All’Inter manca un regista: più di una volta, nel corso degli ultimi giorni, da tifosi e addetti ai lavori è stato fatto questo rimprovero al club nerazzurro, ‘reo’ di non aver completato una campagna acquisti giudicata comunque ottima con l’arrivo del faro, del giocatore in grado di ribaltare le situazioni e di gestire le operazioni nella metà campo avversaria. Critiche magari frutto dell’abbaglio creato dalle luci sparate fortissime nel corso della telenovela legata a Luka Modric, che adesso sta avendo i risvolti che tutti hanno avuto modo di leggere, oppure dalla memoria della marcia che ha saputo regalare l’innesto di Rafinha nella seconda parte dello scorso campionato. Oppure, più semplicemente ma anche più verosimilmente, notate le difficoltà palesate in diversi tratti di gara dall’Inter durante l’avvio di questa stagione in fase di costruzione.
Eppure, c’è chi, in qualche modo, nella mente di Luciano Spalletti è già in grado di poter assolvere a questo compito all’interno della rosa. E che anche se non è un campionissimo assoluto come il miglior giocatore dell’ultimo Mondiale o un fine dicitore della palla come il brasiliano figlio d’arte, rimane comunque un elemento di potenziale assoluto, quando decide di esprimerlo al meglio. Del resto, se la statistica non gode dell’inopinabilità della matematica ma comunque si basa su numeri difficilmente confutabili, allora i dati forniti da Lega Serie A relativamente alle prime tre giornate del campionato 2017-2018 parlano abbastanza chiaro.
Dati che confermano l’importanza della figura di Marcelo Brozovic all’interno degli schemi nerazzurri. Lo sappiamo, il buon Marcelo, arrivato ormai alla sua quarta stagione metà 2014-2015 compresa con la maglia dell’Inter, non è certo uno di quei giocatori che brilla per continuità di rendimento, vivendo talvolta pause anche preoccupanti nel corso della stessa gara. Ma quando decide di ingranare, la differenza si vede e si sente: macina chilometri su chilometri in campo e nonostante ciò, scavalcata la metà campo, il croato trova il più delle volte soluzioni valide per i compagni, come evidenziano i 175 passaggi nella metà campo avversaria, dato che pone Epic Brozo al vertice della graduatoria statistica con ampio margine sugli inseguitori.
Insomma, Brozovic non è solo il tipo che si fa il proverbiale mazzo in mezzo al campo, ma è anche un giocatore che prova a metterci anche quel pizzico di qualità che serve. E non è un caso che l’inizio della sua crescita esponenziale sia coinciso con l’espiazione di quell’errore di cui più volte lo stesso Spalletti si è incolpato, ovvero l’aver trovato al croato la posizione ideale per esprimersi al meglio e soprattutto la combinazione ideale anche di compagni per farlo: una volta erano Roberto Gagliardini, oggi l’ex Atalanta è rimasto mentre davanti a loro adesso c’è Radja Nainggolan il cui peso specifico per gli equilibri dei nerazzurri si è visto subito.
Come si è subito notato il fatto che la presenza al suo fianco di Gagliardini, che non è Modric e nemmeno Ivan Rakitic, i suoi compagni di viaggio nello spettacolare Mondiale russo della Croazia, ma è comunque un altro che nelle giornate migliori sa offrire prestazioni di rilievo, ha permesso a Brozovic di agire con maggiore tranquillità e fluidità. Anche perché il tandem ha compiti ben chiari: l’azzurro a fare legna e lavoro sporco, Brozo a macinare chilometri e produrre gioco. Se quindi l’affiatamento Gagliardini – Brozovic di dubbi ne lascia pochi, sarà importante capire come Spalletti intenderà ovviare all’assenza del primo dalla lista Champions.
Il tecnico di Certaldo ha voluto dei giocatori che si distinguessero per duttilità anche per ovviare a questa situazione ampiamente prevista e per avere in mano delle carte che possano consentirgli di provare soluzioni che vadano oltre a quella logica, ovvero l’inserimento di Matias Vecino, uomo di esperienza internazionale ma che darebbe una conformazione forse un po’ troppo sbilanciata alla squadra. Certo, un segnale forte da mandare alle avversarie, perché in Champions è cosa buona e giusta giocarsi ogni match a viso aperto e senza troppi timori reverenziali, ma rischia di diventare controproducente al cospetto di linee mediane dilaganti come è ad esempio quella del Barcellona.
Bisognerà quindi aspettarsi qualche novità importante, come lo spostamento di Kwadwo Asamoah come da soluzione già impiegata più volte nel corso dei test estivi, oppure addirittura l’avanzamento di Milan Skriniar che nel ruolo di mediano è stato abitualmente impegnato nella Nazionale slovacca, e che con le sue doti tecniche potrebbe dare una mano importante anche nel ruolo di diga a protezione della difesa. Quel che è certo è che anche per l’Europa si parte dall’infaticabile Brozovic, che ha tutta la voglia di regalarsi una Epic Champions, lui che manca dal massimo palcoscenico continentale da quattro anni e vuole tornarci da protagonista.
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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