Mazzarri: "Col Qarabag un'altra Inter. Kovacic paga la fatica, e su Obi..."
Fonte: Dall'inviato Francesco Fontana
Si torna a giocare in Europa League: l'Inter, dopo la vittoria contro il Dnipro, debutta in casa dove aspetta la formazione azera del Qarabag: gara sulla carta agevole coi nerazzurri che potrebbero mettere già una seria ipoteca al passaggio del turno. Intanto, quest'oggi, Walter Mazzarri incontra i giornalisti per la tradizionale conferenza stampa della vigilia alla Pinetina. Ecco le sue parole:
Prima si diceva Inter da scudetto, ora si parla di Inter da rifare, come si pone di fronte a delle montagne russe?
"Uno prova ad essere equilibrato. Il risultato col Cagliari non è da Inter, non credo che siamo quelli come forse non eravamo quelli che hanno vinto col Sassuolo. Se mi avete seguito dal primo giorno, ho sempre reagito in un certo modo, e ho una certa esperienza nel gestire la comunicazione".
Dopo la gara col Cagliari, l'Inter di Mazzarri che partita deve fare?
"I ragazzi sono dispiaciuti quanto me, abbiamo cercato di capire cosa abbiamo sbagliato. Anche gli indisponibili di domani confermano che io ho sbagliato qualche valutazione nell'intensità delle partite. Domani faremo una partita diversa, o almeno proveremo a farla dal punto di vista della corsa. Quando facciamo così dimostraimao che sappiamo giocare a calcio. Siamo un gruppo di costruzione, dimostriamo che è un incidente di percorso".
Ma gare così danno delle indicazioni?
"Quando si incontrano certe difficoltà si prova a limitare i danni. Domenica è stata una gara brutta da ogni punto di vista, potevamo provare ad arrivare con un passivo diverso. Sembrava non ci fossimo accorti del passivo, nel secondo tempo abbiamo provato a fare una gara di un certo tipo. Se questa partita la sappiamo capitalizzare ci servirà per crescere nel cammino".
Sul compleanno del tecnico:
"Il 1° ottobre è nato mio padre, da quando è morto lui non sento di festeggiarlo".
E' preoccupato per gli infortuni? Kovacic quando tornerà?
"Spero che in questi giorni si possa fargli passare la fatica e quel piccolo acciacco dovuto allo stress delle ultime partite. Spero di averlo venerdì".
Ha lavorato sull'aspetto psicologico, visto l'atteggiamento di domenica?
"Certo, abbiamo anche analizzato alcuni aspetti della partita notando come alcuni giocatori nello spazio di tre giorni hanno cambiato ritmo. Ci sono stati alcuni equivoci, alcuni ragazzi hanno confermato di essere stanchi, di solito quando ci sono problemi ci parliamo. Mi aspettavo che qualcuno corresse da me a dirmelo domenica, ma erano imbambolati e non lo hanno fatto, io avrei potuto dare input per limitare i danni. La conoscenza passa da questi momenti".
FcIN - Relativamente agli esterni, qual è la loro condizione fisica?
"Sani ce ne sono solo due, Nagatomo e D'Ambrosio; gli altri sono indisponibili. Poi c'è anche Obi, che ha lavorato da esterno anche in passato e a me piace molto. Comunque ci sono dei giocatori impiegabili e sono abbastanza tranquillo. Domani spero che saremo all'altezza anche per l'intensità visto che avremo un avversario che arriverà carico e senza nulla da perdere; sono curioso di vedere che partita faranno Nagatomo e D'Ambrosio. Ci aggiorneremo per Firenze".
Nei primi tempi ci sono state difficoltà a livello d'approccio come anche a Torino e Palermo. Si è fatto un'idea del perché? Magari non è questione di sola corsa, ma anche di mentalità?
"Sono d'accordo abbastanza su alcuni punti. Se si intende la difficoltà di studiare la partita, magari la partita viene prima studiata. A Palermo è stato un incidente, bisogna poi considerare che contro di noi le avversarie danno sempre tutto e ci pressano alte. Siamo partiti maluccio a Torino, poi in altre gare anche amichevoli abbiamo fatto bene, e col Sassuolo abbiamo aggredito dal primo minuto. Questa squadra deve acquisire una continuità, tutte le partite è difficile farle con la stessa matrice. Questo rientra nel concetto di squadra in costruzione, ma se mi chiedete quale è la squadra ideale è quella che aggredisce e gioca svelta come ha fatto col Sassuolo. Bisogna tenere sempre conto anche dell'avversario".
C'è una possibilità che si inizi a quattro? E quanto è stata davvero provata questa estate?
"Quanto tempo ha un allenatore per provare queste cose? A Pinzolo comunque era tutto aperto, e dissi che volevo fare la difesa a quattro già la prima settimana, poi ho dovuto cambiare per contingenze mondiali e ho pensato di lavorare per Vidic. Negli Usa, con una gara ogni tre giorni non c'era tempo di lavorare tatticamente sulla diversità delle due difese. Detto questo, è anche vero che abbiamo meccanismi che ci permettono di difendere a 4 imponendo il gioco e iniziando l'attacco con tre dietro. La mia storia dimostra che so cambiare squadre, però ho avuto poco tempo per provare nuovi meccanismi. Ho anche un gruppo dove ci sono tanti nazionali, con la sosta mi mancano tanti giocatori e non posso fare certe cose con otto giocatori. Per passare a quattro serve lavorare, se non funziona qualcosa la squadra va in difficoltà".
Ogni partita che va male, il rapporto coi tifosi diventa sempre più aspro. Perché secondo lei, visto che lavora 24 ore al giorno per l'Inter?
"Intanto faccio i complimenti ai tifosi per averci incitati anche sull'1-4 fino al 95esimo; a me interessa quello che danno alla squadra, perché mi considero il primo tifoso della squadra e come logico dovremmo essere in simbiosi. Io sinceramente mi aspettavo peggio, in altre piazze dove ho allenato la squadra veniva fischiata prima. Quando le cose vanno male, se la prendono col più in vista, col responsabile, che sono io e mi sta. So come funzionano le regole, comunque. E non mi fa né caldo né freddo".
A questa squadra manca ancora un leader che dà indicazioni in certi momenti? Considerando anche che quelli nei ruoli nevralgici sono appena arrivati...
"Un giocatore come Vidic lo avrei voluto capitano in assenza di Ranocchia, ma lui ha rifiutato perché è talmente rispettoso del gruppo che ha riconosciuto che c'erano altri elementi all'interno da più tempo. Lui poi non poteva dire certe frasi per incitare la squadra e aiutarla problemi di lingua, così come Medel. Ora voglio sempre uno, il più vicino a me, che faccia da portavoce con me, e che dia le mie indicazioni agli altri".
Dopo una stagione e un mese, dove vede i progressi nell'Inter?
"Le annate non sono mai confrontabili, c'era un'altra situazione l'anno scorso. Nel frattempo si è fatto un certo processo costruendo un gruppo nuovo. Sono passate cinque giornate, non è possibile fare un confronto. L'anno scorso siamo partiti benissimo poi siamo calati, ma c'è stato anche un passaggio societario. Ci sono queste cose da valutare, bisogna anche inserire i giocatori nuovi, è ancora prestissimo. L'unica cosa che conta sono i risultati; l'anno scorso è finito bene vista l'annata e da dove partiva la squadra. Su quell'anno siamo partiti facendo scelte diverse, se col Cagliari avessimo fatto risultato opposto per me si stava facendo un ottimo lavoro, sono stati altri a fare elogi sperticati. Vedremo se questa partita sarà da considerare un incidente di percorso, voglio vedere la reazione".
Nagatomo ha ritrovato la serenità dopo la prestazione di domenica?
"Lui si è sentito colpevole, io l'ho rassicurato dicendogli che era una giornata negativa dai bioritmi sfortunati. Lui è un signor giocatore, l'anno scorso ha fatto un ottimo campionato".
Come vi state preparando alla gara di domani?
"Vedrò di non parlare di campionato alla vigilia delle gare di Europa League, ci metteremo d'accordo. Il Qarabag non è conosciuto ma sta bene e ha giocatori importanti, è una gara da prendere con le molle. Dobbiamo dimostrare di essere diversi da quelli di domenica, sono concentrato su domani e tutti dobbiamo esserlo".
Può passare la soluzione della convivenza di M'Vila e Medel per gli equilibri? Ed Hernanes e Kovacic possono alternarsi?
"Tutto può essere, il doppio mediano comporta il 3-4-3 che si può fare in tanti modi. A volte sento cose, diciamo così, strane; a Torino ho messo Hernanes e Kovacic, due giocatori offensivi. Vorrei fare il 3-4-3 con tre punte pure, ma se tutti partecipano alla fase difensiva. L'equilibrio deve essere di squadra, se si sta bene si fa come col Sassuolo, vincendo anche in modo bello".