La Milano calcistica è a caccia di 700 milioni di euro. Questa la cifra - divisa in circa 350 milioni a testa - che Inter e Milan ricercano nei mercati finanziari con l'intento di rimborsare un debito in scadenza con uno di più lunga durata, cercando nel contempo di sfruttare questa fase di bassi tassi di interesse. Le situazioni dei due club, per certi versi simili, vanno però distinte per la presenza di sostanziali differenze. 

Il giornalista de Il Sole 24 Ore ed esperto in materia finanziaria applicata al calcio, Marco Bellinazzo, ne ha spiegato i punti sostanziali in un lungo articolo su Goal.com: "La ricerca di nuovi investitori nasce da condizioni diverse - si legge -. L’Inter ha scelto di rivolgersi a banche e finanziatori istituzionali sfruttando il volano di un rendimento sportivo e di un appeal in forte crescita. Il Milan invece è obbligato a trovare un altro finanziatore per non essere espropriato dal fondo Elliott. C’è da aggiungere tuttavia che l’esposizione debitoria più elevata, in questo momento, è proprio dei nerazzurri, frutto delle strategie di Suning". 

Bellinazzo analizza così la situazione in casa rossonera: "Per quanto concerne il Milan, l’hedge fund di Paul Singer ha prestato a Li Yonghong i soldi necessari al closing. Nel dettaglio ha versato 180 milioni alla controllante con sede in Lussemburgo Rossoneri Lux (a un tasso dell’11,5%) e 123 milioni al Milan (al 7,7%). A Elliott, entro ottobre 2018, vanno perciò restituite queste somme, più interessi e arrangement fee, per un totale di oltre 350 milioni. In caso di mancato pagamento, la controllante Rossoneri Lux con tutti gli asset rossoneri posti al suo interno (brand, contratti commerciali e diritti tv) finirà direttamente nella mani di Elliot grazie alla più snella legislazione lussemburghese, senza dover passare attraverso le laboriose  procedure esecutive italiane. L’ad del Milan Marco Fassone per questo motivo ha firmato un accordo con BGB Weston, advisor londinese per la ricerca di una banca o un altro fondo che sia disposto a ristrutturare il debito rossonero (ci sarebbe già un soggetto interessato, Highbridge Capital Management, banca d’affari americana). I dubbi sulla consistenza del patrimoniale di Li Yonghong e l’atteggiamento negativo della Uefa sul voluntary agreement non agevolano il lavoro dell’advisor. Tuttavia, potendo contare sull’ipoteca del club e dei suoi asset principali, non dovrebbe essere proibitivo individuare un nuovo partner. Il Milan, infatti, non si trova sepolto sotto una montagna di debiti. Come previsto in concomitanza con il closing del 13 aprile 2017 gran parte dell’indebitamento finanziario del club (pari a 182 milioni totali al 31 dicembre 2016) è stato ristrutturato attraverso l’emissione di due prestiti obbligazionari per oltre 120 milioni emessi sulla Borsa di Vienna e collocati presso l’investitore Project Redblack riconducibile ai fondi Elliott e Blue Skye.  Dunque, il Milan ha un indebitamento molto più contenuto rispetto all’Inter, ma è penalizzato da prospettive di recupero rese più incerte dalla situazione proprietaria. 

Diversa la posizione dell'Inter, in una situazione opposta rispetto ai cugini rossoneri: indebitamento più alto, ma con una situazione societaria che ispira maggiore fiducia in vista del futuro: "Nei prossimi giorni la dirigenza nerazzurra effettuerà un road-show in Europa tra Londra, Parigi, Milano, Francoforte e Amsterdam presso investitori istituzionali per chiedere di sottoscrivere un bond da 300 milioni e di provvedere a un prestito cash di altri 50 milioni - continua a spiegare Bellinazzo -. Soldi che saranno utilizzati per sostituire come finanziatore Goldman e per far fronte ai bisogni aziendali. Quando Erick Thohir è diventato proprietario si era obbligato a liberare Massimo Moratti e ha saldato i debiti dell’epoca grazie a un prestito da 230 milioni concesso da Goldman Sachs e da altri fondi a garanzia del quale sono stati posti contratti tv e commerciali, oltre che il marchio. I pagamenti già effettuati hanno ridotto questo debito a  208 milioni. La scadenza finale è posta al 1° luglio 2019. Ora l’Inter chiede al mercato 350 milioni per estinguere questo debito con una scadenza allungata al 2022 e cercando di ottenere il nuovo prestito a una tasso inferiore al vecchio (tasso variabile pari all’Euribor a 3 mesi oltre uno spread del 5,5%). C’è da dire però che l’indebitamento dell’Inter è in continua espansione per la politica di Suning di non fare aumenti di capitale fino a quando Thohir non cederà il suo 30%. Ad oggi i cinesi hanno prestato al club 298 milioni (con interessi variabili tra il 7,7% e il 6,5%), che aggiunti a quelli che verranno ristrutturati con il nuovo bond fanno 600 milioni di esposizione finanziaria. Il Financial fair play in realtà incentiva la strada dell’apporto di capitale proprio anziché quella dei prestiti fruttiferi. Anche perché questi ultimi generano oneri che pesano sul conto economico.  Al 30 giugno 2017 nel bilancio nerazzurro ci sono spese per interessi per oltre 32 milioni legati al pagamento delle rate del “mutuo” concesso da Goldman Sachs e ai prestiti della stessa Suning".

 

Sezione: News / Data: Mar 12 dicembre 2017 alle 14:46 / Fonte: Goal.com
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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