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Se Conte diventa Mazzarri

di Lapo De Carlo

È davvero difficile capire perché l'Inter abbia giocato una partita del genere e perché Conte non si accorga che questa Inter è figlia delle sue idee, del suo temperamento e probabilmente dei suoi tormenti interiori.

Il piglio che ha la squadra, da quando gran parte dei giocatori sono tornati dalla sosta per le Nazionali è desolante. Prima la sconfitta con il Milan, ampiamente giustificabile per il modo in cui la gara non ha potuto essere preparata, poi il pari interno contro il Borussia, la cui dinamica è stata spiegata anche con la sfortuna, il successo sul Genoa maturato solo dopo la metà del secondo tempo, il pareggio contro uno Shakhtar rimaneggiato in cui l'Inter ha espresso un dominio sterile, per quanto caratterizzato da alcune palle gol, infine questo pareggio raggiunto in extremis contro un Parma più che modesto.

L'Inter di queste partite, nella stanca e ministeriale applicazione al modulo e ai movimenti, è praticamente identica a quella di Mazzarri. Ordinata e ordinaria, con giocatori che sostano in una piccola zona di competenza senza essere squadra, senza un pizzico di iniziativa, come un tiro dalla distanza che nelle rare occasioni in cui si manifesta (Barella, Gagliardini, Lautaro e Nainggolan) esprime scarsa convinzione.

La preoccupazione verso il modulo che supera quella del piacere di giocare, i troppi passaggi e le poche, pochissime iniziative personali sono il risultato di attitudini tenute sott'acqua, imprigionate da un allenatore che guida fin troppo i suoi uomini e ne asciuga il talento.

L’Inter di Conte è partita con uno squilibrio più che giustificabile ma, pur prendendo diversi gol, produceva un alto numero di occasioni e segnava quasi con facilità. Dopo la sosta è tornata in campo una squadra disorganica, preposta ad attuare un ossessivo 3-5-2 che depotenzia quasi tutti e predispone i giocatori a dialogare lentamente.

Lautaro Martinez non ha più colpi, non va via all’uomo, non sa più tirare da fuori area, non riesce mai ad anticipare il marcatore ed è meno efficace di un Perisic che vive adattandosi a ruoli inusitati come quello della seconda punta. Gagliardini senza forma fisica abbassa di molto il suo livello, Kolarov meglio ma De Vrij è colpevole in entrambe le reti parmensi, a differenza di un Ranocchia che ha invece retto bene il suo ruolo di centrale. In questo ruolo l’olandese è a più a suo agio e quando viene spostato come terzo della difesa va in affanno come è capitato lo scorso anno a Godin, poi a Skriniar e infine a Kolarov.

Eriksen ha toccato tanti palloni e non ne ha perso uno, pur non facendo cose trascendentali. Da lui ci si aspetta un tiro dalla distanza, un’idea, ma con compagni che si nascondono dietro all’uomo, che viaggiano a ritmi tanto bassi è impossibile far circolare velocemente il pallone. Anche Hakimi patisce l’idea di non poter usare la sua rapidità, schiacciato com’è nei pressi della difesa avversaria, mentre Barella si muove senza lucidità.

L’Inter ha preso a giocare in modo più imprevedibile quando ha preso il secondo gol e gli schemi del tecnico si sono sfilacciati, producendo una squadra caotica ma finalmente più imprevedibile e sono arrivati i due gol, anzi tre, se l’arbitro Piccinini che disgraziatamente ha sostituito l’infortunato Pairetto, non avesse deciso che l'intervento su Perisic non era rigore.

Marotta, per quanto timidamente, ha fatto capire che la società sarà più rigida nel far partire i giocatori per le Nazionali ma ha dovuto aspettare l'ennesimo danno nei confronti dell'Inter per esprimere, a fine gara, malcontento sui continui rigori non assegnati. Ancora più timidamente.

Al di là dell’episodio discutibile col Milan, manca un rigore col Genoa, uno con lo Shakhtar e ora col Parma, tutti episodi che con un arbitraggio/Var normali avrebbero prodotto risultati diversi, a prescindere dal gioco.

Quello di Conte è un modulo che sta creando problemi anche superiori al suo primo anno, perché necessita di una forma fisica che l'Inter non ha e non potrà avere fino a quando la squadra non potrà rifiatare.

La tenuta atletica sembra palesemente sotto lo standard e si fatica a immaginare come questa formazione, possa uscire indenne dalla sfida col Real Madrid e l’Atalanta. Normalmente dopo una brutta prestazione o un risultato deludente le tante Inter della storia hanno dato vita a prestazioni sorprendenti, riscattandosi. Questa squadra però ha una natura ancora indecifrabile e la sua qualità è ancora lontana dall'essere quella prevista.

Se i giocatori sono già tanto stanchi o spremuti, come Conte ha detto di Vidal, sarebbe il momento di cambiare tatticamente qualcosa, prima di andare a sbattere del tutto.
Amala.


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