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Un punto che (non) va bene

di Lapo De Carlo

L’Inter pareggia ancora in casa, questa volta contro una Juventus non trascendentale, giocando un tempo e restando a galla l’altro. Ha avuto le occasioni per vincere e avrebbe meritato, poteva anche perdere e si sarebbe parlato di Juventus cinica. 
Nel primo tempo l’Inter parte subito con l’approccio giusto, aggredisce la Juve, tiene un ritmo molto alto e dà la sensazione di creare pericoli. Detto, fatto: Nainggolan tira con l’esterno destro al volo, modello Stankovic, dai 25 metri, Szczesny sorpreso non può fare molto. È un gol spettacolare, uno dei più belli di questa stagione. 
All’11°esimo, colpo di testa di De Vrij che Szczesny intercetta sulla linea
Un minuto dopo Vecino verticalizza per Icardi, che costringe Szczesny alla parata in angolo. Al 29° un’occasione clamorosa che vede Icardi tentare di risolvere una mischia in area bianconera ma trova Matuidi che, davanti alla porta, salva con il corpo. Nella ripresa l’Inter parte con un atteggiamento più dimesso, subisce l’iniziativa della Juve e tenta la ripartenza, poi guadagna terreno ma quando entra Kean in due minuti la difesa va in bambola, non accorgendosi che con il suo ingresso c’è più spazio per Cristiano Ronaldo, prima con un cross di Cancelo che lo pesca in area ma rimpallato da De Vrij, poi con lo stesso portoghese che, grazie ad un pregevole scambio in area con Pjanic, trova l’angolino su cui Handanovic non può fare niente. Da quel momento gli ospiti tentano di portare a casa la partita e ci vanno vicini in almeno due occasioni, poi tocca di nuovo all’Inter e la partita resta viva fino alla fine, quando Banti manda le squadre negli spogliatoi. 
Il pari con i bianconeri, subito dopo il triplice fischio, è stato definito accettabile, perché in fondo si tratta della squadra che vince il Campionato da otto anni e la prestazione è stata nel complesso all’altezza. Se però ti chiami Inter non si può andare avanti a pensare che a San Siro un punticino con la Roma in fondo vada bene, che con l’Atalanta muova la classifica, che con la Lazio la sconfitta ci possa stare. 
Ora anche il pari con la Juventus è stato salutato con moderata soddisfazione e rivela la medietà di un ambiente che da troppi anni si sta abituando a non vincere, tutt’al più a piazzarsi.
Certamente l’Inter ha giocato molto meglio per più di un’ora ma come spesso le capita, in corso di partita, la squadra si abbassa senza spiegazione, lascia campo all’avversario già da inizio ripresa, non riesce a generare quel tipo di intensità che mette ad esempio in un primo tempo, come quello contro la Juventus, sbaglia diverse occasioni e paga pegno. 
Ci sono diversi giocatori all’Inter che si accendono e fanno vibrare lo stadio per giocate di alto livello, illudono per un ritmo e una volontà che fanno sognare, poi gli stessi svaniscono, tolgono la spina e osservano la partita assentandosi. 
Per una squadra che aspira ad essere grande non è accettabile ma tanto l’Inter mira solo a piazzarsi. 
Sento tanti tifosi che si allarmano se arrivano critiche verso l’Inter, nemmeno se le sferzate arrivano da chi segue e ama questa squadra. C’è una forma di protezione che crea uno scudo dalla realtà e non ci si accorge che un club come questo non può andare avanti ad accontentarsi, ad adeguare ogni anno le sue ambizioni, come se certi traguardi fossero irraggiungibili. 
Esci in Champions e si sente dire che in fondo l’Inter ha giocato un buon girone. Vero ma hai sbagliato la partita più facile. Vai fuori con la Lazio e si dice che tanto è la Coppa Italia, poi vieni eliminato dall’Eintracht e la motivazione viene da una squadra senza troppi titolari. Tutto vero, tutto giusto ma da anni si sentono sempre giustificazioni, ogni anno si tornerà ad essere grandi il prossimo.
Perciò sì, con la Juventus già scudettata è stata una bella partita e ci sono anche molti spunti positivi, a partire dalla miglior partita della stagione di Nainggolan, dal rientro preziosissimo di Brozovic e dall’ottimo match di De Vrij. 
Le vittorie danno significati e se avessero segnato Icardi, con quel tiro rimpallato da Szczesny o Lautaro Martinez con quell’iniziativa da fuori area che ha sforato il palo, o ancora Perisic, con un tiro dalla distanza che ha dato l’illusione del gol, sentiremmo una storia diversa. 
La storia diversa quest’anno l’abbiamo sentita solo in poche occasioni. 
L’ora delle giustificazioni, della mentalità mediocre, del compiacimento per una buona partita, dell’appagamento dopo un buon periodo, come se questo avesse portato un trofeo, dell’assenza di fame, è ora che termini con la fine di questo Campionato, ma anche nella testa di chi crede che questo genere di critiche siano contro l’Inter. 
Questa squadra ora deve andare a Udine per vincere, senza accontentarsi dell’ennesimo punticino e chiudere la questione Champions una volta per tutte, giocando sempre come nel primo tempo di questa sera. Il resto verrà da sé.
Amala.


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