Quella di Geoffrey Kondogbia per il Valencia è una passione che nasce da ragazzino, anche se circoscritta all'interno di una grande passione per il calcio. Questo, almeno, è quanto afferma il centrocampista francese ai microfoni di El Desmarque: "Quando ero bambino guardavo tutte le squadre e avevo le maglie di molte di esse. Compresa quella del Valencia. Io seguivo tutte le squadre, quelle che arrivavano in alto mi piacevano particolarmente. Quindi mi piacevano molte squadre. Avevo la maglia del Valencia, però non posso dire che ero un fan. Avevo anche altre maglie, quella del Ché faceva parte della mia collezione. Ammiravo Pablo Aimar, Ruben Baraja, ma anche Ronaldo, Zinedine Zidane e Ronaldinho; giocatori che ti facevano sognare". 

Valencia che rappresenta l'oggi del francese, un presente che lo sta vedendo in grande rilancio dopo le due annate poco brillanti all'Inter: "La chiave di tutto? Penso sia la squadra, che mi aiuta a mantenere un buon rendimento in campo. Ma anche il lavoro e la fiducia. Oggi ho più fiducia in me stesso e c'è un bel gruppo. Tutti cerchiamo di darci una mano l'un l'altro e queste piccole cose hanno fatto sì che alla fine sia riuscito a segnare tre gol. Quanti ne farò alla fine? Non mi pongo un obiettivo preciso, la cosa più importante è il collettivo e vincere il maggior numero di partite possibili. Se poi arrivano altri gol bene, sarà un valore aggiunto; ma non è una priorità". Ma è davvero questo il momento migliore della sua carriera? "Difficile dirlo. In alcuni aspetti sì, in altri no. A livello di gioco, ci sono alcuni aspetti dove mi trovo nel miglior momento, in altri invece sto facendo meno bene che negli anni scorsi. Se guardiamo solo le statistiche senza fermarsi sul contenuto, però, direi di sì. Devo migliorare soprattutto nella lettura del gioco, ci sono momenti in cui la squadra deve riprendere fiato e altri in cui necessita di attaccare. Credo che questa lettura mi manchi". 

L'obiettivo dichiarato è essere presente ai prossimi Mondiali con la Francia, anche se "la concorrenza è importante. La Francia ha una Nazionale completa. C'è molta competizione, ma io sono francese e l'obiettivo è essere presente a questo torneo. Cercherò di essere il più regolare possibile, poi non sta a me decidere. Cosa direi a Didier Deschamps? Il messaggio lo devo mandare sul campo di gioco, non con le parole. Non ho nulla da dirgli, l'unico messaggio da mandargli è il mio rendimento sul campo".

 

Sezione: News / Data: Gio 23 novembre 2017 alle 12:20
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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