Oggi a Palazzo Parigi l'Inter presenterà il suo ultimo colpetto di mercato. E la location, quella delle grandi occasioni, non è una coincidenza. La società ha investito molto in questa operazione, non solo i 24 milioni più contropartite già chiariti dalle parti in causa. C'è un investimento di immagine non da poco nel Ninja, considerato un trademark del nuovo corso nerazzurro, quello iniziato la scorsa stagione e conclusosi con un piazzamento Champions indimenticabile. Radja Nainggolan fa la gioia di Luciano Spalletti, che per averlo ha rinunciato a Rafinha. Ma c'erano pochi dubbi a riguardo, con buona pace di molti tifosi che continuano a sognare il ritorno di Rafa, smentito sia dal ragazzo sia dal padre-agente. L'entusiasmo che ha accolto e accompagnato il belga in tutti i suoi primi passi ufficiali all'Inter non sorprenda più di tanto: era ampiamente prevedibile, perché la piazza ha fame di grande calcio, ha voglia di riscatto, di tornare ai livelli che merita. Probabilmente anche Radja è rimasto sorpreso da tanto calore, e lui che viene dalla Roma sa cosa voglia dire essere travolti dalla passione della tifoseria. Poi ti giri, e guardi che Joao Cancelo sbarca a Torino il giorno dopo, accolto all'aeroporto da qualche appassionato. Poche decine, nulla a che vedere con l'onda nerazzurra che ha dato il benvenuto al Ninja. C'è da sorprendersi? No, perché per entusiasmo la realtà interista e quella juventina viaggiano a latitudini molto diverse. Da una parte c'è quasi assuefazione, dall'altra un trasporto emotivo piacevolissimo. Strano, considerando le bacheche delle ultime 5-6 stagioni, ma è così.
L'Inter negli ultimi due anni è cambiata sotto tutti i punti di vista. Le strategie aziendali stanno portando i loro frutti, chi lavora nel club sa come agire e anche il campo ha finalmente emesso il verdetto tanto atteso. E' un continuo upgrade, le idee sono chiare e anche all'esterno, superati i primi problemi di rapporto con la proprietà, c'è totale fiducia. Si respira aria positiva e come dice Spalletti anche i calciatori lo percepiscono. Basta riflettere su un aspetto: l'Inter è tornata a essere una meta ambita, un punto di arrivo, come in un passato neanche troppo lontano. Non è solo una questione di fascino, c'è la sensazione che davvero presto o tardi si tornerà a competere per obiettivi di alto livello. E chi ne ha la possibilità vuole far parte del progetto. Di esempi ce ne sono a iosa. L'ultimo è Nainggolan, che costretto a lasciare la Roma non ha avuto dubbi. Poi gli altri nuovi arrivati: Kwadwo Asamoah ha detto no al rinnovo con la Juventus per abbracciare l'Inter, acerrima rivale bianconera. Stefan de Vrij, potendo sfogliare la margherita alla luce delle numerose offerte ricevute, ha detto sì ai nerazzurri per fare un passo avanti nella sua carriera. Lautaro Martinez, poi, ha preferito la corte dell'Inter a quella di Real Madrid e soprattutto Atletico Madrid. Rendiamocene conto. Certo, i soldi hanno pesato ma probabilmente avrebbero potuto guadagnarne altrettanti o di più altrove. Inoltre, i tre hanno scommesso sul nerazzurro prima che la qualificazione Champions fosse certificata dal trionfo dell'Olimpico. Se non è totale fiducia questa... Aumentando il carico, si pensi ai due giocatori che, purtroppo, non sono stati riscattati: Rafinha lo ha detto in tutte le lingue del mondo che avrebbe fatto di tutto pur di rimanere a Milano. Joao Cancelo, meno loquace, ha comunque espresso il desiderio di restare, nonostante una prima parte di esperienza nerazzurra deludente a livello personale. E pur essendo ormai un giocatore della Juventus, continua a piazzare like qua e lì su post dedicati all'Inter. Magari a qualcuno, dalle parti di Torino, non farà piacere.
Ultimo pensiero, sulla strategia di mercato in corso. Finora la dirigenza ha operato benissimo, il break-even delle plusvalenze è vicino e già sono stati messi sotto contratto quattro potenziali titolari. Non è ancora finita, perché mancano ancora tre tasselli per ritenere la rosa completa. In questo contesto, emerge un aspetto interessante: l'Inter ha sottratto due giocatori fondamentali alle due principali rivali della scorsa stagione nella corsa Champions, vale a dire De Vrij dalla Lazio, Nainggolan dalla Roma. Un po' come la Juventus nell'estate 2016, quando indebolì le più accreditate rivali nella corsa scudetto privando loro di Gonzalo Higuain (Napoli) e Miralem Pjanic (Roma). Con la differenza che i bianconeri all'epoca s'impegnarono per oltre 120 milioni di euro, mentre i nerazzurri hanno replicato investendo in totale 24 milioni e due contropartite di cui non si sentirà la mancanza. Senza offesa, chiaro. Prendendo in prestito e bonificando un coro che ogni tanto si leva al cielo negli stadi italiani, ma con accezione prettamente negativa, è il caso di dire che l'Inter ha fatto 'come la Juve'.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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