Ever Banega è il simbolo dei primi 6 mesi stagionali dell'Inter: una squadra dal talento e dal potenziale, ancora inespresso, che soltanto a sprazzi fa vedere di cosa è capace per poi ricadere in lunghi letarghi che costano punti in classifica, sfiducia e figuracce. Ever Banega è il volto di questa squadra bipolare: in campo nello 0-2 interno contro l'Hapoel Beer Sheva, presente in occasione del 3-0 contro la Lazio, risultato svezzato proprio da un suo gol, e che gol. Arrivato a parametro zero con gli allori del "colpaccio", ha fatto vedere di avere dei colpi da diez, ma solo quando le cose girano bene. Peccato, infatti, che fin qui non abbia dimostrato di avere la personalità di uno che prende la squadra per mano e faccia in modo che le cose girino bene alla sua maniera. I primi 6 mesi dell'argentino sono quelli di un calciatore che si adagia, il più delle volte, sui ritmi degli altri, e considerando quanto potrebbe fare lì in mezzo al campo, è un gran peccato. In Serie A ha collezionato 15 presenze, due da subentrante, per un totale di 1011 minuti, condite da due gol (contro le romane), 3 assist e un'espulsione (contro la Juventus). In Europa League, invece, 4 presenze per un totale di 295 minuti.
Sebbene contro la Lazio lo abbia eseguito in modo eccellente, il tiro da fuori non è annoverato tra i cavalli di battaglia del rosarino. I pregevole destro di cui dispone lo usa per altro: modulare il ritmo di gioco quando riesce ad entrare in partita e fornire assist. Il numero 19, in Serie A, ha tirato in porta 31 volte (2 a partita circa), 24 da fuori e 7 dall'area di rigore; soltanto 5 volte in Europa League, ma solo da fuori.
Banega è un calciatore capace di creare superiorità numerica anche con un dribbling, ma non di quelli derivanti da giochi di prestigio, no. Banega prende il tempo all'avversario, muove il corpo e sposta il pallone: 45 dribbling tentati quest'anno (quasi 2,5 a partita), 33 andati a buon fine, praticamente più di 2/3, e soltanto 12 falliti. Nelle 19 gare complessive, Banega ha effettuato 986 passaggi, poco più di 50 a partita. Troppo pochi considerando che il servizio al compagno è lo strumento che fin dagli albori della sua carriera ha utilizzato per prendersi la scena e diventare un campione di caratura internazionale nel suo ruolo: l'assistman.
Sono numeri nella media per un calciatore normale, un gregario della trequarti che segna di tanto in tanto e con la stessa cadenza regala assist, ma che non possono bastare se si parla della mezzala dell'albiceleste e di uno dei calciatori più talentuosi e decisivi a livello internazionale.
Con lui in campo l'Inter ha vinto 8 partite su 15, e l'ex Siviglia ha partecipato attivamente (tra gol e assist) a più di 1/5 dei gol dei nerazzurri in campionato. Tra le difficoltà iniziali, alcune delle quali si protraggono tuttora, sono causate dalla collocazione tattica di un calciatore che, squisitamente anarchico com'è, dentro la tattica non bisognerebbe rinchiuderlo. Ma la soluzione, forse, Pioli, la sta trovando: contro la Lazio, più che un ruolo, il mister ha imposto un'interpretazione della partita ed una collocazione più o meno definita: centrocampista insieme a Kondogbia e Brozovic, col francese poco più bloccato dietro e le due mezzali a ronzargli intorno per sfiancare la retroguardia dell'avversario. Unica imposizione: tecnica utilizzata ad alta intensità e velocità. Banega è entrato in partita ed ha trovato il gol, ma anche la standing ovation al momento della sostituzione.
Che sia la strada giusta? Forse, per dirlo, è ancora presto. Ciò che resta al momento è la stagione agrodolce, come confermano anche i numeri forniti da whoscored, di un potenziale craque del campionato e dell'Inter del presente e del futuro.

Sezione: News / Data: Gio 29 dicembre 2016 alle 23:05
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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