"Quell'anno Oriali e Tardelli mi tartassarono, ci tenevano andassi all'Inter anche se avevo altre opportunità. Penso di aver fatto la scelta giusta perché dopo aver vinto non ci siamo fermati più". Il ricordo è di Marco Materazzi, intervenuto in una lunga diretta Instagram con 7 Corriere nei giorni in cui la Serie A è infuocata dai vari cambi di panchine. 

"L'Inter ha avuto la sfortuna di non vincere quello che avrebbe meritato, come lo scudetto '98. Aveva Ronnie, il più forte della storia: con lui avremmo vinto ancora di più. Io morivo per avere la sua maglietta da avversario, trovarmelo di fronte da compagno è stata un'emozione incredibile - ammette Matrix -. Ho giocato con tutti i più grandi, ma Ronnie era il migliore. Avrei voluto giocare con Matthaus e Rummenigge, sarei andato molto d'accordo con loro perché hanno carattere. E anche Berti perché è un pazzo buono come me, uno vero che dice ciò che pensa senza filtri. Noi siamo fatti così. Io nuovo allenatore dell'Inter? Ho pensato di fare il tecnico, ho fatto tutti i corsi poi ho detto che è facile. Vorrei iniziare dall'inter, ma prima servirebbe la gavetta. Mourinho? I matrimoni si fanno sempre un due, io so per certo che sarebbe venuto a piedi due anni fa. Poi hanno scelto Conte che da juventino ha fatto tantissimo per l'Inter e va ringraziato. Le sue parole 'ho capito cosa significa l'Inter' sono state le più significative. Ha creato un gruppo granitico, io già a dicembre dicevo che l'Inter avrebbe superato il Milan, in tanti mi deridevano, poi ho avuto ragione io perché l'Inter ha la squadra più forte".

Poi si torna ancora a parlare di passato: "Eto'o è il mio fratellino, lo devo ringraziare a vita perché ci ha portato il Triplete. Lui sapeva come si faceva, ci permise a livello di mentalità di lottare su ogni fronte. Si faceva in quattro per la squadra, questo faceva la differenza".

Materazzi non può non commentare lo sbarco di Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter: "Tutti sono scettici su Simone, intanto ci deve ridare lo scudetto del 5 maggio. L'Inter ha l'opportunità di mantenersi al vertice, Simone ha fatto talmente bene che il suo lavoro è rimasto sottotraccia: è uno dei più preparati tra i giovani allenatori italiani, ora deve fare il salto".

Poi i complimenti su Romelu Lukaku: "Ora è come Vieri, quando è arrivato no. Non pensavo potesse essere il nuovo Bobo, invece ha dimostrato di essere leader e trascinatore tanto di cappello, ha fatto passi da gigante grazie a Conte".

Su Roberto Mancini e il Mondiale: "Abbiamo discusso diverse volte, fortunatamente ci hanno sempre divisi e non siamo mai arrivati allo scontro fisico. È bastato poco per entrare nella sue grazie vincendo il Mondiale. Avrei voluto vedere Totti all'Inter, purtroppo non c'è stato modo. Come De Rossi. Io al Milan? Ho resistito e ringrazio chi mi ha permesso di restare, in questo caso Facchetti. Sarei andato più per orgoglio che per tradire. Non potevo dire di no a Giacinto, alla fine è andata bene. Poi ho avuto fortuna di giocare il Mondiale per l'infortunio di Nesta. La testata di Zidane? Preferisco ricordare i due gol, che ci hanno permesso di vincere più della testata. Alla fine contava fare gol e soprattutto tirare bene il rigore con il pallone pesante. A Zidane faccio i complimenti da giocatore e allenatore, ha dimostrato di essere un numero uno".

Il discorso si sposta poi su Zlatan Ibrahimovic: "Quando era all'Inter il rapporto era buono, poi lui ha cambiato strada. In campo si prendono e si danno. Si potrebbe evitare di andare sui social a rivangare il passato perché non ha senso. Poteva evitarlo, io lo rispetto come giocatore e lo ringrazio per quello che mi ha fatto vincere quando era con noi e quando è andato via. Gli faccio i complimenti perché sta facendo la differenza a 40 anni, tanto di cappello. Ronaldo il Fenomeno? Il rammarico è quello di non averlo convinto dopo il 5 maggio, ma lui era stato secco. Quando se n'è andato dalla Pinetina disse che sarebbe rimasto se mandavano via Cuper. Sarebbe tornato in nerazzurro anche l'anno che andò al Milan".

"Tornare all'inter in dirigenza? Mon dipende da me - prosegue Matrix, che poi 'incassa' anche l'incursione via messaggio di Eto'o con un 'Forza Inter -. Zanetti? in campo era pettinato, potevi contare su di lui 100' a partita. Lui c'era sempre nei momenti di difficoltà, un capitano. La Champions? Non vedi l'ora di abbracciarla, prima della partita non si deve toccare nessun trofeo. Bisognerebbe insegnarlo nelle scuole calcio. Il Triplete è stato il coronamento di un sogno di una carriera perché dopo il Mondiale mi mancava la Champions. Quando vedevo le varie finali in salotto di Maldini e Messi, guardavo mia moglie e le dicevo che mi piaceva. Il più grande rammarico è la Supercoppa di Montecarlo, sono più importanti quando le perdi. Ce l'ho ancora qua. Vincere senza tifosi non è facile, tutte le squadre meriterebbero un premio. Manca il succo dello sport, è la cosa più difficile da fare".

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Sezione: Copertina / Data: Sab 29 maggio 2021 alle 11:24
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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