Squadra che vince non si cambia, nemmeno se la volata scudetto si intreccia con un derby di Coppa Italia alle porte, quello che martedì sera sancirà la prima finalista tra Inter e Milan. Nella trasferta al Picco contro lo Spezia Inzaghi schiera i suoi con il consueto 3-5-2: in difesa, davanti ad Handanovic, torna Bastoni nel reparto completato da Skriniar a centro e D'Ambrosio a destra (panchina per De Vrij che ha recuperato dall'affatticamento sofferto con il Verona). A centrocampo non riposano né Dumfries né Perisic, confermatissimi sulle rispettive corsie. In mezzo spazio come sempre a Barella, Brozovic e Calhanoglu. In attacco confermato anche Correa in coppia con Dzeko. Lautaro rientra dalla squalifica, ma viene risparmiato inizialmente per il derby di Coppa. Dall'altra parte, solito 4-3-3 per i padroni di casa, con Thiago Motta che deve fare a meno di Bourabia e Leo Sena: nel tridente d'attacco gioca l'ex Manaj affiancato da Gyasi e Kovalenko, preferiti a Nzola, Verde e Agudelo.
Spezia propositivo in avvio di gara: dopo 5' il primo brivido per l'Inter con l'imbucata di Maggiore per il taglio da destra verso il centro di Gyasi, i nerazzurri difendono alti e Perisic manca l'intercettamento sul filtrante per il ghanese, l'ottima lettura di Handanovic in uscita evita il peggio. Il pallino del gioco viene subito ripreso dalla squadra di Inzaghi, mentre lo Spezia si difende in undici nella propria metà campo. Barella si proietta a destra a supporto di Dumfries nel tentativo di allargare la retroguardia dei liguri, Calhanoglu si accentra alle spalle di Dzeko e Correa, lasciando campo libero a sinistra a Perisic e alle sortite di Bastoni. Sul lato opposto, anche D'Ambrosio fa da jolly offensivo in area e da uno dei suoi inserimenti nasce una potenziale palla gol per Dzeko che, dopo aver colpito il palo, è sanzionato per un fallo in attacco. Il bosniaco cerca più la profondità rispetto a Correa, che svaria su tutto il fronte tentando a volte anche la giocata personale. Con il passare dei minuti l'Inter rallenta i ritmi per fare uscire lo Spezia, che però guadagna metri riuscendo anche ad affacciarsi in avanti tramite il gioco sulle corsie: i due terzini Amian e soprattutto Reca non si risparmiano offrendo il supporto a Gyasy e Kovalenko. Al 31', dopo anche tre tentativi dalla distanza di Calhanoglu, l'Inter e Brozovic decidono di fare la voce grossa: il croato, che rispetto alle solite asfissianti marcature a uomo stavolta gode di una certa libertà e può dirigere le azioni, pennella dalla trequarti per il jolly D'Ambrosio, vero e proprio centravanti aggiunto, dalla sponda di testa del 33 lo stesso Brozovic legge in anticipo la situazione, quindi si catapulta in area sfruttando la dormita dei mediani bianconeri e chiudendo l'uno-due con il mancino scaraventato sotto il sette.
Alla ripresa secondo cambio per Thiago Motta, che già al 37' aveva dovuto giocarsi la carta Ferrer al posto dell'infortunato Reca: in campo quindi anche Agudelo al posto di Kovalenko. La velocità del neo entrato mette in apprensione l'Inter e Bastoni già dopo pochi secondi dall'avvio della seconda frazione, ma è tutto lo Spezia a mostrare un atteggiamento ben più aggressivo e meno rinunciatario rispetto alla prima parte di match. L'Inter, che non si aspettava una reazione così veemente, difende in maniera soft e rischia grosso in un paio di occasioni contro i tentativi di Erlic, di testa su corner, e Simone Bastoni, il cui mancino tagliato non trova la deviazione degli attaccanti. Al 60' girandola di sostituzioni offensive da una parte e dall'altra: Inzaghi opta per gli ingressi di Lautaro e Sanchez al posto di Correa e Dzeko, Thiago Motta richiama Simone Bastoni e Manaj inserendo Verde e Nzola per uno Spezia ancora più spregiudicato, ma l'angolano ha problemi con l'orecchino e sarà costretto a chiedere il cambio dopo appena 9' venendo così sostituito da Antiste. La foga e le energie dei padroni di casa si spengono con il passare dei minuti, mentre l'Inter, che è tornata ad attaccare, si ritrova con più varchi per colpire. Sanchez, che ha ereditato da Correa anche i compiti di raccordo, apre la manovra con il lancio lungo verso sinistra per Perisic, il croato di fronte a sé ha Gyasi, non un difensore, che gli lascia il tempo e lo spazio per portarsi la palla sul destro e servire l'assist a Lautaro, lucido e rapace nell'anticipo su Erlic a firma del raddoppio. A 15' dal termine è il turno di Darmian e Vidal che rilevano Dumfries e Calhanoglu, all'82' l'ultimo cambio del match con De Vrij che subentra all'acciaccato Bastoni. All'88' è un'azione sporadica dello Spezia finalizzata dal destro dal limite di Maggiore a riaprire il match, dopo l'iniziativa a sinistra di Ferrer, il cui cross attraversa la trequarti e finisce sui piedi del capitano dei liguri, rapido nello stop e tiro sotto l'incrocio. Il tris di Sanchez che richiude la gara nel recupero è frutto della partenrship tra il cileno e Lautaro, con l'argentino che gioca sulla profondità e premia il ritorno del Niño, quando anche gli schemi difensivi dello Spezia sono ormai saltati del tutto. Finisce 1-3 una partita in larga parte dominata dall'Inter: 22 a 7 le conclusioni complessive per la squadra di Inzaghi, 10 a 2 i tiri nello specchio. Possesso palla al 66% in favore dei nerazzurri, con 511 passaggi totali contro i 190 degli uomini di Thiago Motta. Numeri da Inter, che ottiene la terza vittoria di fila con un'altra prestazione solida e autoritaria. Il Milan è avvisato.
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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