania la mezzapunta. In certi momenti bisogna fare scelte dettate da varie situazioni. Ora potete dire le cose che non è abituato a fare Esteban in quel ruolo, ma quando l'ho messo lì ha anche fatto la differenza. E Thiago davanti alla difesa ci dà qualità, con lanci lunghi e attaccanti cercati costantemente".
Un commento alle parole di Moratti e un giudizio sulla Fiorentina che sta 'rinascendo'.
"Per quanto riguarda i viola, affrontiamo sempre le squadre nel loro momento migliore, è il destino dei grandi. La Fiorentina è in forma, lo sappiamo. Sul presidente che ha detto di crdere allo scudetto è ovvio, ma io non riesco neanche a fare tutti questi conti. Quale squadra oggi può dire: 'Ho già vinto'? Una settimana fa c'era la grande Inter che faceva spettacolo, ora la squadra è logora, mille problemi, è esagerato. Io ho la mia idea di calcio, non entro in queste cose qui. Voglio un bel calcio, io punto ad un'Inter che giochi bene. L'Inter è la migliore squadra del mondo, non dimenticatevelo, non c'è niente da piangere: dopo il Barcellona giochiamo un grande calcio, io penso ad un calcio offensivo, siamo sul tetto del mondo e non scordatevelo. Non c'è niente da piangere, non riesco neanche a pensare ad un'idea di calcio così malata. O mi prendete così, o mi lasciate. L'Italia è la culla della tattica, però l'amore per il calcio nasce dal gol. Io cerco il bello da allenatore, il bel gioco, poi se non ci riesco mi ammazzeranno".
Leo sfida i giornalisti: "Avete rivisto la partita? Allora fatemi un commento!". Gli viene imputato che il bel calcio a Torino non c'era. Leo prosegue: "Tu hai visto un'Inter che ha giocato male perché forse segui l'Inter, ma noi abbiamo fatto il 65% di possesso palla, ma la partita è stata equilibrata. Abbiamo anche sbagliato tanto, ma nella ripresa abbiamo stradominato creando più palle gol e con due contropiede subiti. Io non ce la faccio a sentire i vostri drammi. Rimandatemi in Brasile, non ne posso più di questi pianti. Dire che siamo stati inferiori, morti e la squadra non ce la fa, non posso neanche sentirlo".
Nessuno dice che però c'erano tante assenze.
"Non mi giustifico con le assenze, andiamo avanti come tutte le squadre e giochiamo".
Come spieghi il primo tempo contro la Juventus?
"Ovviamente i bianconeri erano molto attenti a chiudere i nostri punti di forza, avevano preparato bene la partita e si erano chiusi per poi ripartire. Infatti avete visto nella ripresa, si è dovuto alzare il ritmo e proiettarsi in avanti, questo deve fare la mia Inter, deve giocare con coraggio in qualsiasi situazione".
Hai parlato di 65% di possesso, ma a Madrid in finale il Bayern ha avuto il 67% di possesso e sappiamo bene chi ha vinto.
"Rispetto ad una finale, è sicuramente una situazione differente. Questa squadra ha caratteristiche diverse".
Abbiamo sentito addirittura delle critiche ad Eto'o.
"Ci vuole coraggio a criticare Eto'o. Lui ha fatto 27 gol, può capitare anche un secondo in cui non trovi lo spazio o il colpo giusto, parlare di problema Eto'o non esiste, lui sta benissimo ed è un giocatore esperto, figuratevi se si abbatte per una cosa del genere. Mi sembra quasi che anche a questo proposito si cerca di attaccare l'Inter, quasi come se si aspettasse che perdessimo una partita".
Come vedi Nagatomo?
"La fiducia ce l'ha, ovviamente gli servirà un po' di tempo per entrare nei meccanismi ma si sta inserendo bene, lo abbiamo visto nelle poche apparizioni finora. Sicuramente dovrà migliorare nelle piccole cose, è giovane, ma la fiducia sicuramente ce l'ha".
E' questa la differenza tra ambiente Milan e Inter, proprio su questo "sembrava non si aspettasse altro che una sconfitta"?
"Non credo. Si parla della figura dell'allenatore, per me è un fatto di cultura. Evidentemente le persone credono di capire, poi chi deve fare le scelte è lì ad essere colpito. Se devono giudicarmi non ho nessun problema, non sono permaloso, io leggo ogni cosa che scrivete, nel bene e nel male. Tante volte si esagera, chiedo un po' di coerenza. Io difendo la squadra, parlare di me cambia poco. Parlare di questa squadra nei termini che ho visto mi fa arrabbiare, non esiste parlare di caso Milito o caso Eto'o o caso chiunque, non posso accettarlo. Io non intendo nascondere un problema trasferta, abbiamo fatto fatica anche contro il Palermo, però ragazzi, guardate anche i numeri. Io firmerei anche per vincere le prossime 7 su 9 partite, vorrei vedere dove saremmo e dove sarebbero le altre".
Però i tanti gol presi vengono spesso sottolineati dal presidente Moratti, a differenza tua che a quanto pare te ne freghi.
"Questa è già un'interpretazione, io mai ho detto di fregarmene. Comunque le parole del presidente sono normalissime, però l'idea iniziale era quella di ripartire per vincere e dunque prendere gol è normale. La squadra aveva fame di vincere, è ovvio che avesse una netta proiezione offensiva".
Finalmente ti sei arrabbiato da quando sei qui, ora la squadra avrà rabbia in sé?
"Ma che discorso è? Mica sono bambini! L'Inter ha una sua identità, non è che se mi arrabbio io lo fanno anche loro. E' una cosa assurda, e non ditemi di Mourinho perché ognuno ha il suo modo di fare. Non c'è assolutamente bisogno che ci sia io ad infuriarmi, so che volevate che mi arrabbiassi perché è la normalità...".
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