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Milan-Inter - Il triangolo di centrocampo libera sempre Vecino. Lautaro, classe da derby

di Christopher Nasso

Per gli ultimi risultati, le assenze e gli impegni ravvicinati, il derby arriva forse nel momento peggiore per l’Inter. Ma contro il Milan, i nerazzurri hanno l’occasione di effettuare il controsorpasso, consolidando il piazzamento Champions, prima della pausa per le nazionali. Spalletti sceglie Vecino e Gagliardini insieme a Brozovic in mezzo al campo, con Borja Valero in panchina. Politano e Perisic gli esterni d’attacco, Lautaro la prima punta. 11 tipo, invece, per Gattuso: Bakayoko in cabina di regia, Piatek vertice alto del tridente offensivo, completato da Suso e Calhanoglu.

PRIMO TEMPO - L’atteggiamento tattico dell’Inter, con Vecino - in fase di possesso - a giostrare sul centro-destra alle spalle di Paquetà, trova impreparata la fase difensiva rossonera. E i nerazzurri, molto compatti e aggressivi sul terreno di gioco, si portano subito in vantaggio con l’uruguaiano, abile a concludere in rete l’azione costruita dal taglio Perisic (eccezionalmente sulla destra) e dalla sponda di Lautaro (allargatosi sul secondo palo). La densità degli uomini di Spalletti per vie centrali, con anche Gagliardini in proiezione offensiva, stringe la difesa del Milan, lasciando libera l’opzione - in seconda battuta - delle corsie laterali, dove Perisic e Politano si aprono nei tempi giusti. E dove Suso e Calhanoglu non garantiscono grande sostegno. In fase di non possesso, al netto delle scalate in avanti in pressione sul rinvio dal fondo di Donnarumma (in affiancamento a Lautaro), Vecino si occupa di Bakayoko, da trequartista puro. Gaglia-Kessie e Brozo-Paquetà gli altri duelli in mezzo al campo. Perisic e Asamoah collaborano per una catena di sinistra mai in difficoltà nel confronto con Calabria e Suso, mentre dall’altra parte Politano e D’Ambrosio sono chiamati a sforzi maggiori nell’opporsi ai continui movimenti sull’out mancino rossonero. Le avanzate di Rodriguez, l’allargamento costante di Paquetà e lo svariare lungo tutto il fronte offensivo di Calhanoglu rappresentano, infatti, l’arma più pericolosa della squadra guidata da Gattuso. I due italiani schierati da Spalletti sulla corsia di destra, con determinazione e attenzione, riescono comunque a limitare le giocate più semplici, le conclusioni ravvicinate. De Vrij-Skriniar completano l’opera di protezione della porta difesa da Handanovic, padroneggiando nella propria metà campo, e garantendo una pronta quanto lucida ‘nuova’ costruzione della manovra. Dai piedi dei centrali e di Brozovic partono tante verticalizzazioni a premiare i movimenti di Vecino e Lautaro tra le linee. Il Toro muove e abbassa la retroguardia avversaria, l’uruguaiano attacca lo spazio alle spalle del centrocampo. La costante presenza fisica di Gagliardini e Politano-Perisic sempre dentro al gioco sono gli elementi a completamento di uno sviluppo dell’azione concreto, corretto, determinato. E meritevole del doppio vantaggio che, per poco, non arriva. A pochi minuti dall’intervallo, Gattuso sposta stabilmente, in fase di non possesso, Calhanoglu nel ruolo di trequartista (con Paquetà a sinistra), nel tentativo di complicare la manovra centrale degli uomini di Spalletti. Che rientrano negli spogliatoi sull'1-0. 

SECONDO TEMPO - Gattuso inserisce Castillejo per Paquetà, passando a tutti gli effetti al 4-2-3-1: il neo entrato gioca alle spalle di Piatek, con Suso e Calhanoglu sugli esterni. Il numero 7, in fase di non possesso, ‘disturba’ Brozovic, mentre su Vecino e Gagliardini escono rispettivamente Kessie (passato sul centro-sinistra) e Bakayoko. L’intensità, la compattezza e la lucidità dell’Inter hanno, però, ancora la meglio, portando la gara sul 2-0 grazie al gol di testa firmato De Vrij sullo sviluppo di un calcio d’angolo. La squadra nerazzurra è aggressiva, disposta bene in campo, decisa a dominare il derby. Ma si fa trovare impreparata su un calcio di punizione da posizione centrale ed arretrata, vedendosi subito annullare da Bakayoko l’inerzia del doppio vantaggio. L’ingresso di Cutrone per Rodriguez disegna il Milan con un 4-4-2 molto offensivo (Kessie e Calabria la nuova coppia di terzini e Calhanoglu in mediana), lasciando presagire a una mezz’ora abbondante di sofferenza per Spalletti e i suoi. Il triangolo di centrocampo, variabile nelle posizioni, dell’Inter mantiene invece il controllo del match, sfruttando l’accentramento di un Brozovic maggiormente libero in costruzione (sul quale prova a sacrificarsi Cutrone) e portando densità e superiorità nella fase di attesa. Lasciando all’ottima regia di Calhanoglu soltanto sbocchi laterali. D’Ambrosio e soprattutto Asamoah aumentano il livello della loro prestazione, con il ghanese elegante nel vincere il duello contro Suso e ‘pulito’ nel dare il via a una nuova azione. Ordinata dietro e coraggiosa in avanti, la squadra ospite trova la rete del 3-1, sfruttando una delle tante iniziative in ripartenza dei suoi esterni, con Politano bravo a guadagnarsi il rigore, poi trasformato da Lautaro, nel tentativo di arrivare al tiro rientrando sul suo piede preferito. È ancora in questa situazione di apparente tranquillità, però, che la squadra di Spalletti viene quasi immediatamente sorpresa, ancora sullo sviluppo di un calcio piazzato, con la deviazione vincente di Musacchio. Il Milan aumenta la spinta sugli esterni (dentro anche Conti per Kessie 2’ prima del gol) e la generosità in ripiegamento di Perisic e Politano non basta ad annullare lo sviluppo per vie laterali della manovra rossonera, e i numerosi cross - in primis di Suso - indirizzati dentro l’area di rigore, che caratterizzano i 20’ finali (e disperati) della squadra di Gattuso. Nei nerazzurri, al 73’, entra Borja Valero per Brozovic (non al meglio) e continua la propensione a voler far la partita, non rinunciando alla costruzione dal basso a partire da Handanovic e trovando costantemente il lavoro spalle alla porta di Lautaro e le corse di Vecino sul centro-destra a strappare oltre il centrocampo avversario. Candreva, inserito per Politano all’84’, entra con il piglio giusto, così come Ranocchia (fuori Vecino e passaggio alla difesa a 3) in pieno recupero. E la Beneamata, mettendoci anche il cuore, resiste al forcing rossonero, conquistando tre punti più che fondamentali. Oltre che meritati.

VIDEO - TRAMONTANA IMPAZZISCE: IL DERBY E' NERAZZURRO


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