Nessuno provi a interpretare questa Inter. Non è possibile. Quando si pensa di averla inquadrata in un'etichetta, eccola sfuggire dalla logica e andare in contropiede contro ogni convinzione. Persino quella del Torino, che all'intervallo forse sperava semplicemente di limitare i danni, non certo di portare a casa un punto. Eppure, che sia nuova o vecchia, che abbia tanti fantasisti o il minimo sindacale, che giochi a tre dietro o a cinque, l'Inter è sempre fonte di imprevedibilità. Lavoro in più da svolgere per Luciano Spalletti, che è alle prese con un gruppo ancora da forgiare, da puntellare, da preparare sotto tutti i punti di vista. La strada è lunga, ma iniziare con un punto in due gare non è certo un'iniezione di fiducia.
IL SOLE BELGA - E poi, inutile fingere non sia così, tutto gira intorno a lui: Radja Nainggolan. Questa squadra prescinde dal belga, è lui il sole intorno a cui dovrebbero girare gli altri pianeti, almeno nella testa dell'allenatore. E finché non ricomincia a splendere, sarà difficile trascorrere serate tranquille. Ieri sera era seduto in panchina, si sperava di vederlo in campo, a maggior ragione nel momento più complicato per un centrocampo che non ne aveva più. Ma non era il momento di forzare, di chiedergli più di quanto avrebbe potuto dare, anche a costo di veder scivolare via tre punti a cui si era già fatta la bocca. Adesso però le giustificazioni cominciano a esaurirsi: con il rientro del Ninja, ognuno dovrà dare tutto per 90 minuti.
DIETRO L'ANGOLO - Già, perché come a Reggio Emilia, quando la squadra ha iniziato a giocare solo nel secondo tempo (seppur con risultati modesti), anche contro il Torino la benzina dell'Inter dura appena 45 minuti. I primi, stavolta, perché francamente nella ripresa i nerazzurri si sono ricordati che c'era ancora una partita solo dopo aver metabolizzato la seconda sberla. Il DNA è folle, non è un mistero, ma dopo un comodo 2-0 contro un avversario mediocre, neanche Sigmund Freud avrebbe potuto prevedere un crollo psicofisico del genere. Anzi, probabilmente avrebbe raddoppiato la puntata sulla vittoria dei padroni di casa. Invece no, il delirio è dietro l'angolo e, quanto meno, ha il merito di trattenere la gente al proprio posto fino al fischio finale. Peccato che nella classifica ci sia poco di così elettrizzante, almeno in questo momento.
L'IMPREVEDIBILE - Non capita certo tutti i giorni che la frangia più calorosa di una tifoseria renda pubblicamente omaggio all'opera top di una dirigenza che, spiace dirlo, non porta a casa un trofeo da 7 anni e solo nel maggio scorso, last minute, ha raggiunto un piazzamento Champions che di certo non va in bacheca. Eppure il rapporto tra Curva Nord e club non poteva iniziare meglio, nonostante la sconfitta contro il Sassuolo. Alla prima in casa, ecco fare capolino lo striscione che non ti aspetti: "Società: promesse mantenute, richieste tutte rispettate. Mister e giocatori: no scuse, no parole. Testa bassa e vincere!". E pensare che qualche tifoso interista se l'è persino presa con i dirigenti per non aver portato Luka Modric a Milano. A proposito, Modric chi?
RICOMINCIO DA TRE - Spalletti l'aveva anticipato a più riprese: in questa stagione avrebbe impiegato anche la difesa a tre dall'inizio. E quale miglior occasione che sfornarla al cospetto di uno dei maestri dell'arte di opporsi col tridente? È anche scritto nelle enciclopedie, infatti, che Walter Mazzarri da San Vincenzo conosca questo sistema meglio delle sue stesse tasche. Nella fattispecie, prendere quindi nota per le prossime occasioni, il tecnico di Certaldo allarga a sinistra Milan Skriniar, preferendogli Stefan de Vrij in mezzo. Evidentemente tra i due colossi è lo slovacco ad avere lo sprint migliore. Chi invece non ha problemi è Danilo D'Ambrosio. Prendere ancora nota: con la difesa a tre lui sarà sempre l'unico certo del posto.
L'OLANDESE VOLANTE - La scorsa stagione è stato il difensore più prolifico del campionato con i suoi 6 gol, quasi tutti di testa e, tendenzialmente, da palla inattiva. Anche con l'Inter, Stefan de Vrij ha dimostrato che un'annata del genere non può essere un caso. A Reggio Emilia è stato Andrea Consigli, nel finale, a negargli la gioia della rete. Ma ieri sera Salvatore Sirigu non ha potuto nulla sulla deviazione dell'olandese volante. La sensazione è che quest'anno su ogni pallone messo in mezzo, tra De Vrij e Milan Skriniar, ci sarà da divertirsi. Anche se ieri il finale di partita non è stato così divertente.
VIDEO - PRIMA IL DOPPIO URLO, POI LA DELUSIONE: INTER-TORINO VISTA DA TRAMONTANA
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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