Intervistato dal Corriere dello Sport, Angelo Domenghini racconta del trasferimento non senza polemiche dall'Inter al Cagliari.

Domenghini, cosa significa Cagliari per lei? 
"Un pezzo prezioso della mia vita. Un mare bellissimo visto dall’oblò dell’aereo, mentre sto atterrando e penso che io una cosa così non l’ho mai vista. La mia casa a Liscia di Vacca, davanti al mare. L’unico vero affare della mia vita, tremila metri quadri di terreno, comprati e divisi con un amico medico. Quelli del Cagliari avevano organizzato una grande festa, ma il Coronavirus ha fatto saltare tutto. Lo sai che sono residente ad Arzachena? Potrei tornarci subito, ma quando li riaprono gli aeroporti?". 
 
Bisogna aspettare ancora un po’. Come ci arrivò a Cagliari? 
"Nel 1969, dopo cinque anni di Inter in cui avevano vinto tutto, due scudetti, la Coppa dei Campioni, due Intercontinentali. Ma all’Inter Herrera mi considerava sempre l’ultima ruota del carro. Ha cambiato il modo di allenarsi, l’ha rivoluzionato; ma a me non parlava, mi ha fatto fuori senza dirmi niente". 
 
Cosa ricorda dell’anno dello scudetto? 
"Che dovevamo vincerne almeno un paio". 
 
Lo crede davvero? 
"Te lo dico: se ci tenevano a giocare all’Amsicora avremmo vinto ancora. Era impossibile batterci, c’era un’atmosfera magica, che incuteva paura agli avversari. Abbiamo vinto uno scudetto in 13-14 giocatori, non di più. Eravamo una grande squadra. Riva, Albertosi, Nenè, Brugnera, Tomasini, Greatti, ma lo sai che Greatti era un fenomeno? E’ stato dimenticato, ma faceva la differenza. Parlava poco, ma parlava con i fatti. E prima di Riva l’idolo di Cagliari era lui. E poi c’era il sottoscritto". 
  
Le piace questo calcio? 
"Ma no, è solo business, girano troppi soldi. Mi piace solo la nazionale di Mancini, perché lui è bravo e sta tirando su una generazione di ragazzi nati per giocare a calcio. Verratti, Sensi, Barella, Castrovilli: il futuro sono loro". 

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 30 maggio 2020 alle 12:15 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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