"Secondo me diventa difficile parlare della partita. E' la quarta in nove giorni dove giocano sempre gli stessi, prendiamoci i tre punti poi potete dire tutto, a me non interessa. I ragazzi hanno fatto una fatica incredibile, si è fatto qualcosa di importante e straordinario oggi. Qualsiasi situazione oggi va bene perché c'è poco da dire ai ragazzi, ringraziamoli per lo spirito messo. Ora prepariamoci per il Bologna, poi abbiamo Dortmund e Verona: sette partite in 20 giorni, nessun'altra squadra li ha fatti. Mi è sembrato molto strano". Al di là della polemica sugli impegni ravvicinati per l'Inter, ieri sera Antonio Conte, dopo la vittoria sul Brescia, ha ribadito un concetto ormai chiaro a tutti: a questa squadra mancano le alternative ai titolari, soprattutto in una fase in cui si registrano contemporaneamente le assenze di Alexis Sanchez (fino a gennaio-febbraio), Danilo D'Ambrosio (data da destinarsi), Stefano Sensi e Matias Vecino (possibile ritorno per entrambi a Bologna, forse dalla panchina).
PERCORSO - La scorsa estate la dirigenza si è impegnata per oltre 200 milioni di euro, anche se tra prestiti e opzioni di riscatto una parte di questo budget verrà versata nel corso degli anni. Il fatto di non aver incassato molto (le principali partenze sono avvenute tutte in prestito) ha inevitabilmente influito sulla costruzione della rosa attuale, anche nell'ampiezza delle soluzioni. Conte ha le idee chiare, ha in mente i profili che vorrebbe allenare e chiede che già a gennaio si intervenga per migliorare la situazione. Perché pur con il rientro di tutti gli infortunati, nella sua testa bisogna ancora puntellare l'organico per permettergli di continuare a puntare in alto. Quando l'allenatore leccese parla di percorso, tra le righe intende l'intenzione di contendere lo scudetto alla Juventus fino all'ultimo anche se pubblicamente non può esporsi per non alimentare polemiche. Se si accontentasse solo del piazzamento, non giustificherebbe innanzitutto la scelta del club di affidarsi a lui ed esonerare Luciano Spalletti ma soprattutto non onorerebbe la sua storia che da quando lo ha portato sulla panchina bianconera lo ha sempre spinto a puntare al massimo obiettivo. Soprattutto dopo questo avvio di campionato, Conte non considera ridotte all'1% (come da lui stesso ammesso) le chance di chiudere in testa il campionato. Ma per legittimare queste coraggiose aspettative (visionarie, termine usato dal diretto interessato) deve avere il sostegno della società alla riapertura della campagna trasferimenti.
ATTACCO - Non è difficile intuire le necessità tecniche dell'allenatore salentino: basta prendere in considerazione la gestione della rosa ad oggi, focalizzandosi sui giocatori meno impiegati finora soprattutto per scelte tecniche. Al di là di Sebastiano Esposito, che da 17enne sta bruciando le tappe nelle ultime settimane anche per assenza di alternative nel ruolo (Sanchez costretto ai box fino al 2020), nel reparto d'attacco ha perso terreno Matteo Politano, già costretto ad adeguarsi a un ruolo non suo e ultimamente uscito dalla rotazione, già di per sé esigua. Ad oggi, l'ex Sassuolo è stato superato dal canterano e le sue ultime prestazioni non sono state convincenti. Quanto basta per ridurre ulteriormente le opzioni a disposizione in attacco e a legittimare il desiderio.
DIFESA - Per quanto concerne la difesa, al di là di qualche prestazione appannata di Diego Godin, che non ha nelle gambe una partita ogni 3 giorni e paga l'assenza di D'Ambrosio, Conte sta avendo risposte positive da tutti i giocatori coinvolti, compreso il 20enne Alessandro Bastoni che da potenziale figurina dell'album Panini è diventato, anche a sorpresa, elemento utile nella rotazione dei centrali. Chiaramente l'inesperienza si paga, ma viene messo in conto. Una rivalutazione del reparto avverrà solo in estate, quando tutto sarà più chiaro.
CENTROCAMPO - Il vero gap però è a centrocampo, dove spiccano le briciole contro il Borussia Dortmund per Borja Valero, altrimenti segregato in panchina. Nel reparto, al netto dell'infortunio che lo ha fermato prima della gara di Champions League contro i tedeschi, anche Matias Vecino risulta non essere propriamente una prima scelta (appena 267 minuti in campo, per 6 presenze complessive, complice chiaramente l'infortunio a Stefano Sensi). Due giocatori in fondo alle gerarchie, a costo di schierare sempre gli stessi centrocampisti per tre partite consecutive (Marcelo Brozovic si regge a stento in piedi...). Chiaramente il rientro di Sensi sarà una boccata d'ossigeno, ma lo spagnolo più dell'uruguagio è chiaramente fuori dal progetto nerazzurro e riduce a 5 elementi per 3 posti la scelta di Conte. Non è un caso se dalle stanze di Via della Liberazione filtri insistentemente la volontà di puntellare la mediana a gennaio e i nomi che circolano sono due: Arturo Vidal (prima scelta) e Nemanja Matic, entrambi scontenti a Barcellona e Manchester. Capitolo a parte merita Valentino Lazaro, uno dei principali investimenti della scorsa estate: l'infortunio muscolare in pre-season ne ha rallentato la crescita pretesa dal suo allenatore, ma l'impiego per spiccioli di gara contro Slavia Praga e Sassuolo si spiega inevitabilmente con un'incompleta interpretazione del ruolo per cui è stato acquistato. Se gioca sempre Antonio Candreva e l'austriaco resta a guardare, un motivo ci sarà ma l'impegno finanziario del club rende piuttosto delicata la situazione.
Tra scelte obbligate (e poi commentate con preoccupazione) e decisioni tecniche, Conte sta mandando un messaggio alla dirigenza affinché gli metta a disposizione altre soluzioni durante la pausa invernale, per proseguire in modo convinto il percorso da lui stesso citato. Fino a gennaio bisognerà stringere i denti e sperare nel ritorno degli infortunati con problemi meno gravi, solo allora, valutando la classifica dell'Inter e l'eventuale conferma delle ambizioni, si puntellerà la rosa a dovere.
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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