Non poteva essere una serata normale, la notte scorsa. A San Siro si intrecciavano una serie di narrazioni: l’Inter dai presunti nervi tesi dopo il pari con il Cagliari, la rivoluzione in atto nel mercato di gennaio con tre nuovi acquisti in ruoli nevralgici, la Fiorentina a caccia di una vittima illustre per impreziosire il cammino di Iachini. Alla fine, l’hanno decisa gli episodi: Conte cambia modulo, prova le tre punte in attesa di poter collocare in pianta stabile un qual certo danese a supporto di Lukaku e Lautaro, visto che Sanchez è anni luce lontano dalla miglior condizione. Un gol di Candreva, una prepotente capocciata di Caceres e un siluro di Barella consegnano all’Inter il primo pass per una semifinale di Coppa Italia dai tempi del Mancini bis, quando non si concretizzò una pazza rimonta a San Siro ai danni della Juventus. Un'onta terribile che Conte stesso avrà occasione di dimenticare. Ora la doppia sfida sarà con il Napoli, con l’ex Politano pronto a essere protagonista. Per avere la possibilità di giocarsi il primo titolo dopo quasi un decennio.
È QUESTIONE DI SCALA - Alla fine è arrivato. Ci ha messo un pizzico in più del previsto, ma Christian Eriksen è stato regolarmente della partita contro la Fiorentina, riuscendo quasi a bagnare il suo esordio con un assist per Lautaro Martinez. Non è andata per una posizione d’offside del Toro, ma la padronanza con cui il giocatore danese ha gestito ogni pallone che gli è gravitato sul piede trasuda classe e lascia ai tifosi un entusiasmo irrefrenabile. Nessuna voglia di strafare, nessun contrasto duro: l’ex Tottenham ha aspettato che la partita gli concedesse le sue occasioni, senza forzare e raccogliendo linee di passaggio su cui far sfogare i compagni. Riceve, sempre a testa alta, e dosa il ritmo dell’attacco, decide se controllare o accelerare. Il campione che il popolo nerazzurro acclamava è arrivato e - come ha detto giustamente Barella - c’è impazienza per il momento in cui, dopo la Scala, riuscirà a far impazzire la Scala del calcio.
MVP - In attesa di Eriksen, ieri sera un altro centrocampista dell’Inter si è preso il proscenio. Niccolò Barella ha giocato una partita totale, intensa e coraggiosa: se nel primo tempo ha acceso e spento l’interruttore, nella ripresa la squadra cambia marcia grazie al suo ritmo forsennato con cui aggredisce gli avversari e si propone in entrambe le fasi. Il gol con cui suggella la qualificazione è un plus alla sua prestazione: Conte lo sta plasmando a sua immagine e somiglianza e la speranza è quella di vedere il centrocampista sardo sempre più incursore, nel cuore dell’area di rigore, a segnare quei gol “facili” che lui stesso ha ammesso di dover imparare a concretizzare meglio. Barella ha fatto trovare ritmo anche al disperso Vecino che dopo due settimane in naftalina è tornato a disposizione di Conte e ha giocato una partita d’impegno, riuscendo a rimanere concentrato per gran parte della gara: i suoi spunti hanno dato spazio all’Inter e il suo colpo di tacco aziona il movimento di Candreva che porterà al vantaggio interista. Sprazzi, intenzioni: a Conte serve anche questo.
I NUOVI - Ad Ashley Young è stata data una manciata di giorni per ambientarsi: qualche allenamento, una cena con i compagni, una cantata di Bob Marley. Poi, subito in campo: ai 90’ contro il Cagliari se ne sono aggiunti altrettanti contro la Viola, per un’altra prestazione convincente - soprattutto negli ultimi metri. Nonostante i 34 anni, i piedi sono ancora veloci e i giochi di gambe con cui disorienta gli avversari portano un notevole vantaggio alla prevedibile manovra interista: i suoi cross sono frequenti e precisi e anche in questo caso, per un gioco di centimetri Vecino avrebbe potuto sfruttare un altro suo spiovente. E se Young è da considerarsi già integrato nelle rotazioni, Conte ha dato fondo a tutti i nuovi, schierando per dieci minuti anche Victor Moses, suo pupillo al Chelsea che deve ritrovare la forma migliore. Qualche scatto, un paio di coperture, un accenno di contrasto fisico per quel che potrebbe essere un fattore decisivo nella corsa agli obiettivi dell’Inter. Ma non ha senso correre: domenica sera si va ad Udine, per ricominciare a macinare punti.
Tutto sommato, una normale serata di Coppa Italia.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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