Il mondo del calcio si stringe attorno a Gigi Simoni e alla sua famiglia nel momento più difficile. Il mister-gentiluomo è sempre ricoverato in terapia intensiva al policlinico di Cisanello a Pisa per il grave malore accusato nella sua abitazione sul viale D’Annunzio: le sue condizioni vengono definite stabili dai medici, ma restano molto critiche. La prognosi è riservata. Al suo capezzale - si legge sul Corriere dello Sport - la moglie Monica Fontani e il figlio Leonardo, poco più che ventenne e studente di Economia all’università di Pisa. Insieme a loro i parenti più stretti.

"Forza mister, vinci anche questa partita" è il tenore del messaggio inviato da Matteo Anconetani, a nome della sua famiglia. A Simoni ha rivolto ieri un pensiero anche Ghirelli, presidente di Leg Pro, «un professionista che ha messo sempre il cuore nel calcio, un maestro di valore e valori a cui dire grazie». Ma come questo ne sono arrivati tanti altri, a cominciare dal mondo nerazzurro e da parte di quei giocatori che Gigi Simoni aveva guidato alla conquista della Coppa Uefa del 1998 («ti voglio bene Mister», ha twittato Ze Elias) e al secondo posto in campionato in quella stessa stagione. Fu premiato con la panchina d’oro, il riconoscimento assegnato ogni anno al miglior allenatore italiano, ma non fu sufficiente per mitigare l’amarezza per l’ingiustizia subita nella sfida decisiva per lo scudetto contro la Juventus: una ferita mai rimarginata. Con i colori nerazzurri di Milano è rimasto un legame forte, indissolubile, che neppure il passare del tempo ha scalfito soprattutto con il presidente Massimo Moratti al quale il tecnico di Crevalcore aveva regalato il primo trofeo internazionale prima dell’avvento di Mourinho.

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 24 giugno 2019 alle 08:55
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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