A San Siro, nell’ultima partita di campionato e della stagione, Inter ed Empoli scendono in campo per i rispettivi obiettivi. Spalletti ritrova De Vrij al fianco di Skriniar al centro della difesa, e sceglie Icardi al centro dell’attacco. Vecino-Brozovic in mediana. Assente Krunic, Andreazzoli conferma il 3-5-2 e gli uomini visti in campo nella vittoria contro il Torino: Di Lorenzo e Pajac sugli esterni, Caputo e Farias in avanti.
PRIMO TEMPO - L’approccio nerazzurro, al netto della disposizione dei 22 in campo, si caratterizza per una grande pressione, a una intensità che ‘sporca’ ogni tentativo ospite di uscire dalla propria metà campo. L’Empoli tiene alti Caputo e Farias sulla coppia difensiva dell’Inter, lasciando libertà a Brozovic (in posizione di regista) di costruire la manovra. Bennacer si occupa di Nainggolan, mentre Vecino (in proiezione offensiva) viene ‘preso’ dal centrale sinistro di difesa, Dell’Orco. Sugli sviluppi dell’azione in ampiezza, quasi sempre dalla parte di un Politano molto largo nel momento della ricezione, le mezzali in maglia bianca collaborano con i ‘quinti’. Pajac (supportato da Traore) duella costantemente con il numero 16 dell’Inter, propositivo e incisivo nell’entrare dentro al campo con il mancino. Per poi trovare Nainggolan o Icardi tra le linee, gli inserimenti di Vecino sul centro-destra e un Perisic molto stretto in zona Maietta (con Di Lorenzo e Acquah preoccupati anche dalla spinta di Asamoah). Le prodezze di Dragowski, in primis nelle conclusioni dal limite, e l’attenzione del terzetto difensivo, a protezione dell’area di rigore, mantengono la parità. Gli uomini di Andreazzoli, nelle rare occasioni in cui riescono a ripartire, danno accenni di grande pericolosità, appoggiandosi sui continui movimenti di Farias e Caputo, bravi a sfruttare la distanza - ampiamente ricercata - tra le due linee di centrocampo e difesa nerazzurre. Gli uomini di Spalletti continuano comunque a spingere, palleggiando nella metà campo avversaria. E il tecnico ospite, in fase di non possesso, abbassa Farias su Brozovic. Ma i problemi dell’Inter rimangono negli ultimi 16 metri, dove la qualità della manovra, accompagnata da un atteggiamento molto positivo, non trova l’epilogo sperato. Riempimento dell’area non sempre corretto, a corredo di un ultimo passaggio spesso ritardato. E, soprattutto, poca ‘cattiveria’ e precisione nella conclusione ravvicinata. Dragowski e la retroguardia empolese fanno il resto, e la prima frazione termina a reti inviolate.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, Spalletti si gioca la carta Keita Balde al posto di Asamoah, spostando Perisic nel ruolo di terzino sinistro. Ed è proprio il senegalese, attraverso una giocata individuale, a concretizzare l’aggressività nerazzurra, evidente anche nei primissimi istanti della seconda frazione. Con D’Ambrosio più prudente all’altezza di Skriniar e De Vrij, Politano si smarca in ampiezza e partecipa attivamente alla costruzione della manovra nella metà campo offensiva. Mentre alla corsia mancina, ancor più a trazione interiore rispetto ai primi 45’, è affidata la finalizzazione del possesso, con più libertà all’esterno basso di proporsi e all’ala di avvicinarsi a Icardi, creando densità tra le linee, a ridosso degli ultimi 16 metri. In fase di non possesso, i padroni di casa difendono in avanti, portando Nainggolan al fianco del numero 9, con gli esterni pronti ad alzare la pressione sul centrale difensivo di riferimento. Il tutto contornato e completato dagli ‘scivolamenti’ - orizzontali come verticali - in base alla zona del pallone. E, al netto di qualche intervento al limite, di una capacità tecnica ospite di eluderne a tratti l’efficacia, il pressing degli uomini di Spalletti porta alla conquista del rigore del possibile 2-0. Icardi, bravo e fortunato nel guadagnarselo (intervenendo sulla linea di passaggio per Dragowski), sbaglia la trasformazione. L’Empoli torna a crederci, ad affacciarsi con pericolosità dalle parti di Handanovic. Il movimento delle punte, combinato nel venire incontro e attaccare la profondità, unito alla crescità qualitativa di Bennacer e Traorè (bravi a superare un centrocampo nerazzurro meno ‘presente’ all’interno della propria trequarti), mette in apprensione i padroni di casa. Il passaggio al 4-3-1-2, con gli ingressi di Ucan e Brighi al posto di Maietta e Acquah (contemporanei a quello di Lautaro per Icardi), aumenta ulteriormente le triangolazioni nello stretto da parte della mediana toscana. Il turco svaria nella posizione di trequartista, proponendosi con continuità e provando a portare superiorità numerica nelle diverse zone del campo, in particolare allargandosi sulla destra. La corsia mancina sponda Inter, dove Dalbert sostituisce Perisic (74’). E da dove, un paio di minuti dopo, nasce il pareggio ospite: il terzino brasiliano viene tagliato fuori e la retroguardia nerazzurra scala verso sinistra, lasciando libero il secondo palo, con Traorè ad appoggiare facilmente in rete il cross basso di Ucan. Le mezzali in maglia bianca escono sui terzini, Politano e Keita rientrano con poca efficacia, e la squadra di Andreazzoli fraseggia con pericolosità a ridosso dell’area di rigore casalinga. Ma è la compagine guidata da Spalletti, nei continui ribaltamenti di fronte (con i rispettivi centrocampi superati agevolmente), a riportarsi in vantaggio (81’) grazie al gol firmato Nainggolan. Che apre a un finale di forcing ospite, inframmezzato dai contropiedi nerazzurri, spento da un super Handanovic. La stagione è finita, la Beneamata è in Champions (l’Empoli retrocede in Serie B)
VIDEO - GIOIA, DISPERAZIONE, ANCORA GIOIA: INTER-EMPOLI VISTA DA TRAMONTANA
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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