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Napoli-Inter - L'approccio esalta la costruzione dal basso. Ma l'armonia azzurra manda in tilt l'Inter

di Christopher Nasso

Al San Paolo, l’Inter ha l’occasione di strappare il pass per la prossima edizione della Champions League con una giornata di anticipo. Contro il Napoli, Spalletti conferma il 4-2-3-1: torna D’Ambrosio, mentre Miranda viene confermato al posto dell’infortunato De Vrij. Gagliardini affianca Brozovic in mezzo al campo, Lautaro preferito a Icardi al centro dell’attacco. Nel 4-4-2 di Ancelotti, trovano spazio Malcuit e Ghoulam sugli esterni di difesa. Allan-Zielinski in mediana, Mertens-Milik davanti.

PRIMO TEMPO - Il buon approccio tecnico nerazzurro, identificabile nella capacità di costruire dal basso, tiene testa alla pressione di un Napoli tanto intenso quanto mobile nella disposizione in campo dei suoi interpreti. Brozovic, inizialmente arretrato tra la coppia di difensori centrali (Skriniar-Miranda) e Gagliardini, in supporto al regista croato, indirizzano l’uscita palla al piede, mentre Nainggolan si muove lungo tutta la trequarti offensiva, nel tentativo di sfuggire alla marcatura di Allan e Zielinski. I due centrocampisti in maglia azzurra si dividono i compiti di aggressione al mediano ospite in possesso del pallone e di attesa per l’eventuale verticalizzazione. L’atteggiamento propositivo e coraggioso dell’Inter non trova un completamento adeguato della manovra nella metà campo offensiva. I padroni di casa difendono alti e aggressivi, Perisic e Politano rimangono troppo aperti e Lautaro è ‘costretto’ ad arrendersi nel confronto con Albiol e Koulibaly. Nella trequarti opposta, sfruttando l’errore tecnico di Asamoah in fase di impostazione, il Napoli capitalizza al meglio il pressing, trovando nella prodezza di Zielinski il gol del vantaggio. La rete del numero 20 polacco alimenta l’atteggiamento offensivo e corale dei partenopei, trascinati dalla spinta dei terzini e dalla costante presenza dentro al campo e al gioco di Fabian Ruiz e Callejon. Se da una parte gli azzurri crescono, dall’altra gli ospiti perdono qualche certezza, trovando meno soluzioni e sbagliando diversi palloni nella costruzione dal basso. In fase di non possesso, quando Nainggolan alza la pressione al fianco di Lautaro sul palleggio dei centrali partenopei, Brozovic e Gagliardini seguono i movimenti in appoggio di Allan e Zielinski. Ma la mancanza di convinzione nell’opposizione da parte degli uomini in nerazzurro, unita alla capacità tecnica dei padroni di casa di dialogare nello stretto, costringe la compagine di Spalletti a correre, con fatica, all’indietro. Le scalate difensive, sui continui movimenti ad aprirsi di Mertens e Milik per dialogare e favorire gli inserimenti dell’imprevedibile quartetto di centrocampo, non sempre vengono fatte nei modi e con i tempi giusti, e la squadra di Ancelotti si affaccia con pericolosità dalle parti di Handanovic. Al rientro negli spogliatoi, il punteggio rimane comunque invariato.

SECONDO TEMPO - Icardi prende il posto di Politano, e l’Inter passa al 3-4-1-2, con Perisic a tutta fascia sulla destra e D’Ambrosio nel pacchetto dei difensori centrali. Il nuovo modulo ‘costringe’ i terzini del Napoli a rimanere più bassi, soprattutto Ghoulam nel confronto con l’ala croata, propositiva a inizio ripresa. Nei pressi e dentro l’area di rigore partenopea, però, la manovra nerazzurra - poco fluida e convinta - sbatte contro il ‘muro’ azzurro, con Koulibaly massimo esponente. Il centrale senegalese spadroneggia all’interno della propria trequarti e trasforma immediatamente l’azione difensiva in offensiva. Sfruttando un’Inter sbilanciata e una corsia mancina - sollecitata senza palla - ricca di praterie in fase di possesso. Ben occupate da Fabian Ruiz, dal decentramento di Mertens e dal costante accompagnamento di Zielinski. D’Ambrosio fatica nel trovare i tempi giusti per contrastare l’azione avversaria, mentre Brozovic e Gagliardini non garantiscono un’efficace copertura, perdendo numerosi duelli e dovendo spesso rincorrere. Il mediano italiano lascia il posto a Vecino, e a un più sbilanciato 3-5-2 nella manovra d’attacco. Il raddoppio firmato Mertens, su assist di Callejon, punisce un atteggiamento ospite ‘piatto’ (troppo poco aggressivo), aprendo a un’ultima mezz’ora di gioco ulteriormente in salita. La formazione di Spalletti, andando ormai oltre a qualche dettame tattico, mostra le consuete difficoltà negli ultimi metri, nel trovare la giocata giusta tra le linee, nel concretizzare palloni potenzialmente pericolosi negli ultimi 16 metri. L'imprecisione (al netto di sfortuna e generosità) di Icardi e Lautaro, dentro e fuori l’area di rigore, accompagnati da un Nainggolan in affanno (e ben ostacolato da Allan), allontano l’Inter da un’ipotetica rimonta. Il tris firmato Fabian Ruiz chiude definitivamente i giochi. Ancelotti inserisce Insigne al posto di Milik, pochi istanti prima della doppietta personale messa a segno dal centrocampista spagnolo. Prima dell’ingresso di Candreva per Perisic, sponda ospite, e Younes per Mertens in casa partenopea. Scelte dalla panchina che non cambiano la disposizione delle due squadre, ma soprattutto l’andamento di un match più che delineato. Completato dal rigore trasformato da Icardi (81’) e dall’uscita di Koulibaly (dentro Luperto all’84’). La Beneamata è ora attesa dalla decisiva sfida contro l’Empoli, che chiuderà il campionato e definirà la stagione.

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