Luciano Spalletti parla in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Barcellona. FcInternews vi riporta le sue parole davanti alla platea dei giornalisti nella sala del Meazza.
Quanta fiducia vi danno gli ultimi risultati per il tipo di gara che dovete fare?
"Abbiamo sempre detto che possiamo giocare contro tutti e siamo ancora quelli. Gli ultimi risultati rafforzano il concetto per cui questa è davvero l'occasione per vedere se possiamo davvero essere alla pari. Il Barcellona è il livello più alto di difficoltà nel calcio".
Cosa ha pensato vedendo Messi tra i convocati?
"Come dimostrano le gare del Barcellona senza di lui, lì c'è comunque una mentalità di massimo sviluppo del gioco che fa la differenza. Chiaro che Messi è la ciliegina. E' la maglietta che chiedono i bambini che sognano di diventare calciatori. E' segno che è il migliore. Tutti i grandi calciatori la toccano due volte la palla. Lui nello stesso tempo la tocca quattro, va al doppio. Però poi è chiaro che è la scuola che hanno dietro che li fa essere tra i più forti al mondo".
Lei ha detto che le raccomandate sul Triplete le rispedisce al mittente, ma si può trarre vantaggio da come quella squadra affrontò il Barcellona?
"Secondo me no. E' sempre lo stesso discorso. Il calcio è sempre uguale, si dice quando si vuol dire qualcosa che accomuni tutto per trovare dei riferimenti. Però poi devi andare negli spogliatoi, preparare degli allenamenti, sviluppare un'idea e il modo di comportarsi deve essere quello. Noi siamo partiti un anno e mezzo fa e stiamo andando nella direzione giusta perché devi metterla in pratica quella cosa. Non è come pigiare un interruttore, è l'abitudine. Il modo di lavorare ha un valore. Vale il ruolo, la professionalità. Anche i palloni sono uguali a prima, tondi come cinquant'anni fa. Però con lo spago massiccio un dito e il cuoio di un centimetro. Ora sono leggerissimi e incollati. Se sei abituato a costruire dal calcio di rinvio è differente. Si hanno dei comportamenti per andarli a prendere e si vuole togliere lo spazio e la scelta dei tempi di costruzione dell'azione. Sennò ti schiacciano, ti fanno ammucchiare in area e quando sei lì provi a ripartire ma ci vogliono giocatori con gamba e resistenza, la qualità in quelle due o tre volte in cui ti presenti alla porta di fare sempre gol. Non è la stessa cosa per me".
Nella sua ultima conferenza lei ha detto che se aveste preparato la gara come il Barcellona (riscaldamento pre gara in soli 10') avreste perso 18-0. Era una critica o un elogio?
"Ma perché una critica? Sono usciti in campo all'ultimo momento, talmente hanno la qualità di condizionarsi da soli che non hanno bisogno di una preparazione di due giorni della partita. Loro sono già a quel livello a cui noi cerchiamo di arrivare da giorni. Non mi permetto di criticare nessuno, assolutamente, per l'educazione che mi hanno dato. Se poi si parla di criticare qualcuno non prendo il Barcellona. Penso che quella sia la strada da seguire, è una cosa che mi piace andare a seguire e vorrei trasferire dentro la nostra squadra come modo di approcciare le partite. Quello significherebbe avere un modo di lavorare più veloce per arrivare ai nostri obiettivi. Il Barcellona è un riferimento di tutti gli allenatori, non solo del calcio ma anche degli altri sport. Complimenti".
Dopo l'andata ha chiesto un atteggiamento diverso, ma cosa dovrà cambiare tatticamente e tecnicamente?
"Noi non siamo riusciti a tenere la palla dopo averla riconquistata, non abbastanza da invertire la tendenza della partita. Dovremo essere più bravi quando la riconquistiamo perché a loro non piace quando la palla ce l'hanno gli avversari e te la vengono a strappare. Per cui i tempi e gli spazi saranno stretti, lì bisognerà avere qualità e personalità. In questa partita sarà difficile trovare spazi ampi per giocare. Per questo non penso sia paragonabile a qualche tempo fa. Ci vorrà qualità nel vedere con la testa dove vuoi andare, prima che con gli occhi".
Nainggolan, che spesso ha giocato da trequartista, può fare l'interno nel 4-3-3 che state utilizzando?
"Intanto va valutato bene come sta. In allenamento avremo un'ulteriore risposta. Lui sa fare anche il mediano. Da lì è partito. Quando lo abbiamo invertito di posizione a Roma con Pjanic è successo il finimondo. Si sono scomodate le penne più appuntite. Poi molte gomme hanno cancellato. Lui però parte da mediano. Non è il trequartista che ti salta tre avversari, la qualità la esibisce con le sue 'vampate' e con quella voglia e forza di saltarti addosso. Ti crea la difficoltà di costruire comodamente".
E' troppo pensare al primo posto del girone? Cosa cambia tra primo e secondo posto?
"Anche volendoci stimolare non dobbiamo essere presuntuosi. La qualificazione la dobbiamo centrare e abbiamo ancora tre partite difficilissime. Al momento del sorteggio abbiamo detto che la quarta fascia l'abbiamo pagata tutta. Essere ora nelle condizioni di poter passare il turno e poter dipendere da noi perché abbiamo fatto dei passi importanti deve essere la cosa fondamentale, che ci dà il massimo dell'attenzione. Saremmo felici di passare anche da secondi".
Il fatto di aver fatto segnare dodici calciatori e avere la miglior difesa d'Europa sono dati che la inorgogliscono?
"Danno più valore ancora a quei quattro punti che ci mancano. C'è la considerazione che il nostro campionato è più di livello. C'è stato un livellamento verso l'alto, non un appiattimento verso il basso. Ci sono squadre costruite in maniera corretta e che renderanno un'alta classifica composta da diverse società. Dobbiamo stare attenti ai confronti perché sono sempre i contesti a fare la differenza. E' una crescita continua, un voler proporre un calcio migliore in proporzione ai punti in classifica".
Senza Messi il Barcellona sta puntando su Rafinha. Si è pentito di non averlo riscattato?
"Non so cosa rispondere perché ho già detto tutto. E' stato uno dei calciatori importanti per farci arrivare a giocare queste partite. Poi siamo arrivati in fondo e c'erano delle scadenze e dei prezzi per cui non potevamo prenderlo in quel momento. Il Barcellona voleva quei soldi, non si poteva fare. Avremmo tenuto anche Cancelo potendo, ma non abbiamo potuto. C'erano dei vincoli, dei paletti da rispettare, che la società ha fatto bene a rispettare. Poi se la vogliamo mettere sul pentirmi o meno è uguale. Faccio questo lavoro da 25 anni. Dalla mia posizione devo fare delle scelte. Rafinha è un grande calciatore e una persona spettacolare. Può diventare un elemento forte in una squadra ma si gioca a pallone anche senza di lui. Conta la squadra che dà risalto all'elemento, mai il contrario. Io lo incontro volentieri e lo riallenerei volentierissimo. Però lui ora gioca nel Barcellona e cercherà di nuovo di farci gol".
La mentalità giusta è cercare di vincere domani o puntare anche a un altro risultato?
"E' una cosa che non si fa. E' la lettura della partita in campo che dice cosa farà la squadra. Quando la palla va verso il portiere bisogna comunque guadagnare campo. Dobbiamo andare a posizionarci guadagnando campo. Se poi lo fai è chiaro che ti rimane spazio alle spalle della linea difensiva. Se non siamo stati bravi a fare questa pressione dobbiamo girarci e riconquistare palla. Dipende sempre dal possesso degli avversari se scappare o restare lì".
Cambierà il vostro atteggiamento se ci sarà o meno Messi?
"E' una preoccupazione per tutti se gioca Messi ma l'atteggiamento non cambia. Bisogna aumentare le letture, l'imprevedibilità, ma noi andiamo a marcare gli spazi, non gli uomini. Viene prima come considerazione la posizione del compagno di squadra che non dell'avversario, anche se è chiaro che con Messi è un'altra cosa. E' uno dei più forti al mondo".
Per il lavoro che state facendo c'è la possibilità che lasci un'impronta come Cruijff o Guardiola?
"Quello è il discorso, andare a lavorare in maniera profonda e portare il messaggio ai componenti di quello che deve essere il calcio che si vuol giocare. Però poi per confrontarsi con queste squadre ci vuole un tempo di esecuzione. Non si può fare in un attimo e ci vogliono degli elementi giusti, degli esecutori con quelle qualità e caratteristiche. E' chiaro che è fondamentale trovarle negli elementi di cui disponi. Un elogio che faccio a calciatori e società è che se si va a vedere quanto tempo ci hanno messo quelle squadre del livello contro cui giochiamo e con cui ora siamo alla pari... Sarri ci aveva lavorato due o tre anni per arrivare a quel livello. Ancelotti lo ha modificato, ma giocano un calcio bellissimo. Noi siamo arrivati a trenta punti. Ora si comincia a ragionare che siamo meglio del Napoli. Secondo me si scavalla nella presunzione. Il Napoli è forte e ha una mentalità così da anni. Noi lo scorso anno abbiamo fatto un bel campionato ma abbiamo perso i nostri connotati in alcune occasioni e questo non deve succedere. Poi puoi perdere ma nello sviluppo trovi sempre la base del lavoro che stai facendo. Noi siamo cresciuti. C'è da rimanere in questo livello di calcio. L'anno scorso siamo partiti forte e poi abbiamo avuto delle difficoltà, il 'vampiro' della Pinetina ci ha risucchiato il sangue a tutti. Ora dobbiamo tenere il livello. Sono tutte cose a cui ti abitui lavorandoci".
Secondo Allegri il Barcellona è favorito per la Champions, l'Inter per lo scudetto. Cosa ne pensa?
"Si tenta di creare più attenzione possibile verso gli altri. E' un giochino che si fa in questa professione. Loro sono più forti di tutti e probabilmente il campionato lo rivinceranno loro se non trovano una squadra che fa cose incredibili. La vittoria del Barcellona in Champions è possibile, anche nel confronto con loro. Il Barça è attrezzato per arrivare prima. La Juve ha delle potenzialità, ma il Barça è fortissimo".
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