Nonostante sia scoppiata all'improvviso la "rogna" Cuadrado - una sorta di Asamoah 2.0 visto il (non) rendimento del colombiano - gli emissari nerazzurri non si sono certo recati a Nyon per imbastire chissà quali trattative di calciomercato. E qui apro subito una piccola parentesi. Da quanto si è dedotto, il vicepresidente Zanetti era l'unico rappresentante ufficiale nerazzurro in Svizzera e, curiosamente, gli è toccata la stessa sorte di quella volta di Thuram a San Siro nell'ottobre 2020: battibeccare con gli addetti alla sicurezza. Singolare il fatto che la seccatura sia capitata prima ad un nerazzurro che non era ancora tale (3 anni fa Marcus militava nel Borussia) ed ora a Javier che interista, invece, non è lo più: ma solo in campo. Ecco allora che quando lo stesso siparietto toccherà eventualmente ad un nerazzurro ancora in organico - oltre a realizzare un Triplete nell'anomala statistica - si potrà avere pure la certezza che i nerazzurri schifino proprio il modus "parlandi" del Marchese del Grillo... A differenza dell'abituale spocchia non lesinata da altri noti personaggi. Insomma, pare proprio che i nerazzurri - o magari coloro che sono in predicato di diventarlo - abbiano il "brutto vizio", se non il buon senso, di rispettare il lavoro altrui: specie quando sanno di essere in torto marcio. Quella volta di Thuram a San Siro - per dire - il francese era proprio sprovvisto dei documenti...
Ma tornando finalmente a Nyon, mi piace dunque pensare che vi si sia concluso lo stesso un buon affare di mercato, comprando idealmente una semplice consonante. Giusto quella che serviva - in un mero gioco di parole - per sostituire alla "s" di sorSeggio la "t" di sorTeggio. Perché se è vero, come è vero, che la degustazione di un ottimo espresso al bar è il concorso delle famose 5 "M" (Miscela, Macinatura, Macchina del caffè, Manutenzione della stessa e Mano del barista), nessuno potrà ora dubitare del fatto che la bontà del sorSeggio nerazzurro - che a Nyon "declinava" per forza nel sorTeggio degli ottavi di CL - sia stavolta ascrivibile al mancato abbinamento dei nerazzurri con una qualsiasi delle 3 temutissime "M". Laddove quella lettera è da ricondursi alla comune iniziale di altrettante città europee: quella di Manchester (nel senso del City), di Monaco (nell'accezione tedesca del Bayern) e di Madrid (nella versione del Real). L'immancabile bartender di fede biancorossonera - incapace di farsi i mesti affaracci suoi ed abile, magari, nel preparare costosi cocktail o intrugli affini... - potrebbe, però, saltar fuori per dire la sua boiata. Giusto per eccepire che, in realtà, le "M" sarebbero financo 4 o, meglio, 3+1 visto che anche l'Atletico appartiene alla stessa capitale madrilena del Real. Eppoi, mica ci si metterebbe a discutere di lettere - ma soprattutto di numeri - con gente "castrata chimicamente" di 2 scudetti truffaldini, pur continuando ad esibirli in totale impunità, o con altri soggetti che hanno invece nascosto nel sottoscala della sede di via Aldo Rossi la Mitropa Cup vinta nella stagione 1981-82. Salvo ora, di fatto, rigiocarvici: nella cadetteria europea, ossia nella sua nuova veste chiamata Europa League... C'è un limite ad ogni thread e poi i colchoneros sono allenati da uno dei "nostri". Giusto quel Cholo Simeone che non si sognerebbe mai di arrecare grave danno a società nelle quali aveva militato da giocatore prima di diventare tecnico. Possibile che tanti appassionati nerazzurri facciano finta di non ricordare che il Simeone che figurò come 3° marcatore biancoceleste in quel Lazio-Inter 4-2 del 5 maggio 2002 fosse solo un omonimo del suddetto Cholo madrileno, al pari di quell'Inzaghi - realizzatore all'epoca della 4a rete laziale - che in tanti ora confondono col Simone che allena l'Inter?
Facili autoironie a parte, se sussiste il detto che tutte le strade portino a Roma, non c'è scritto da nessuna parte che quelle che conducono a Londra debbano essere di numero inferiore o meno impervie. Specie se per arrivare a Wembley si dovrà magari far conto - dopo quello degli ottavi - su altri sorteggi di "manica larga". Anzi, quella stessa Manica - stavolta nel senso del canale omonimo - potrebbe succedere di doverla attraversare anche prima: qualora, ad esempio, l'Arsenal o, peggio, il City riuscisse ad arrivare ai quarti di CL fino ad incrociare le stesse strade nerazzurre...
Sono arrivato alla fine del post senza aver commentato alcunché su chi sia uscito davvero dall'urna abbinato all'Inter. Ma la faccio breve perché in realtà - ironia della sorte - ne ho appena argomentato. Si era dunque fatto un gran parlare del mancato raggiungimento del 1°posto nel girone eliminatorio per "colpa" più delle scelte di formazione di Inzaghi che della "rognosa" Real Sociedad. Ma bisognerebbe prenderla con filosofia. Quasi ignorando il fatto che la società nerazzurra - non volendo/potendo lasciare niente di intentato, quindi pur al di là dei diktat profusi dalla proprietà nanchinese sulla "preferenza" per il campionato - è perfettamente consapevole che, prima o poi, bisognerà comunque mettersi a confronto con gli avversari più ostici. A questa categoria appartiene solo in parte il precitato Atletico Madrid, del quale conservo nitido il ricordo della finale di Supercoppa Europea persa 2-0 dai nerazzurri nel 2010. Ma con un rigore sbagliato da Milito al 90° - concesso dall'arbitro Massimo Busacca, svizzero (e tutto tornerebbe...) - che avrebbe forse potuto riaprire la gara. E proprio un omonimo di Busacca - stavolta di nome Giovanni, milanese e nei panni di Vittorio Gassman, col fido coscritto Alberto Sordi - potrebbe forse preannunciare che la prossima sfida di CL Inter-Atletico Madrid non sarà altro che "La Grande Guerra", al pari della mitica pellicola omonima di Mario Monicelli.
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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