Vorrei tanto essere un chiaroveggente, uno buono però, in modo da poter leggere quale futuro attende F.C. Internazionale. Perché, per ora, ho visto solo la maglia, forse, della prossima stagione; e non mi piace, la trovo poco attinente con ciò che ci rappresenta. Ammesso e non concesso, poi, che non si tratti della solita boutade estiva o dello scherzo di qualche buontempone. Per adesso di certezze ce ne sono poche; anzi, pochissime. Suning resterà la proprietaria di tutto l’ambaradan, Sabatini ha firmato da un nanosecondo e da lui immagino dipenderà il prossimo mercato e le scelte di compravendita. A proposito di Sabatini; lungi da me qualunque tipo di polemica, ma com’è che fino a un mese fa il buon Walter era considerato universalmente un genio del mercato ed oggi sembra quasi uno capitato lì per caso? No, perché ho ascoltato tanti bei discorsi sui flop che il nuovo acquisto nerazzurro ha portato nelle squadre per cui ha lavorato. Evitando con attenzione di snocciolare l’elenco dei crac, ragazzi pagati poco o nulla e rivenduti a cifre stratosferiche o che oggi sono, tanto per dire, parte importante se non fondamentale di una Roma che la Champions la raggiunge sempre e comunque. Zanetti continuerà nel suo ruolo di ambasciatore dei colori nerazzurri nel mondo ed altro, al momento, non mi sovviene. Vorrei dire Gardini, ma sono onesto e non ho ancora capito cosa comporti la carica di Chief Football Administrator, quindi spero tanto che qualcuno mi illumini in proposito. Thohir è ancora il Presidente dell’Inter, anche se in pratica sembra sparito dai radar italiani: la sua quota è rilevante e vedremo, non credo tra molto, cosa penseranno a riguardo Jindong e lo staff dirigenziale nerazzurro. E Ausilio, direte Voi? Mah, non saprei. Io, da queste pagine, in radio ed anche in televisione, il buon Piero l’ho sempre difeso; perché è complicato fare le nozze coi fichi secchi, soprattutto quando hai una squadra che deve obbligatoriamente essere costruita con un occhio al campo e l’altro ai conti (solita menata del FFP, ma la regola esiste quindi va rispettata), che non centra la Champions dal 2011 e l’appeal presso i grandi calciatori va scemando stagione dopo stagione, che cambia allenatori con maggior frequenza di quanto non si possa nemmeno immaginare; ho perso il conto nell’ultimo quinquennio, quel che so è che non si riesce mai portare avanti alcun genere di progetto. Però…sì, perché un però stavolta c’è; le esternazioni dell’attuale d.s. non mi sono piaciute. E non si tratta di omertà o chissà cos’altro. Molto più semplicemente, dal mio punto di vista: a) non era complicato immaginare che le cose stessero più o meno in quella maniera e b) il compito di un direttore sportivo è comprare ma, soprattutto, vendere. Se poi sei l’Inter attuale, legata mani e piedi alla regoluccia del FFP, la tua rosa devi incensarla, non farla a pezzi; lo scopo primario è cedere per incassare, non cedere tanto per cedere. Altrimenti chiunque tra noi potrebbe aspirare a quell’incarico. Ma queste sono chiacchiere in assoluta libertà, la nuova proprietà deciderà come meglio comportarsi nell’immediato futuro. Capitolo allenatore. Tasto dolente, se volete o, meglio, un altro dei segreti di Fatima. Il lunedì arriva Conte, la famiglia non ne vuole sapere di trasferirsi a Londra e lui non ha intenzione di restare nella capitale inglese senza l’affetto dei suoi cari. Il martedì è il turno di Spalletti (quello che io considero il più vicino alla realtà. NON il mio preferito – Conte è e resta in cima ai miei pensieri ed anche a quelli di Suning che farà il possibile ed oltre per portarlo ad Appiano Gentile); chiuderà l’avventura romana al termine del campionato, non ha problemi familiari di sorta, il suo lo ha sempre fatto e conosce a menadito Sabatini, col quale è legato da stima reciproca. Mercoledì non scordiamoci Simeone, un posto per lui non può mancare alla tavola delle chiacchiere; continua a rimanere defilato rispetto ai primi due ma può fare leva sull’appoggio incondizionato di Zanetti, e non è poca roba. Giovedì, venerdì e sabato si va a caso, sparando un po’ di nomi che tanto vanno bene tutti. La domenica riposo. Sulla rosa attuale, invece, ce ne sarebbero tante da dire ma, per una sorta di pudore, ci limiteremo a capire quali sono stati i movimenti dell’ultimo periodo. Che della partita di oggi all’Olimpico credo interessi poco o niente a nessuno, se non ai ragazzi della curva per cementare un gemellaggio che dura ormai da anni e anni. E, purtroppo, non riesco a trovare una sola ragione per cercare di difendere una squadra capace di raccogliere nelle ultime otto partite una miseria. Comunque, siccome il passato è passato e a noi interisti deve interessare ciò che sarà e non ciò che è stato, possiamo provare a capire chi, stando ai rumors che iniziano a rimbombare quotidianamente, potrebbe rimanere e far parte dell’Inter che verrà e chi saluterà. Alcuni davvero con un velo di tristezza, altri mi vien da dire per fortuna. Nostra, sia chiaro. Handanovic vuol giocare la Champions; no, scherzi a parte per adesso lo sloveno tace, si è incazzato un paio di volte, raccontano, nello spogliatoio ed il suo impegno è fuori discussione. Inoltre ha migliorato il rendimento e potrebbe essere un punto fermo. Così come Gagliardini, la più bella sorpresa da anni a questa parte, dopo aver acquistato una serie di figure con poco costrutto e parecchia spesa. Il posto dovrebbe essere garantito anche per Joao Mario, troppo diverso dal calciatore ammirato agli europei; con la sua nazionale è sempre uno dei più propositivi, qui probabilmente si è perso nel marasma annuale. Icardi continua a far discutere ma il ragazzo, tatuaggi a parte, segna con una continuità disarmante ed è uno dei pochi a dichiarare amore incondizionato per la maglia che indossa; qualche scivolone ogni tanto può anche starci, professionalmente è inattaccabile ed il suo mestiere lo conosce. Miranda, con accanto uno bravo vero (io penso e spero Manolas, sarebbe l’ideale compagno per il brasiliano), la sua porca figura potrebbe continuare a farla. E dubito che pioveranno offerte multimiliardarie per lui. Il resto, dal mio punto di vista e dal brusio che si respira a destra e a manca, è tutto spendibile; ah, senza scordare che l’Inter deve portare ‘sti benedetti 30 milioni entro la fine di giugno, quindi qualcuno – anche storcendo la bocca – dovrà partire. E la colpa, perché di colpa si tratta, non è dei cinesi. Ma lasciamo stare che altrimenti mi sale il crimine. Alla prossima puntata. Amatela, sempre e comunque. Nonostante tutto e tutti. Buona domenica a Voi!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 maggio 2017 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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