A Sky Sport, ha parlato Massimo Moratti, partendo dal futuro madrileno di Josè Mourinho. Parole chiare, quelle del presidente: "Il tempismo di Mourinho, e della sua uscita, è stato un po’ sorprendente per i giocatori e per me. Un dialogo diretto tra me e lui non c’è mai stato su questo addio e neanche un tentativo per farmi capire questa cosa qua. Lo ho appreso dai giornali, pensate... Ci sono delle strade per provare a trattenerlo qua, e si possono anche percorrere, ma credo che a lui interessi di più proprio questa sfida, più forse ancora dei soldi. Comunque, al di là della stima riposta da noi in lui e dalla sua professionalità, la sua tentazione è legata al fatto che vuol dimostrare di essere bravo dovunque. Puoi giudicarlo come vuoi, ma capisci che lui è fatto così". Poi, si parla di Sinisa Mihajlovic, dato come alternativa per la panchina: "Certamente potrebbe essere la scelta, ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato dai giocatori, è anche molto amico dei giocatori. C’è anche tutta la stima nell’uomo, con me ha mantenuto un rapporto molto buono. Però, questo non vuol dire che questa debba esser una scelta, anche se, per simpatia e stima, mi farebbe piacere farla. Però, sinceramente, non ho ancora deciso. Mourinho ha coraggio e talento, come era Roberto Mancini...". Accenno a Fabio Capello: "Vive così bene, sta così bene in Inghilterra, sarebbe quasi scortese portarlo di nuovo qui", dice sorridendo. Qualche parola anche su Roberto Baggio: "Sarà un grande allenatore, ma non è ancora pronto. E' intelligente, una grande persona, ma non penso sia un suo desiderio fare il tecnico da subito, magari in società potrebbe entrarci. Vedremo".

Diego Milito ha messo qualche dubbio sul futuro, ma Moratti è sicuro: "C’è una differenza tra Milito e il nostro allenatore: Mourinho ha un clausola per cui, andando incontro a questa clausola, può andarsene, Milito no. Qui finisce il discorso". Un confronto tra Ibrahimovic ed Eto'o era impossibile da evitare: "Eto'o ha dato una dimostrazione di professionalità spaventosa e con tutta la sua qualitè e il suo status si è sacrificato per far segnare gli altri e ha giocato quasi da terzino. È ad un livello di serietà e professionalità oltre il normale. Lo dico con un pò di dispiacere, perchè stimo moltissimo Ibrahimovic, ma quello è stato uno scambio fortunato". Si prosegue parlando del padre Angelo: "Cosa mi avrebbe detto? Sarebbe bastata una carezza...

L'argomento, poi, è la Champions: "Devi dare il massimo per arrivare fino in fondo, poi può andare come capita, ma anche in un momento come Barcellona siamo stati bravi a superare tutto, quest'anno. Ma ero sicuro di una cosa, Mourinho aveva capito l'anno scorso a Manchester che non volevo un'eliminazione come quella dell'anno prima, non l'avrei accettata per niente visto quello che mi diceva la gente, ed ero molto arrabbiato. Il portoghese però ha lavorato benissimo ed è stato un anno grandissimo. Com'è il giorno dopo? Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina quando leggevo dei tre titoli pensavo che il Barça l'anno scorso era fantastico con il triplete, e quindi lo siamo anche noi. Non ho ancora ben realizzato, è incredibile, non si fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione. Pensavo stamattina, 'ma sarà vero che è finita?'".

Poi, applaude la squadra: "I ragazzi e Mourinho hanno capito la formula giusto. Questi ragazzi sono rimasti umili: anche il fatto che piangevano ieri sera era simbolo di umiltà, è stata la vittoria del grande sacrificio. Anche il pianto di Mourinho è umiltà, anche se in parte era legato al fatto che andrà via, è segno di grandissima umiltà, come quella di questi giocatori. Il lavoro di Josè? Lui ha dato un esempio costante di serietà e di lavoro. Non si riesce a non stargli dietro, tutti sono attenti. Poi ha insegnato dedizione e sacrificio, ed ha usato l'intelligenza al meglio. Così, anche i giocatori sono stati fieri di essere anche loro veri protagonisti, e ieri sera la vera caratteristica del match è stato di essere noi la squadra con più personalità". L'erede di Mourinho, chi sarà? "Non voglio il burattino di Mourinho, voglio lasciare questo patrimonio ad una persona adeguata, e non sarà facile".

Si parla di Javier Zanetti: "Sono felicissimo per lui, l'immagine della notte è quando si mette la Coppa in testa. E' discreto, mai invadente, merita questa soddisfazione stupenda". Sulla personalità di Wesley Sneijder: "Vivacità eccezionale. Il Real ha sicuramente preso giocatori importanti, ma ha perso un pezzo fantastico. Wesley ha tutto il potenziale per essere un protagonista sempre, ci ha velocizzato il gioco, anche se non gioca rimane quell'impronta che ha dato lui, si è inserito alla grandissima. La prima volta che lo ho incontrato? Da parte di Sneijder stesso c'era il desiderio di far capire al Real che avevano sbagliato a cederlo, poi allenatore e compagni lo hanno accolto al meglio. Lui è serissimo, quindi è riuscito a dare il meglio, ma bravo Branca che me l'aveva segnalato e con Mou l'ha portato qui".

Cambiasso ieri sera, nei festeggiamenti, ha indossato la vecchia maglia del grande Giacinto Facchetti: "L’aveva già messa l’anno scorso o due anni fa quando vincemmo il campionato. E’ una cosa bellissima, ci tiene a Facchetti. Lui l’ha indossata per il coraggio che ha, è un ragazzo fantastico, quel gesto non va dimenticato. Diventerà un grandissimo allenatore". Sul progetto futuro: "Bisognerà stare attenti all'economia, perchè vediamo che il mondo non sprigiona ricchezza, ma anche alla dignità da mantenere per questa squadra". Una persona speciale? "Penso spesso alla mia famiglia. Ma oltre ai giocatori e all'allenatore, cito ancora Branca perchè questi successi sul mercato sono dovuti alla sua attenzione e alla sua conoscenza, lui tiene aperte tante strade e poi sferra l'attacco decisivo per una, quella buona. Stimo tutte le persone che mi stanno intorno, sono molto grato e lo dedico a loro". In conclusione, un accenno a Madrid: "Dopo Milano, è certamente la seconda città nel mio cuore".

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 23 maggio 2010 alle 19:12 / Fonte: FcInterNews.it
Autore: Fabrizio Romano
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