Dopo 7 punti conquistati nelle prime tre giornate di Serie A l'Inter, reduce dal pareggio per 2-2 al Ferraris contro la Sampdoria, ritrova la Champions League, il Real Madrid a un anno dalla doppia sfida della scorsa fase a gironi, San Siro e il suo pubblico, tornato seppure con affluenza parziale a rivedere le stelle. Rispetto al match di Genova Inzaghi recupera Bastoni e conferma lo schieramento tipo: in campo dal primo minuto nel 3-5-2, Darmian e Perisic agiscono sulle corsie esterne, Barella, Brozovic e Calhanoglu formano lo schermo in mediana, davanti spazio al tandem Dzeko-Lautaro Martinez. Nel Real primo in classifica di Liga (10 punti in quattro partite, 5-2 rifilato in rimonta al Celta Vigo nella gara casalinga di domenica) Ancelotti schiera il solito 4-3-3 solito con il rientrante Alaba in difesa a sinistra, mentre nel tridente d'attacco c'è la mossa a sorpresa con l'inserimento di Vazquez al posto di Hazard.
È il debutto della nuova fase gironi e i primissimi minuti per le squadre degli allenatori che hanno preso il posto di Conte e Zidane sono di studio. Il Real si appoggia sul Vinicius largo a sinistra e su Vazquez sulla fascia opposta, più centrale invece la manovra dell'Inter con Brozovic come sempre catalizzatore di palloni, Barella e Calhanoglu pronti a offrire l'ultimo rifornimento per le due punte. La prima vera ghiotta occasione per l'Inter arriva però dopo l'ottima idea di Skriniar che catapultatosi in avanti trova la sponda giusta in Lautaro, l'argentino prende in controtempo la difesa del Real e di prima manda in porta Dzeko, ma è attento Courtois che si scalda respingendo il destro del numero 9 nerazzurro. Intorno al 20' la squadra di Inzaghi va di nuovo vicinissima al vantaggio, stavolta provando a sfruttare la stessa arma delle corsie laterali tentata finora senza successo dalle merengues: Perisic si fa trovare largo a sinistra, sfrutta il buco di Carvajal e crossa in area per Lautaro che di testa trova ancora la risposta di Courtois.
Il Real appare statico nei movimenti e nelle idee dei tre centrocampisti Valverde, Casemiro e Modric, i quali si fanno ingabbiare nella morsa nerazzurra e non offrono mai un appoggio ai propri difensori. Ne risulta una squadra spaccata in due che si affida ai lanci lunghi, o alle fiammate di Vinicius, e si fa vedere dalle parti di Handanovic solo a seguito di alcuni errori in disimpegno dei milanesi, tra questi quello che regala al Real il corner su cui Militao svetta solissimo al limite dell'area piccola ma clamorosamente grazia Handanovic. Il pressing e la rapidità maggiore sia nei movimenti che nei passaggi dell'Inter hanno la meglio, ma davanti manca, come accade spesso, la concretezza. Al 36' Barella dalla mattonella personalizzata sulla trequarti di destra crossa in area per Lautaro che di testa spreca ancora sul fondo, un minuto dopo è invece Dzeko a fare a sportellate con gli avversari e servire Brozovic a rimorchio, il croato ci prova con la rasoiata da fuori ma anche stavolta il pallone esce di poco.
Alla ripresa il Real entra in campo con un atteggiamento tattico diverso. Modric, Casemiro e Valverde da interpreti assonnati diventano i veri assaltatori nella manovra degli spagnoli, alzano il baricentro della squadra e si portano a ridosso della trequarti nerazzurra, chiudendo difatti l'Inter nella propria area nei primi 5 minuti del secondo tempo. La squadra di Inzaghi risponde subito, ma c'è ancora uno strepitoso Courtois a dire di no a Dzeko di testa sul calcio d'angolo scaturito da un cross ribattuto di Calhanoglu. Il tecnico nerazzurro decide allora di cambiare l'ossigeno sulle fasce optando per il doppio cambio Dumfries-Dimarco, subentrati a Darmian e Perisic. Anche il Real decide di mantenere alta la pressione e così il match si infiamma da una parte e dall'altra. Benzema ora può trovare anche gli inserimenti in area di Carvajal, che intorno al 55' calcia sui guantoni di Handanovic. Il rischio per la squadra di Ancelotti è ovviamente quello di farsi trovare scoperta, così Alaba senza il filtro dei tre mediani si gioca il fallo ed il giallo per intervento irruento, dopo il tentativo d'anticipo sul pallone diretto a Dzeko.
Al 65' sono ancora due le carte giocate nello stesso slot da Inzaghi: entrano Correa e Vidal, escono Lautaro e Calhanoglu. Ancelotti invece punta ancora sulla formula fantasia più velocità dei brasiliani per il suo tridente, richiamando in panchina Vazquez e inserendo Rodrygo al posto dello spagnolo sulla destra. L'ex Santos insieme a Vinicius sul lato opposto agiscono quasi da solisti e con le loro finte provano a creare i pericoli maggiori, trovando però sempre l'ultima resistenza del muro di difesa nerazzurro, con Skriniar e De Vrij insuperabili. Sull'altro fronte Correa come di consueto gioca più indietreggiato rispetto a Dzeko ed è libero di muoversi su tutto il fronte d'attacco, creando così occasioni di inserimento per Vidal, il cui sinistro al 75' trova però lo scudo dalle maglie del Real. A 10 dalla fine Ancelotti fa rifiatare Modric mandando in campo il 18enne ex Rennes Camavinga, mentre al termine dell'azione successiva Inzaghi risponde con Vecino come ultimo cambio al posto dello stanchissimo Barella.
L'Inter nel finale appare nettamente più in calo rispetto alla compagine spagnola, fa fatica a costruire azioni da gioco in attacco e sembra addirittura accontentarsi del pareggio. Il primo campanello d'allarme verso Handanovic lo fa suonare Vinicius, il cui destro diretto in porta viene parato ancora in tackle da Skriniar. All'89' partendo dalla trequarti dei nerazzurri Camavinga scarica per Valverde e chiama l'uno-due in area sfuggendo in velocità alla marcatura di Vecino, poco reattivi anche Dumfries che non scala e soprattutto Bastoni che tiene troppo larga la marcatura su Rodrygo, man of the match con la girata che batte Handanovic dopo la sponda di Camavinga. Poco tempo e pochissime energie per reagire, così il debutto in Champions League dell'Inter di Inzaghi è nel segno del late drama. A fine partita i dati dicono due tiri in porta nello specchio di Handanovic e ben cinque le parate di Courtois. Nell'azione che porta al gol sono decisivi i due cambi di Ancelotti, ma con più lucidità in attacco e un'attenzione tenuta ai massimi livelli fino al 90' la serata, "da vivere" secondo Inzaghi, contro un Real però apparso alla portata, sarebbe potuta essere di segno diverso.
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Il Real appare statico nei movimenti e nelle idee dei tre centrocampisti Valverde, Casemiro e Modric, i quali si fanno ingabbiare nella morsa nerazzurra e non offrono mai un appoggio ai propri difensori. Ne risulta una squadra spaccata in due che si affida ai lanci lunghi, o alle fiammate di Vinicius, e si fa vedere dalle parti di Handanovic solo a seguito di alcuni errori in disimpegno dei milanesi, tra questi quello che regala al Real il corner su cui Militao svetta solissimo al limite dell'area piccola ma clamorosamente grazia Handanovic. Il pressing e la rapidità maggiore sia nei movimenti che nei passaggi dell'Inter hanno la meglio, ma davanti manca, come accade spesso, la concretezza. Al 36' Barella dalla mattonella personalizzata sulla trequarti di destra crossa in area per Lautaro che di testa spreca ancora sul fondo, un minuto dopo è invece Dzeko a fare a sportellate con gli avversari e servire Brozovic a rimorchio, il croato ci prova con la rasoiata da fuori ma anche stavolta il pallone esce di poco.
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Al 65' sono ancora due le carte giocate nello stesso slot da Inzaghi: entrano Correa e Vidal, escono Lautaro e Calhanoglu. Ancelotti invece punta ancora sulla formula fantasia più velocità dei brasiliani per il suo tridente, richiamando in panchina Vazquez e inserendo Rodrygo al posto dello spagnolo sulla destra. L'ex Santos insieme a Vinicius sul lato opposto agiscono quasi da solisti e con le loro finte provano a creare i pericoli maggiori, trovando però sempre l'ultima resistenza del muro di difesa nerazzurro, con Skriniar e De Vrij insuperabili. Sull'altro fronte Correa come di consueto gioca più indietreggiato rispetto a Dzeko ed è libero di muoversi su tutto il fronte d'attacco, creando così occasioni di inserimento per Vidal, il cui sinistro al 75' trova però lo scudo dalle maglie del Real. A 10 dalla fine Ancelotti fa rifiatare Modric mandando in campo il 18enne ex Rennes Camavinga, mentre al termine dell'azione successiva Inzaghi risponde con Vecino come ultimo cambio al posto dello stanchissimo Barella.
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