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Giorgetti: "Violenza nel calcio? Controproducente enfatizzare certi episodi a livello mediatico"

di Mattia Zangari

"Gli incidenti ormai non avvengono più all'interno degli stadi, ma fuori. La dimensione calcistica è solo un pretesto per questi violenti per darsi appuntamento e scazzottarsi e, talvolta, le cose sfociano in situazioni luttuose come successo a Santo Stefano (prima di Inter-Napoli ndr). L'impegno delle società di calcio, assieme alla forze dell'ordine, è quello di sterilizzare questi violenti, impedendo il proselitismo delle Curve". A dirlo, nel corso dell'intervista esclusiva rilasciata a Sky Sport, è Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla sport.

Giorgetti, poi, affronta il rapporto tra media e violenza: "Esiste un problema di legittimazione mediatica: se si fa pubblicità anche a eventi violenti, in qualche modo si esalta un rito che per questi tifosi diventa un mezzo per creare emulazione. I media svolgono una funzione importante, enfatizzare queste situazioni diventa controproducente".

Sul razzismo e l'eventuale sospensione delle partite, Giorgetti chiosa: "Penso che il calciatore rappresenti l'elemento principale di emulazione per un giovane. Chi vive questo mondo deve percepire l'importanza dell'esempio che dà negli atti che compie". 


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