Alla fine del mercato manca ancora qualche giorno, ma finalmente è tutto pronto. L’Inter scenderà in campo lunedì sera contro il Lecce per inaugurare la nuova stagione, la prima da tecnico nerazzurro per Antonio Conte. Tutti si aspettano tante cose dall’allenatore più pagato dalla Serie A, non solo per una mera questione economica: sia alla Juventus sia al Chelsea, al primo anno Conte ha sempre vinto. Ed è negli occhi di tutti la garra della sua Italia, quella che andò a un rigore dall’eliminare la Germania campione del mondo a Euro16.
Corsi e ricorsi storici per un campionato che si prospetta più avvincente di quello dell’anno scorso: l’Inter è virtualmente la terza forza del campionato, dietro alla Juventus rivoluzionata di Maurizio Sarri e al Napoli di Ancelotti che ha concluso nella sessione estiva due dei colpi più costosi della sua storia. Purtroppo (o per fortuna, altrimenti che gusto ci sarebbe?) non abbiamo la bacchetta magica, o la sfera di cristallo: nessuno sa quali pieghe prenderà questa Serie A, anche se tutti si augurano di vivere una corsa avvincente per la sfida allo Scudetto, alla Champions League e, perché no, anche alla salvezza. Le indicazioni che la squadra di Conte ha dato in fase di pre-season sono massicce, in alcuni casi utili a tratteggiare quelli che potrebbero essere i macro-temi della stagione dell’Inter. Da tutte queste analisi, si possono filtrare delle tendenze che ci aiutano a identificare le cinque grandi domande della stagione 19/20:
- Come attaccherà l’Inter? I cross saranno ancora un’arma fondamentale nello scacchiere tattico nerazzurro?
Durante tutta la pre-season, Antonio Conte è stato maniacale nel guidare i suoi uomini negli spazi, costringendoli a cercare soluzioni rapide, mai complesse ma nemmeno banali: ha instradato gli esterni verso nuovi compiti, mentre i centrocampisti hanno cominciato non solo a lavorare su un possesso palla orizzontale che sale in contemporanea alla squadra, ma grazie alle caratteristiche di Sensi (e Barella) si sono mossi in verticale, creando dei movimenti a fisarmonica in concerto con gli attaccanti che hanno permesso all’Inter di esplorare zone di campo (i cosiddetti half-spaces, le fasce centrali) finora inesplorate.
Con Spalletti, il gioco era destinato ad allargarsi sugli esterni per poi essere catalizzato all’interno dell’area grazie alle valanghe di cross che un giocatore come Icardi (e la poca qualità generale della rosa) ispiravano. Quest’anno la musica pare cambiata, anche se sarà difficile vedere un’Inter che non crossa. L’indicazione potrebbe essere che la squadra di Conte continuerà a praticare l’arte del cross (si spera con migliori risultati della stagione scorsa, anche grazie a un numero maggiore di giocatori coinvolti in fase di ricezione) ma il volume si abbasserà sensibilmente perché le trame offensive passeranno anche dalla trequarti, zona che negli ultimi due anni è rimasta sensibilmente vuota, a causa di un deficit tecnico. I movimenti delle due punte, gli inserimenti dei centrocampisti e la posizione spesso altissima dei due esterni contribuiranno a variegate il gioco dell’Inter in modo tale da renderlo meno prevedibile, la pecca massima di cui si è tacciata l’Inter spallettiana.
- Quale sarà la coppia d’attacco titolare e quella che accumulerà più minuti nelle partite importanti?
Al momento, non è che ci sia molta scelta. L’attacco dell’Inter vive e muore con Lautaro Martinez e Romelu Lukaku. I due striker non si sono visti mai giocare insieme, se non nelle amichevoli a porte chiuse disputate in quel di Appiano. Sulla carta, Lautaro ha tutta una serie di caratteristiche che costituiscono un ottimo fit tecnico con quelle di Lukaku, utili a lasciare che il belga sprigioni tutta la sua velocità negli spazi, aggredendo la difesa avversaria, senza limitarsi al gioco spalle alla porta, dove Martinez già l’anno scorso ha dimostrato di essere un fattore: guadagna falli, gioca semplice, cerca sempre l’appoggio sul compagno.
Anche Politano, a causa dell’infortunio che l’ha tenuto fuori fin dai primi giorni di ritiro, appare ingiudicabile: i primi 45’ al Mestalla contro il Valencia hanno lasciato qualche perplessità sulle sue ricezioni senza palla, sul suo modo di intendere l’attacco à la Conte. Ma è davvero troppo poco per giudicare, e stiamo parlando di un giocatore che l’anno scorso sembrava capitato di passaggio ad Appiano Gentile per poi essere fra i più impiegati da Spalletti. E ricordiamo che la stagione prima di arrivare all’Inter, Politano ha giocato spesso da prima punta nel Sassuolo di Iachini, risultando decisivo. Di Alexis Sanchez potremo parlare se e quando sbarcherà ad Appiano Gentile, ma sarebbe un complemento ideale per innestare un po’ di qualità in un reparto ancora criptico. C’è poi la questione Esposito: il ragazzo ha 17 anni e ha giocato un pre-campionato importante. Conte ci crede, si era parlato anche di un suo possibile esordio dal 1’ contro il Lecce: potrà essere un arma, anche di caos tattico, ma la coppia su cui Conte dovrà fare affidamento sarà per forza di cose quella composta da Big Rom e dal Toro, a meno che il mercato negli ultimi sussulti non regali qualcosa di fantasioso (Dybala?).
- Il centrocampo: come verrà sfruttato e quali sono gli uomini su cui puntare?
Per la prima volta dopo tanto tempo, l’Inter ha nel suo organico di centrocampo giocatori con caratteristiche eterogenee. È lapalissiano dire che Stefano Sensi si è conquistato di prepotenza ogni tipo di attenzione dopo aver dimostrato le sue qualità individuali e la capacità di adattarsi alle richieste di Antonio Conte. Lucido, sa toccare il pallone e muoversi in profondità: ha formato fin da subito un’ottima intesa con Brozovic, il vero fulcro di questa squadra. Ora bisognerà vedere come Sensi approccerà la Serie A, che evidentemente per intensità e fisico è un’altra cosa rispetto al contesto della ICC. Quel che è certo è che Sensi si è guadagnato un’occasione importante, difatti dal primo minuto contro il Lecce dovrebbe esserci lui: dal suo sviluppo passa molto della stagione dell’Inter, soprattutto se non dovessero arrivare altri innesti. Qualora riuscisse ad essere presente sotto porta come lo è stato nell’ultimo mese e mezzo, anche Mancini potrebbe goderne in ottica nazionale.
Barella si è visto poco, anche a causa di una condizione fisica da ritrovare, ma sembra il prototipo perfetto del giocatore contiano: è ipotizzabile vedere un centrocampo con lui e Sensi mezzali, anche per il modo che ha di unire le due fasi e di uscire aggressivo sul primo possesso avversario. Una volta rodato, Barella potrebbe essere l’ago della bilancia dell’equilibrio dell’Inter. Per il resto, i nomi attorno cui ruoteranno le scelte di Conte sono gli stessi: Vecino e Gagliardini hanno un’occasione irripetibile, il primo per confermarsi un giocatore in grado di fare la differenza a tutto campo, il secondo per rilanciare le proprie quotazioni dopo un anno di panchine e gol al Genoa. Joao Mario e Borja Valero sembrano fuori dal progetto ed è possibile che entrambi si accasino altrove negli ultimi giorni di mercato: entrerà un loro sostituto?
- Lo scacchiere della Serie A è cambiato? L’Inter di Conte riuscirà a gestire la pressione di un duello annunciato (almeno) con il Napoli?
In questa prima giornata, la Juventus e il Napoli hanno già dato prova di forza diversa. I bianconeri, lontanissimi dalla forma migliore e con una squadra simile a quella di Allegri, hanno ottenuto il massimo con il minimo sforzo, riducendo ogni tipo di rischio. In attesa del bel gioco, la squadra di Sarri ha dimostrato di saper vincere anche alla vecchia maniera, battagliando nel fango e grazie a un gol sporco. Il Napoli è semplicemente una squadra zeppa di talento che ha sempre un modo per togliersi dai pasticci: Manolas e Lozano sono colpi importantissimi, un vero e proprio statement per il campionato intero. L’Inter ha ben chiaro qual è il suo traguardo e Conte è la garanzia massima che si farà di tutto per gettare il cuore oltre l’asticella.
Ma per ora la gerarchia sembra segnata. Dietro l’Inter, un gruppo importante di club che hanno voglia di rivalsa: l’Atalanta ha compiuto un mercato equilibrato, irrobustendo l’attacco senza perdere pezzi da novanta. La Lazio ha puntellato una rosa che l’anno scorso è stata molto discontinua, ma tutti i giocatori che sono arrivati (Vavro, Jony e Lazzari, per dirne tre) sembrano funzionali al gioco di Inzaghi e promettono di inserirsi al meglio nei meccanismi biancazzurri. La Roma e il Milan si portano dietro qualche incognita perché entrambe hanno cambiato moltissimo: Giampaolo è famoso per le sue partenze forti, i giallorossi di Fonseca si presentano con una linea difensiva totalmente nuova e un centrocampo che ha messo Zaniolo al centro di tutto. Sembrano un gradino sotto, ma si sa che a volta l’ambizione, l’ambiente e il coraggio delle proprie scelte possono fare la differenza.
- Quali saranno i giocatori dell’Inter che Conte utilizzerà di più?
Come negli ultimi tre anni, l’Inter baserà la propria fortuna sulla fase difensiva. L’MVP del pre-campionato è Stefan de Vrij che come perno della linea a tre è sembrato subito a suo agio, alternando giocate finissime ad alcune chiusure importanti. Skriniar è sembrato un po’ in affanno, ma uno della sua costituzione ha tutto il diritto di essere appesantito a fine luglio. A destra, D’Ambrosio si candida a essere uno dei più utilizzati - anche per far rifiatare Diego Godin che verosimilmente verrà usato nelle partite di Champions League, dove il pallone scotta di più. E dove l’Inter dovrà ricorrere a tutta l’esperienza necessaria per non ricadere negli errori che sono stati commessi lo scorso anno. Sulle fasce, al netto dell’arrivo di Biraghi e delle potenzialità inesplorate di Lazaro, Candreva e Asamoah sembrano l’usato sicuro: l’ex Lazio ha dimostrato di essere rivitalizzato dalla cura Conte, con una corsa importante, controlli orientati e dribbling nel traffico.A centrocampo, il nichelino fa speso su Brozovic che come abbiamo ribadito sarà la colonna centrale della squadra insieme a de Vrij, anche se Sensi potrebbe farlo rifiatare di tanto in tanto. E anche Barella sarà un altro di quelli che vedremo giocare un sacco di minuti. Lì davanti, ovviamente, spazio a Big Rom e Lautaro: una coppia d’attacco che insieme ha meno di cinquant’anni e che vuole prendersi l’Inter. Si alza il sipario, buona stagione a tutti.
Se vuoi saperne di più, ascolta l’ultima puntata de L’Orologio - cliccando al link in basso - dove i temi della stagione dell’Inter sono stati analizzati approfonditamente.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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