Poche sorprese nei due undici di Inter e Lazio, avversarie a San Siro per la 21esima giornata di Serie A. Dopo il rinvio della sfida di Bologna, Inzaghi inizia il nuovo anno con la stessa formula del girone d'andata: 3-5-2 con il solito terzetto difensivo composto da Skriniar, De Vrij e Bastoni davanti ad Handanovic. Sulle corsie di centrocampo ci sono Dumfries e Perisic, in mezzo Gagliardini vince il ballottaggio con Vidal per sostituire lo squalificato Calhanoglu, insieme a lui i soliti Barella e Brozovic in cabina di regia. In attacco Sanchez è preferito a Correa per affiancare Lautaro, Dzeko negativizzato e l'ex Correa partono dalla panchina. Consueto 4-3-3 per Sarri che in difesa deve rinunciare all'infortunato Acerbi e al suo posto schiera Radu. Milinkovic-Savic, Cataldi e Basic formano la mediana, in avanti spazio al tridente con Immobile affiancato da Felipe Anderson e Pedro.
L'Inter comincia subito forte provando a fare la partita, la Lazio difende compatta e con un baricentro piuttosto basso, affidandosi poi alle ripartenze e puntando soprattutto sulla velocità di Pedro. La prima ghiotta occasione al 15' sul cross in area dalla destra di Barella per Perisic, che sbuca alle spalle di Hysaj e di testa manda sopra la traversa. Il croato a sinistra e Dumfries a destra offrono il supporto offensivo a Lautaro, mentre Sanchez, in assenza del collante Calhanoglu, si abbassa costantemente sulla trequarti allargando il proprio raggio d'azione per agire da regista offensivo. Dai piedi del cileno l'assist per il gol annullato (offside millimetrico) di Lautaro e il filtrante che porta al cross Dumfries per la girata ancora del Toro con parata miracolosa di Strakosha. Alla mezzora la sblocca Bastoni (primo gol in campionato), che sugli sviluppi del corner approfitta di una Lazio interamente schiacciata nella propria area, quindi dello spazio concessogli per prendere la mira e colpire con il mancini calibrato da fuori, mentre la fitta rete di maglie di fronte a Strakosha finisce per ostacolare la visuale al portiere. Cinque minuti dopo sull'altro fronte, primo squillo della Lazio ed è già parità: sul lancio in verticale di Cataldi, Immobile isolato in avanti sfugge d'astuzia alla marcatura di Skriniar, mentre De Vrij calcola male la traiettoria facendosi scavalcare dal pallone, Handanovic sbaglia completamente l'intervento in uscita e al bomber biancoceleste non resta che finalizzare a porta vuota.
La ripresa si apre sulla stessa falsariga del primo tempo, con l'Inter che riprende in mano il pallino del gioco mentre la Lazio gioca d'attesa per provare a pungere in contropiede. Al 60' il primo cambio nello scacchiere per Sarri che manda in campo Zaccagni per Felipe Anderson. Inzaghi prosegue con lo stesso undici, aumentando però il volume dei suoi uomini in attacco: salgono le torri, Bastoni da un lato, Skriniar dall'altro, con il primo in versione assist-man dopo il gol, mentre lo slovacco svetta in area stravincendo il duello aereo con Basic. Dopo il 2-1 arriva il momento di Dzeko e Correa, inseriti in tandem in sostituzione di Lautaro e Sanchez, poi entrano Darmian, Vidal e Dimarco al posto di Dumfries, Barella e Perisic. Negli ospiti Sarri si gioca le carte Luis Alberto, Lucas Leiva e infine Lazzari che rilevano Basic, Cataldi e Hysaj, ma Handanovic, a parte il brivido di un corner velenoso calciato sul secondo palo dal 10 brasiliano, non corre più alcun pericolo perché protetto dallo schermo difensivo a cinque con i neo entrati Darmian e Dimarco attentissimi a coprire nelle rispettive zone di campo. Pairetto manda le squadre negli spogliatoi dopo quattro minuti di recupero più altro calcio d'angolo per la Lazio in extremis. L'Inter riprende il cammino nelle stesse modalità con cui aveva terminato il vecchio anno, dominando l'avversario e ottenendo l'ottava vittoria di fila in campionato. Sono 17 i tentativi totali a rete della squadra di Inzaghi contro i 5 di quella di Sarri, 6 a 2 le conclusioni nello specchio. Possesso palla al 61% in favore dei nerazzurri, con l'89% d'accuratezza nei passaggi: 571 il numero complessivo per l'Inter, contro i 332 servizi degli ospiti. E chissà che dopo il termine 'sarriano' non servirà coniarne uno anche per il tecnico nerazzurro.
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