A pochi giorni dalla vittoria esterna sul campo del Bologna, l’Inter ospita il Sassuolo per il recupero della ventottesima gara di campionato. Nell’11 di Antonio Conte, Darmian prende il posto dello squalificato Bastoni, con De Vrij - al rientro dal 1’ - e Skriniar a completare il terzetto arretrato. Eriksen sostituisce Brozovic in cabina di regia, affiancato da Barella e Gagliardini. Hakimi e Young i ‘quinti’, Lukaku e Lautaro i due attaccanti. Sponda neroverde, diverse le assenze nel 4-2-3-1 di Roberto De Zerbi: Obiang-Maxime Lopez in mediana, Traore-Djuricic-Boga dietro all’unica punta Raspadori. Chiriches e Marlon al centro della difesa, Toljan e Rogerio i terzini.
PRIMO TEMPO - La qualità neroverde nel palleggio, e quella nerazzurra nel disimpegnarsi verticalmente, aprono a una prima frazione dal risvolto tattico ben evidente, sin dai primi istanti di gara. Il Sassuolo, con tanti uomini in zona palla, prevale nel possesso, attraverso trame lunghe e dinamiche. L’Inter, appoggiandosi sui due attaccanti, trova velocemente il lato debole e la metà campo avversaria. Sulla costruzione dal basso ospite, i padroni di casa si muovono in blocco, mostrando compattezza e abbassando il baricentro sull’avanzare del palleggio, senza opporre aggressività. Rogerio e Maxime Lopez affiancano Marlon e Chiriches, osservati da Barella e Gagliardini, con Obiang vertice basso e lontano dalla marcatura degli uomini di Conte (Eriksen in primis). Boga e Toljan garantiscono ampiezza, attesi da Hakimi e Young, mentre Traore svaria tra le linee insieme a Djuricic e Raspadori, allertando i tre difensori centrali. Qualche conclusione dal limite, con l’Inter a tratti troppo bassa e attendista, non spaventa tuttavia la porta difesa da Handanovic. E i padroni di casa, a parti invertite, sorprendono i ragazzi di mister De Zerbi attraverso trame alla ricerca immediata della profondità. Lukaku e Lautaro collaborano nei movimenti in appoggio sulla corsia di costruzione - spesso la destra -, prima di ricercare il lato debole - spesso quello occupato da Ashley Young sulla sinistra - e attaccare l’area di rigore. Gli ospiti, coraggiosi nell’accorciare in avanti, sono più volte costretti a rincorrere. E, al 10’, subiscono il vantaggio firmato Lukaku, su assist di Young. Il leitmotiv del match non cambia, con la mobilità neroverde a rendere fluido e prolungato il palleggio, e l’attenzione difensiva utile a garantire ai nerazzurri transizioni verticali una volta conquistato il possesso. Il Sassuolo tenta l’immediata riconquista, lasciando ‘libertà’ - nei primi metri - soltanto a Skriniar e Darmian, creando densità in mezzo al campo, dove Eriksen fatica a trovare palloni giocabili. L’Inter alza l’opposizione in situazioni di palla inattiva (costruzione dal fondo o rimesse laterali arretrate). Rischiando pochissimo nella prima frazione, ma risultando anche più volte imprecisa con la palla tra i piedi. Nella ricerca diretta degli attaccanti e nelle combinazioni in zona trequarti, nell’ultimo passaggio (Hakimi su tutti).
SECONDO TEMPO - L’approccio delle due squadre alla seconda frazione ripercorre l’andamento dei primi 45’. Un’Inter solida, raccolta in pochi metri all’interno della propria della metà campo, chiude traiettorie centrali al palleggio neroverde, senza aggredirlo. Skriniar, De Vrij e Darmian attendono stretti i continui movimenti tra le linee di Djuricic, Raspadori e Traore. Con Barella in zona Rogerio (vicino ai due centrali difensivi nella prima costruzione), Hakimi rientra su Boga, mentre Young aspetta Toljan sulla corsia opposta. Pochi rischi per i nerazzurri, ma anche maggiori difficoltà nel disimpegnarsi in transizioni positive efficaci una volta recuperata la sfera. Lukaku e Lautaro, per qualche minuto, vengono cercati con minor precisione, e anticipati con successo dai difensori avversari, bravi nell’accorciare e molto aggressivi nel contrastare. Conte cambia il centrocampo allo scoccare dell’ora di gioco, inserendo Sensi per Eriksen e spostando Barella in cabina di regia, oltre a Gagliardini sul centro-destra. Con il 12 mezzala sinistra e utile, in più circostanze, ad accrescere la qualità nell’uscita sulla corsia mancina, privata di Bastoni. All’interno di una fase di match più spezzettata, l’Inter guadagna qualche metro di campo, manovrando anche orizzontalmente e portando i difensori a ridosso della metà campo offensiva, pronti ad aggredire a ‘palla coperta’. Il secondo momento chiave dell’incontro arriva, tuttavia, sugli sviluppi di una ripartenza stile LuLa. Gli uomini di De Zerbi si avvicinano in fraseggio alla porta difesa da Handanovic, ma si fermano al contatto De Vrij-Raspadori, subendo la transizione nerazzurra. Con il pallone immediatamente tra i piedi di Lukaku, dominante nel duello con Marlon e preciso nell’assist per la conclusione vincente del Toro, valida il 2-0. Vecino sostituisce Gagliardini al 70’, con i padroni di casa sempre più vicini al successo. Contro un Sassuolo sempre più sbilanciato e coraggioso, alla ricerca di una difficile rimonta. Kyriakopoulos e Haraslin, dentro per Rogerio e Toljan danno forma al 3-5-2 ospite, con Obiang al centro della difesa, Traore-Djuricic mezzali e Boga più vicino a Raspadori. Altri cambi (Sanchez per Lautaro e Oddei per Il 7 neroverde) avvicinano il confronto al suo fischio finale. Anticipato dal gol di Traore, e dal conseguente forcing ospite. Sanchez fallisce il 3-1, De Zerbi sceglie Karamoko per Chiriches, ma l’esito rimane a favore della Beneamata. Per il decimo successo consecutivo. Per un altro passo verso il grande obiettivo stagionale.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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