Raggiunto dai microfoni di Fiorentina.it, Paolo Panerai, Consigliere di Amministrazione viola, ribadisce le sue accuse contro l'Inter, coinvolgendo lo stesso club gigliato nei suoi interventi: "Io mi permetto di dire qualsiasi cosa. Come hanno fatto di recente il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport sulla catena di controllo dell’Inter. Mi posso permettere di fare qualsiasi commento, visto anche il mestiere che faccio, e l’ho fatto a titolo personale anche se credo sia condiviso perché rientra nella filosofia della società. In quanto alla vicenda di Salah, ricordo che se l’Inter non ha niente a che vedere siamo contenti. Se invece ha un accordo col giocatore, come i giornali scrivono, e lo ha contattato prima che fosse fuori dal suo contratto con la Fiorentina, non rispettando l’articolo 38, non sarebbe una novità perché lo stesso atteggiamento, anche se con uno stile diverso, lo ebbe nella trattativa con Luca Toni. Nella quale la società Fiorentina alla fine fece rispettare gli accordi a Luca Toni, avendo anche dichiarato che era stato contattato dall’Inter nonostante fosse sotto contratto con la Fiorentina".
In uno dei suoi tweet lei ha scritto che ormai nel calcio italiano le regole vengono seguite da pochi e che quindi sarebbe necessario un intervento del presidente del Coni Malagò, perché prenda decisioni esemplari:
"Le firme nel calcio, soprattutto ad altissimi livelli, hanno valore zero. Come anche i regolamenti. Su questa vicenda di trattative di giocatori di andare fuori i termini, come successe per Ljajic dove intervenni anche in quella occasione, nei confronti in quell’occasione di un amico come Adriano Galliani, il quale poi si comportò in maniera tale da non prendere il calciatore. Alla fine Ljajic andò alla Roma. Anche in quell’occasione ci fu una zona grigia, dovuta ai procuratori, ai parenti, nel caso specifico fu contattato il padre, che furono contattati. Ma il regolamento parla chiaro: per le persone sotto contratto ti devi rivolgere alle società proprietarie. Come ha fatto la Fiorentina col Basilea per Paulo Sousa, prima ha chiesto il permesso e poi ha parlato con l’allenatore. Poi una volta che Paulo Sousa si è chiarito con la società svizzera è stato possibile chiudere la trattativa. Comunque, ci possono essere diecimila ragionamenti di ogni tipo ma resta il fatto che l’impegno della Fiorentina nel far rispettare e dare valori alle firme che si mettono ai contratti e rispetto dei regolamenti è una costante. L’impegno che abbiamo, al di la delle posizioni in classifica, delle vittorie e delle sconfitte e sempre e sarà questo".
I Della Valle sono da 13 anni nel mondo del calcio e visto che questo non è mai cambiato, che a rispettare regole e essere corretti sono sempre meno club e persone non è che prima o poi potrebbero prendere decisioni drastiche, come quella di lasciare il mondo del calcio e quindi la Fiorentina?
"Non è un tema sul quale io posso rispondere. Sicuramente il calcio non è un ambiente che è lontano in qualche maniera non solo ai Della Valle ma a tutte quelle che sono persone perbene. Ormai da tutte le vicende denunciate, ultima quella della Fifa, c’è bisogno di una pulizia generale. Il caposaldo potrebbe essere proprio quello che quando uno firma un contratto, firma un contratto e lo rispetta. Altrimenti ne paga le conseguenze".
Visto quanto accaduto ultimamente col caso Montella, adesso col caso Salah, cosa si potrebbe dire ai tifosi, proprio alla vigilia dell’inizio della nuova stagione:
"Per questo ci sono le persone che possono parlare a proposito. Sicuro è che volendo rispettare i regolamenti come facciamo, in un mondo di furbi, più che furbi, e non voglio aggiungere un termine più preciso, si ha difficoltà a operare. Però non credo che la morale che seguiamo possa essere messa in discussione da questo. Ci saranno sempre situazioni più precise e più specifiche. Dall’introduzione del Fair Play in campo e la Lega Calcio, proprio con l’intervento proprio dell’Inter, impedì che fosse eseguito in tutte le partite di campionato. Stessa cosa fu detto dall’Inter, da una bellissima signora come Bedy Moratti la quale sottolineò che non era giusto farlo. Noi lo facemmo proprio perché sapevamo che la Lega non era d’accordo. Noi lo estendemmo alla Europa League e poi Champions League perché Platini fu d’accordo. Io personalmente lo chiesi. Quando a Firenze perdemmo contro il Bayern Monaco i calciatori aspettarono mezz’ora per salutare i vincitori e dare loro mano. Purtroppo adesso non lo fa più nessuno, come nessun da più la mano all’arbitro. Sono cose che andrebbero riproposte per far capire alla gente i reali valori del calcio e dello sport".
Infine, secondo lei Dott. Panerai il 13 luglio Mohamed Salah sarà a Moena oppure no?
"Questo non lo posso dire, perché uno può anche rifiutare e pagare le conseguenze. E’ difficile poter ipotizzare cosa potrà accadere".
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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