Oggi è il 18 giugno e non si muove una foglia a Milano. Fa caldo, tanto, anche se sul fronte mercato c'è poco che accalori i tifosi interisti. Già, perché apparentemente non si muove foglia persino in questo ambito. La buona novella, se così si può definire, è che la maestosa campagna acquisti del Milan si sia interrotta di fronte a Gigio Donnarumma, bravo come in campo a chiudere lo specchio della propria porta quando il duo Fassone-Mirabelli contava già di aver messo a segno un pesantissimo rinnovo. Cose che capitano, anche se non dovrebbero. Evito di entrare nel merito di una questione spinosa come questa, perché per molto meno mi sono sentito definire ossessionato da alcuni tifosi rossoneri. Il cui stato d'animo comprendo bene, ci mancherebbe.
Volendo un po' forzare la mano, anche all'Inter si è vissuta una situazione simile a quella del quasi ex portiere del Milan. Recentemente, a maggio, Andrea Pinamonti, anche lui classe '99, ha firmato il suo primo contratto professionista in nerazzurro, dopo la gavetta nelle giovanili e una mai celata passione per la Beneamata certificata, toh, dal frequente bacio allo stemma. La trattativa non è stata una passeggiata, è servito del tempo e in certi frangenti qualche dubbio sulla felice conclusione della stessa è emerso. Dopotutto, il centravanti di Cles aveva gli occhi addosso da ogni parte d'Europa. Il lieto fine però c'è stato, perché Pinamonti ha accettato la proposta economica (infinitamente inferiore rispetto a quella di un Donnarumma già professionista ufficiosamente da un anno) e approvato il progetto dell'Inter. Merito anche di un entourage che ha sì fatto gli interessi del ragazzo, ma non è mai andato allo scontro con la società che lo ha reeo ciò che è oggi e che potrebbe diventare.
C'è stata una trattativa, ci sono stati dettagli da definire ma Andrea non ha mai messo in dubbio la sua permanenza a Milano, benché le proposte alternative non gli mancassero. Perché c'è modo e modo di baciare gli stemmi, e c'è modo e modo di curare gli interessi del proprio assistito, anche se ognuno ha le proprie ragioni. Ripeto, c'è una differenza abissale a livello di chilometraggio tra Donnarumma e Pinamonti. Il primo è titolare de Milan da oltre un anno, il secondo ha raccolto solo scampoli di partita in Serie A. Per questo bisogna ragionare a livello di prospettiva. E la proprietà nerazzurra ha dimostrato con i fatti di voler puntare sul miglior giocatore di una Primavera fresca vincitrice dello Scudetto. Spiace per i tifosi del Milan, spiace per la società Milan, spiace per una vicenda che ha riaperto una falla piena di perbenismo (spesso falso), moralismo e irrealismo. Ennesimo monito a chi ancora crede di potersi affezionare a un calciatore.
Nel frattempo continua a non muoversi foglia nel mercato nerazzurro. Ormai le uniche trattative concrete sono quelle spiattellate sui giornali, su Twitter e nelle trasmissioni tv. Si fa a gara a chi arriva prima sul nome più inverosimile, e mi si permetta di dire che la maggior parte dei calciatori chiamati in causa a occhio e croce è di profilo troppo basso per le rinnovate esigenze del club. Ma poco importa, basta aggiornare. Sono consapevole della necessità di avere notizie, di dare novità, di fidarsi anche oltre il buon senso del primo spiffero che ti arriva all'orecchio pur sapendo che potrebbe essere un banale depistaggio. Noi stessi abbiamo un sito da riempire 24h, immaginate la fatica.
Però guardiamo in faccia la realtà: davvero c'è da fidarsi ciecamente di quanto emerge attraverso gli organi di informazione? Rispondo: no. Di certo c'è che l'Inter si attiverà pesantemente a luglio, di certo c'è che sfoltirà la rosa attuale, di certo c'è che Ivan Perisic vuole andare al Manchester United. Il croato non partirà per il FFP, ma perché è lui che non sente più quel senso di appartenenza stressato da Luciano Spalletti in conferenza stampa, quello che ha spinto Pinamonti a legarsi a lungo ai suoi colori. Porte aperte per chi ha altre ambizioni, l'Inter è un punto di arrivo, non di transito. Ed è un treno che non passa più di una volta (vero Antonio?). Però chi vuole Perisic si presenti con l'assegno giusto e non cerchi sconti a un anno dai 100 milioni investiti sul non certo fenomenale Paul Pogba.
Come comprendo lo stato d'animo degli altri tifosi di Milano, comprendo l'ansia e la preoccupazione dei nostri. Che magari vorrebbero cogliere al volo l'invito del club nerazzurro di abbonarsi (davvero bello lo spot, orientato al senso di appartenenza di cui sopra), ma restano frenati dall'immobilismo della dirigenza sul fronte acquisti, rimarcato da quanto accaduto nelle ultime settimane sull'altra sponda del Naviglio. Si tratta di scommettere al buio sul nuovo corso, quello che deve riportare l'Inter in Champions League. Lo stesso buio in cui brancola la stampa italiana che pur di non rimanere in silenzio sciorina nomi a destra e sinistra e sbandiera incontri e blitz senza le necessarie verifiche. Poi, quando spari nel mucchio, qualcosa la colpisci ma è questo il modus operandi giusto? Il mio invito è di avere ancora pazienza, fede, quella che nel senso più stretto ti porta a credere in qualcosa senza lo straccio di una prova. Presto sapremo quale sarà il vestito con cui l'Inter si presenterà ai nastri di partenza della nuova stagione.
Finora il materiale è ignoto, ma propenderei per un misto seta piuttosto che un banale acrilico. I sarti li conosciamo, così come sappiamo che chi ha commissionato l'abito non bada a spese. Il buio può essere l'anticamera di una luce abbagliante, basta saperla attendere. E non averne paura.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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