Mundo Deportivo, nel giorno di Barcellona-Inter, ha intervistato un doppio ex dalla grande storia con ambo i club come Luis Suarez, ad oggi (ricorda il quotidiano) l'unico Pallone d'Oro della storia del calcio spagnolo. "Mi aspetto una partita molto combattuta. Vedo un'Inter migliorata, che sta progredendo da un mese a questa parte e un Barcellona in un momento non molto brillante ma generalmente superiore all'avversario. La cosa bella del calcio e della Champions è che il risultato è aperto. Blaugrana favoriti in Europa? Ha una squadra per andare lontano, anche per vincerla. Non vedo un solo favorito, ma il Barcellona è uno dei tre-quattro club che possono farlo. Non penso si ripeterà ancora il Real. L'Inter invece torna nel torneo con la missione di crescere come squadra e andare più avanti possibile. Per chi tiferò? Ho giocato tanti anni da entrambe le parti, ho il cuore per tutti e due. In una squadra mi sono fatto uomo, nell'altra ho vinto due Coppe Campioni. Mi sta bene un pari e le due squadre qualificate".

Si passa poi a parlare delle qualità dei nerazzurri. "Devono porsi l'obiettivo di migliorare come squadra. La miglior qualità è il collettivo, il gruppo. L'Inter è forte in tutti i reparti, anche se chiaramente il Barcellona è superiore in mezzo al campo. Spalletti ha un buonissimo portiere, una buona difesa e un riferimento offensivo in Icardi. E' migliorato, fa gol, è pericoloso. Fa parte del gruppo dei migliori attaccanti del mondo, anche se sotto il livello di Messi e Cristiano Ronaldo". 

Suarez parla anche della "Pulce" e di una classifica del Pallone d'Oro che lo ha visto tra gli esclusi, così come per il The Best. "E' strano che si siano dimenticati di lui, sembra quasi che volessero cambiare e questo si è notato anche per Cristiano Ronaldo. Messi è uno dei tre o quattro più forti della storia, nella sua epoca il più spettacolare. Fa cose mai viste. Cristiano, per esempio, è forte e potente ma fa quasi esclusivamente gol. Messi ha qualcosa in più. Gli manca solo di essere più alto e bello (sorride, ndr). Il mio Pallone d'Oro? E' successo nel 1960, mi sarebbe piaciuto vedere altri spagnoli. Iniesta e Xavi, ad esempio. Hanno fatto cose meravigliose e vinto un Mondiale".

Poi un salto nel passato, al motivo del suo addio al Barcellona per passare all'Inter: in Spagna si parlò molto della sua rivalità interna con Kubala. "Non c'era rivalità personale - spiega Suarez - I tifosi del Barcellona ricondussero tutto al mettersi dalla parte di uno o dell'altro. La prova è che molti anni dopo Kubala mi propose di dirigere l'Under 21 in Spagna. Come giocatore Kubala era alla fine della carriera e veniva da un grave infortunio. Il pubblico, invece di essere felice di avere entrambi, si mise dalla parte di uno o dell'altro. Questo influì al momento di andarmene, si creò una situazione antipatica. L'Inter mi voleva, al Barcellona andavano bene i soldi dopo il cambio dello stadio e c'era questa situazione di cui ho parlato. Fu un trasferimento record, 25 milioni di pesetas. Io nel 21° secolo? I buoni giocatori valgono per tutte le epoche. Mi vedo anche nel calcio di oggi".

Suarez non si sottrae da un paragone tra la Grande Inter e quella del Triplete. "Quando sono arrivato in nerazzurro venivo dal Barcellona, uno squadrone con Kubala, gli ungheresi... L'Inter era solo una squadra italiana, più o meno come le altre, però a livello internazionale salimmo alla ribalta in quella generazione, con ​​​Mazzola, Burgnich, Facchetti, Picchi, Corso, Peirò. Vincemmo molto, due Coppe Campioni e due Intercontinentali. Ci fu continuità. E' sbagliato dire che fossimo una squadra difensivista: su 50 partite, 49 le dovevamo giocare all'attacco perché eravamo la Grande Inter. Quella del Triplete fu una grande stagione, ma non ci fu continuità. Per questo credo che noi fossimo superiori. Me lo dicono anche per strada".

Poi un consiglio di mercato al Barcellona, di cui si è parlato nei mesi scorsi per l'interessamento a Skriniar. "E' un difensore molto forte. Rapido, forte nella marcatura, sa attaccare, anticipa, gioca bene e non commette falli. Essendo un centrale è molto importante. Con lui non si sbaglia. Può giocare in ogni squadra del mondo".

VIDEO - L'INTER DOMINA IL DERBY, SUAREZ SEGNA IL SUO GOL PIU' CELEBRE

Sezione: Copertina / Data: Mer 24 ottobre 2018 alle 10:24
Autore: Mattia Todisco
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