"Il loggione da incasso record del Meazza meritava ben altra qualità. Tra la prestazione della Juve contro la Lazio e il derby meneghino non sono passate 24 ore, ma un’era geologica quanto a tecnica individuale, intensità agonistica e organizzazione di gioco". Luigi Garlando, sulla Gazzetta dello Sport, non va per il sottile e si accoda a chi ha visto un derby poverissimo dal punto di vista tecnico. "Senza voler offendere nessuno, chiedete a un pallone come si sente quando circola tra i piedi di Marchisio, Pirlo, Pogba e tra quelli di Essien, Muntari e Obi. Obi è stato il protagonista a sorpresa a San Siro, Pogba lo è stato all’Olimpico romano senza nessuna sorpresa. Saremmo impietosi a misurare il divario tra i due ragazzi, ma aiuta a rendere l’idea della distanza che separa oggi le milanesi dal vertice del campionato. Provate a immaginarvi come si sarebbe comportato Tevez, solo davanti Diego Lopez, con quella palla divorata da Icardi. Aspettavamo Torres, Icardi, Kovavic...: hanno deluso tutti. Notte senza stelle. Ha risposto solo il piccolo Obi. In un piccolo derby". 

Più in generale, Garlando spiega: "Con il materiale a disposizione Inzaghi ha fatto e sta facendo il massimo. Non poteva permettersi altro atteggiamento. Aveva un centrale come Rami riadattato terzino e una squadra menomata dalla assenze, eppure, al di là degli errori individuali (Zapata sul gol), ha dato alla truppa una buona organizzazione e soprattutto uno spirito di squadra che, nell’emergenza, fa la differenza. Mancini invece i gol li segnava di tacco. E infatti anche in panca ama stupire. Ieri non tutti hanno capito Palacio e Kovacic così larghi e lontani dalla porta: gente che dovrebbe sempre avere a tiro il portiere. Qualcuno ha ripensato al Pirlo nerazzurro di Lippi esterno contro l’Helsinborg. Forse è stato un modo per segnalare a ET la fame di esterni offensivi, essenziali per il suo gioco. Il Mancio ha appena cominciato a guarire una squadra ammalata di difesa a tre e di complessi di inferiorità. Per mesi si è sentita ripetere che lo Stjarnan fa paura e che Sau merita le attenzioni di CR7. Nello spirito e nel gioco, Mancini ha già portato cose buone. Ma ci vorrà tempo. Il derby ha detto che Milano è ancora lontana dalla luna. Ma gli allenatori sono quelli giusti per arrivarci, prima o poi". 

 

 

 

Sezione: News / Data: Lun 24 novembre 2014 alle 14:50 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print