Argentino di nascita, ma italiano d'adozione, per Ezequiel Schelotto, dopo le esperienze con Cesena, Catania, Atalanta, Inter, Chievo, l'Italia è infatti la sua seconda casa come racconta nell'intervista rilasciata a Calciomercato.com durante la quale racconta la sua vita calcistica, partendo dal Banfield, dove si è guadagnato l'appellativa di El Galgo. "Vvuol dire levriero. È un soprannome che mi hanno dato da bambino quando ero nelle giovanili del Banfield. Mi hanno chiamato così perché corro senza fermarmi mai, ho la gamba lunga e molta potenza fisica". Oggi svincolato, l'argentino vive un momento "strano" come ammette. "Sono sempre stato abituato ad allenarmi e giocare a calcio, a vivere più sul campo che a casa. Mi sento tranquillo e sereno, anche se un po' dispiaciuto per non poter giocare. Sono tre mesi che mi alleno tutti i giorni, sono andato a correre anche il giorno di Natale. Ho 31 anni e voglio giocare ancora per tanto tempo, aspetto la mia opportunità e intanto mi tengo in forma".

A Catania ha fatto parte di una squadra tutta argentina allenata da Cholo Simeone.
"Eravamo 15 argentini tra calciatori e staff. Era il primo anno del Cholo in una panchina europea, era identico a come lo vedete oggi. Una persona che vuole sempre vincere, che trasmette un'energia pazzesca per dare sempre il massimo fino all'ultimo secondo. Basta capire dov'è il suo Atletico Madrid per capire di che livello è. Un allenatore che migliora sempre di più, lo stimo molto e sono contento per quello che sta facendo. La mia esperienza con lui è stata molto breve, è durata solo sei mesi perché poi l'Atalanta mi ha voluto a tutti i costi".

Ci racconta il suo trasferimento dall'Atalanta all'Inter?
"L'opportunità di giocare in una big è un treno che non passa spesso. Arrivavo dall'Atalanta e da una situazione difficile a livello personale, a Bergamo c'erano molte voci su di me ma io non ho mai voluto rispondere. Mi piace sempre farlo sul campo. Per la situazione che si è creata ho voluto cambiare aria, e appena c'è stata l'opportunità dell'Inter non me la sono fatta sfuggire. Sono arrivato in uno spogliatoio pieno di campioni, in panchina c'era Stramaccioni e al primo derby ho fatto subito gol".

Che emozione è stata?
"Indimenticabile. E' stata talmente forte che mi sono tatuato la data di quel gol. Quasi non ci credevo di aver segnato. Quel gol mi ha aiutato a voltare pagina e uscire da una situazione complicata: è stato come una liberazione. Per la prima volta allo stadio c'erano tutti e sei i miei fratelli, i miei genitori, la mia futura moglie e i miei nipotini: 16 Schelotto sulle tribune di San Siro. Dopo il gol ho pensato subito a tutti i sacrifici fatti dai miei genitori, quel gol è stato anche un regalo per loro. Ringrazio Moratti che mi ha aiutato aprendomi le porte del suo club".

Poi è finito ai margini della rosa.
"Purtroppo sono cose che succedono. Dopo qualche mese dal mio arrivo la società è stata venduta, ci sono stati tanti cambiamenti tra cui anche l'arrivo di un nuovo allenatore. Io avevo ancora quattro anni di contratto e a 23 anni avrei voluto ancora qualche occasione che purtroppo non mi è stata data. Ma va bene così, la vita va avanti e non ho nessun rimpianto".

Quasi dieci anni di carriera in Italia, quanto le manca la Serie A? 
"L'Italia mi manca molto. E' un Paese dove, quando mi ritirerò tra 10 anni, voglio andare a vivere con la mia famiglia. Guardo spesso la Serie A, lì ho molti amici con i quali ancora mi sento. Mi piacerebbe tornare nel campionato italiano, ho passato anni bellissimi e tutte le squadre dove sono stato si ricordano ancora di me. Oggi voglio ancora un ruolo da protagonista, perché so che posso diventarlo".

L’uruguaiano del Cagliari Nandez tempo fa ha risposto a una sua storia su Instagram scrivendo “ti aspettiamo”.
"Ero convinto di andare a giocare a Cagliari, mi aspettavano tutti. Ero in viaggio per firmare il contratto, poi non so cosa sia successo. Mi sono fidato di persone che non mi hanno detto tutta la verità. Ho saputo cose che mi hanno fatto male. Per questo ho voluto cambiare agenti, e sono gestito dall'agenzia Stellar Group, dove ci sono persone che mettono l'aspetto umano davanti a quello sportivo. Ed è quello che cercavo io".
 

Sezione: Focus / Data: Ven 01 gennaio 2021 alle 15:40
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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