Un match, solo qualche mese fa, decisivo per la lotta Champions, e in questo momento della stagione importante per consolidare le ambizioni delle due squadre, distanti un punto in classifica. La trasferta di Roma contro la Lazio, nella settimana del derby e del Camp Nou, rappresenta un ulteriore banco di prova per la squadra di Spalletti. Il tecnico di Certaldo si affida, non senza sorprese, a Joao Mario, alla prima apparizione dopo l'estate turbolenta. Riposo per Borja Valero, conferma per Vecino-Brozovic, così come per la coppia di difesa Miranda-Skriniar. Politano-Perisic ai lati di Icardi. Nella Lazio, Simone Inzaghi deve rinunciare all'infortunato Lucas Leiva, al suo posto Badelj. Nuova chance, in avanti, per il doppio attaccante, Immobile più Caicedo.
PRIMO TEMPO - Primi minuti di studio: l'Inter, scesa in campo con la convinzione di voler fare la partita, deve fare i conti con l'idea di chiudere le linee, per poi ripartire in ampiezza e profondità, dei padroni di casa. L'ottimo approccio nerazzurro, spezzettato da qualche iniziativa biancoceleste, si trasforma in evidente dominio con il passare dei minuti. Il possesso palla nella propria trequarti, oltre a Brozovic, coinvolge Vrsaljko e soprattutto Asamoah, sul quale esce in prima battuta quasi sempre Parolo, con Marusic più accorto (per raddoppiare su Perisic). I due centrali di difesa nerazzurri, lasciati liberi nella prima costruzione, si affidano ai terzini e al regista croato, sempre molto bravo ad eludere il "controllo" di chiunque scali dalla sua parte, a partire dall'attesa dei due attaccanti. L'alzamento di Vecino e il conseguente allargamento di Joao Mario mettono in difficoltà la mediana biancoceleste, con Badelj in inferiorità tra le linee, mentre favoriscono le improvvise verticalizzazioni di Brozo, alternate da qualche cambio di gioco intento a servire le ali offensive. Ali offensive cercate anche dalla partecipazione al gioco di Icardi, poco incisive in campo aperto e limitate dalla densità del 3-5-2 casalingo in quelle zone di campo a difesa schierata. Quando, soprattutto nella prima parte, la Lazio prova a portarsi in avanti per far male in contropiede, l'aggressività dell'Inter trova più spazi per ribaltare l'azione sugli esterni, liberando gli 1 contro 1 di Perisic con il centrale di riferimento, Luiz Felipe. Quando, invece, per molti tratti della prima frazione, gli uomini di Spalletti gestiscono pazientemente e ordinatamente il pallone, i raddoppi biancocelesti attenuano l'apparente inferiorità nelle vie laterali, alimentando la capacità nerazzurra di superare la prima linea per quelle centrali. La fisicità di Caicedo e Milinkovic-Savic, gli inserimenti di Parolo e la mobilità di Immobile le armi che mettono alla prova la coppia Skriniar-Miranda, ben supportata dal centrocampo (a due in fase di non possesso) e dai due terzini Vrsaljko e Asamoah, molto utili e accorti in fase difensiva, meno propositivi in quella offensiva. L'ultimo quarto d'ora abbondante della prima frazione, dal gol di Icardi a quello di Brozovic, passando per l'ingresso di Cataldi per Badelj (infortunato), rende merito al dominio degli ospiti, molto organizzati nel possesso e nel recupero della palla, spesso presenti nell'area di rigore avversaria e sempre pericolosi su situazioni di palla inattiva, con Brozovic, Vecino e Icardi primi protagonisti di queste diverse situazioni di gioco.
SECONDO TEMPO - I dettami tattici rimangono gli stessi, il risultato porta più pressione sulla sponda biancoceleste. La costruzione nerazzurra dal basso (da rimessa dal fondo) è resa più complicata, con Handanovic comunque quasi mai orientato a ricorrere al rinvio lungo. L’Inter si dimostra molto coraggiosa e reattiva, attirando volutamente il movimento degli avversari per poi provare a bucarli alle spalle. Un paziente “palla indietro, palla avanti”, con Brozovic costante punto di riferimento, il leitmotiv degli uomini di Spalletti, qualche errore in seconda battuta il difetto che permette alla Lazio di rimanere in partita. Anche Perisic, preoccupato dalla maggior spinta di Marusic, non sfrutta fino in fondo il maggior spazio liberatogli proprio dal “nuovo” atteggiamento dell’esterno montenegrino e dall’ottimo lavoro a venire incontro svolto da Mauro Icardi. L’ingresso di Borja Valero per Joao Mario (con il passare dei minuti in difficoltà) e Politano più dentro al campo le mosse che regalano ulteriore centralità e superiorità ai nerazzurri, con l’assist dello spagnolo e il taglio dell’italiano a liberare il movimento del capitano, mandando fuori causa la difesa biancoceleste e mettendo la parola fine al match. L’ingresso di Correa per Caicedo, un istante prima dello 0-3, mette alla prova una retroguardia e una squadra, quella ospite, forte del punteggio, e per questo - forse - leggermente meno invulnerabile. Il fantasista argentino, insieme a Immobile, porta avanti la reazione d’orgoglio dei padroni di casa, Handanovic risponde mantenendo la porta inviolata. Gagliardini per Vecino e Keita per Politano, a pochi minuti dal fischio finale, non incidono su un match ampiamente già riempito, ampiamente colorato di nerazzurro. Una seconda frazione che avrebbe potuto mettere ancor più alle corde i padroni di casa, una partita che ha dimostrato la crescita degli ospiti, autorevoli e dominatori su un campo difficile che, se nella scorsa stagione rappresentò l'apertura verso l'orizzonte Champions, ieri ne ha rafforzato le credenziali all'interno del confine nazionale, con ancora tanti margini di miglioramento, con ancora tanta strada da percorrere, in Italia come in Europa. Con ancora qualche pedina da crescere e sfruttare.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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