La seconda ondata Covid-19 picchia duro sul sistema calcio italiano, alla disperata ricerca di un'ancora di salvezza che può essere lanciata dalla Figc o dal Governo. Da una parte, è stata avanzata la richiesta alla Federcalcio di rinviare di due mesi il pagamento delle ultime mensilità del 2020, fissato per il 16 febbraio; dall'altra, l’obiettivo è aprire un canale con la politica per chiedere di rimandare ulteriormente il versamento di una parte del lordo, imposte e contributi previdenziali, che rappresentano il 50% dell’ingaggio.
In mezzo l'Associazione italiana calciatori, capitanata da Umberto Calcagno, la cui posizione sul tema è stata spiegata ai microfoni del Corriere della Sera: "La richiesta di posticipare il “lordo” è stata ottenuta da altri settori industriali, è un ragionamento di sistema e ben venga. Se invece dobbiamo ripartire da dove ci eravamo lasciati, dai tagli agli stipendi non va - sottolinea il presidente Aic -. Abbiamo concluso le rinegoziazioni a settembre e a oggi il 50% delle società paga con puntualità. Il calcio italiano deve fare riforme per risolvere i suoi problemi strutturali, che la crescita non fosse sostenibile si sapeva da prima del Covid: vanno redistribuite le risorse verso il basso come in Inghilterra e Germania, è il punto di partenza in un momento di difficoltà". 

Sezione: News / Data: Sab 09 gennaio 2021 alle 05:30
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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