Centoquindici giorni dopo. Un divario che non può essere mero conteggio cronologico, visto che da quell'Inter-Ludogorets dello scorso 27 febbraio sembra passata un'era. Dall'era pre-Covid e dei tifosi allo stadio all'era post-Covid con San Siro che riapre le porte alla squadra di Conte senza però gli incitamenti e le coreografie del pubblico di casa. Un fattore che in campionato è spesso stato determinante, specie alla Scala del Calcio, ma non è il solo cambiamento imposto dalla nuova era. Conte si affida ad antiche certezze e ad una nuovissima conferma, l'inserimento di Eriksen da trequartista alle spalle di Lukaku e Lautaro, la conferma del 3-4-1-2 dopo la buona prestazione in Coppa Italia contro il Napoli. Può e deve essere l'era del danese. Per il resto schieramento consolidato con il solo Gagliardini a fare suo uno slot in mediana al fianco di Barella dopo il doppio forfait di Sensi e Brozovic, sulle corsie i soliti Young e Candreva. Dall'altra parte anche Ranieri rivoluziona in parte la sua Sampdoria. Out Quagliarella per problemi fisici, fuori anche Gabbiadini per scelta tecnica: unica punta del 4-4-1-1 dei doriani è La Gumina, sostenuto da Ramirez, mentre a centrocampo dentro la linea a quattro con Jankto, Thorsby, Linetty e Bertolacci.
Samp aggressiva e motivata in avvio di gara, ma dopo un minuto e mezzo è subito l'Inter a far suonare il primo campanello d'allarme dalle parti del portiere Audero: dal binario di destra Candreva lanciato sulla fascia mette in mezzo un pallone basso, velo di Lautaro e inserimento di Eriksen che insacca, sarebbe la gioia del secondo gol consecutivo che viene però fermata dal fischio dell'arbitro Mariani: offside dell'esterno ex Lazio che nello sprint era partito con un attimo d'anticipo. La manovra dell'Inter si fa sempre più avvolgente mentre la squadra di Ranieri viene risucchiata nella propria metà campo. Gli scambi stretti e veloci sulla trequarti sono l'arma più volte usata dai nerazzurri per tentare di scardinare la retroguardia blucerchiata. Così al 6' con Eriksen che ci riprova stavolta da fuori dopo aver raccolto l'assist di Young e trovando in risposta la parata in tuffo di Audero. Quattro minuti dopo la giocata diventa ancora più raffinata ed è letale: lancio per Lautaro e tacco dell'argentino per l'uno-due fra Lukaku ed Eriksen, il belga liberato da solo in area porta in vantaggio l'Inter mentre i difensori della Samp restano inevitabilmente ancora per qualche secondo smarriti, complice una mediana che quando la squadra rimane leggermente sbilanciata si lascia scavalcare troppo facilmente dalle palle alte verso le punte nerazzurre e fatica quindi a rientrare.
Nei primi trenta minuti gli attaccanti, Lautaro in primis, lavorano da boa favorendo l'arrivo di nuove frecce alle loro spalle. Tra queste si segnalano Bastoni, propositivo sulla sinistra nel dialogo con Young, e Skriniar che sbuca a volte nell'insolito ruolo di trequartista aggiunto. Nel mezzo c'era stato anche un bolide di Candreva uscito di poco a lato, mentre al 33' il copione è simile a quello del primo gol con gli interpreti che conoscono a memoria le battute pur scambiandosi i ruoli: ancora un lancio innesca stavolta Lukaku che dopo il rapido doppio basso sulla destra vede in area Candreva che a sua volta prolunga sul secondo palo per Lautaro, e anche per il Toro è tutto facile. La trama non cambia nemmeno dopo la rete del raddoppio, anche se in chiusura di primo tempo una palla sporca persa nel palleggio fuori area da Gagliardini manda al tiro Ramirez che però sciupa l'unica occasione concessa ai doriani sparando in curva. Un brivido per Conte al rientro negli spogliatoi, anche se l'Inter vista in campo nei primi 45 minuti è una squadra in pieno possesso del match e dei suoi ritmi, capace di rappresentare un pericolo costante e imprevedibile per i suoi avversari e che nel contesto tecnico-tattico non richiede alcuna correzione al proprio tecnico.
Nessun cambio alla ripresa nei ventidue in campo, muta però l'atteggiamento degli ospiti che seguono la scossa voluta da Ranieri e mostrano sin da subito di volere a tutti i costi rientrare in partita. Nei primi cinque minuti dei nerazzurri torna invece alla ribalta Eriksen: forse seguendo nuove indicazioni da parte di Conte all'intervallo, il danese sfrutta prima un lancio in area, dribbla Audero e da posizione defilata serve a rimorchio Lukaku che a porta quasi vacante colpisce male di prima e manda a lato, poi dopo l'ennesimo scambio sulla trequarti trova ancora in risposta al suo mancino i riflessi attenti del numero 1 blucerchiato. La Samp però conferma un altro piglio e meno impaurita tenta il pressing e le accelerazioni offensive con più grinta, sfruttando anche un lieve calo fisico dei nerazzurri. Da una di queste azioni in velocità nasce il calcio angolo che porta al flipper nell'area di Handanovic e quindi al gol che accorcia le distanze siglato da Thorsby, con un'Inter che nei movimenti su palla inattiva appare statica e si fa sorprendere per ben due volte prima sulla traversa di Colley e poi sul tapin del norvegese.
I ritmi si spezzano intorno al 70' con i primi dei cinque cambi a disposizione delle due squadre: per gli ospiti entrano in campo Depaoli, Leris e Bonazzoli al posto di Ramirez, Jankto e La Gumina, nei nerazzurri forze fresche sulle fasce con Moses e Biraghi che rilevano Candreva e Young. Eriksen va vicino al bis su calcio d'angolo ma si salva ancora Audero, sull'altro fronte la Samp sempre più offensiva alza la linea dei centrocampisti, ora tutti a sostegno di Bonazzoli: rischia l'Inter con il tentativo di Murru da fuori area che si spegne sul fondo dopo la ribattuta della difesa nerazzurra su un'altra azione insistita dei doriani. Al 78' Conte si cautela richiamando in panchina Eriksen e inserendo Borja Valero per il ritorno al 3-5-2, dall'altra parte è il turno di Vieira che prende il posto di Linetty, sette minuti riservati invece ad Alexis Sanchez che all'83' sostituisce Lautaro. In chiusura l'Inter prova a chiudere la partita e mira meno al possesso palla, ma stavolta la rete fitta e rapida di passaggi si infrange al limite dell'area di rigore avversaria. Scelta che non premia ma concede la ripartenza pericolosa alla Samp che porta al fallo di Borja Valero (ammonito) e al calcio di punizione insidioso di Leris respinto in tuffo da Handanovic, mentre in contropiede prova a scatenarsi a sprazzi Moses che però per ben due occasioni è impreciso e prima sbaglia l'assist per Sanchez, poi svirgola la conclusione davanti ad Audero. Dopo quattro minuti di recupero l'arbitro Mariani dice che può bastare così. Ci sono voluti centoquindici giorni per rivederla a San Siro, ma l'Inter di Conte non si è persa, quasi perfetta nel primo tempo cala naturalmente nella ripresa. La nuova era di Eriksen, del 3-4-1-2 e delle giocate geniali deve prendere spunto da quanto messo in mostra nella prima parte di match, puntando sulla crescita della condizione atletica e anche su un calendario che in ottica rincorsa scudetto può giocare un ruolo cruciale a favore dei nerazzurri.
VIDEO - IL TRIANGOLO LUKAKU-ERIKSEN-LUKAKU ESALTA TRAMONTANA. MA CHE SOFFERENZA
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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