Il man of the match della finale scudetto Under 17 non poteva che essere lui. Da un paio di mesi a questa parte Sebastiano Esposito è diventato d'abitudine l'uomo più atteso, quando affronta i pari età, e giovane promessa, quando in campo ci va contro i più grandi. Nella serata di Ravenna è ancora una volta il gioiello di Castellammare di Stabia ad indossare le vesti di attore protagonista e a prendersi la scena e i titoli principali: una tripletta, quella rifilata alla Roma, costruita nel primo tempo e completata nella ripresa, con la ciliegina sulla torta del dolce cucchiaio dal dischetto che offre più di un semplice assaggio sulla grande dose di personalità - oltre che delle eccellenti doti tecniche - di cui dispone il classe 2002. "Contro un giocatore di tale caratura puoi adottare tutte le contromisure possibili, ma il calcio ha delle regole precise: la qualità viene sempre fuori. Ha a disposizione doti tecniche impressionanti che, abbinate a forza, esplosività, fantasia e cattiveria agonista, delineano un calciatore straordinario". Le parole rilasciate nel finale di gara dal tecnico dei giallorossi, Fabrizio Piccareta, rendono bene l'idea sulle qualità del ragazzo forgiato ad Interello: "Non mi stupisce che ormai sia affermato anche a livello di Primavera - ha poi continuato -. Ha un passo in più degli altri, non dico che abbiamo perso per merito suo ma lui ha concretizzato al meglio le occasioni avute e questo dimostra il grande attaccante che è".
L'hat-trick di Seba vale il titolo di Campione d'Italia alla squadra di Andrea Zanchetta e complimenti a pioggia per il suo assoluto trascinatore, che dimostra anche una certa maturità quando evidenzia che gli elogi no, quelli "non devo sentirli, perché per ora non sono nessuno. Devo continuare su questa strada, coi piedi per terra e a far bene". Parole da leader, che mettono in luce anche il genuino lato umano di un ragazzo abituato a lavorare sodo e a testa bassa per tramutare il sudore di ogni giorno in risultati concreti e soddisfazioni personali. Non a caso Armando Madonna, tecnico della Primavera interista sconfitta in finale scudetto dall'Atalanta, l'ha sempre considerato una preziosa freccia in più nel suo arco e non una semplice alternativa numerica. E il 16enne, il più piccolo di tutti, non ha deluso le aspettative mettendo a disposizione fame e concretezza, come quando nella semifinale delle Final Four ha giustiziato la Roma (sì, sempre lei) con una doppietta dopo l'ennesimo ingresso stagionale a gara in corso.
Perché Esposito ha la capacità di spaccare le partite. L'ha fatto con invidiabile continuità in U-17 e in Primavera, senza fare troppe distinzioni tra regular season o gare secche, trasformando con facilità la crescente pressione in vitale carica agonistica e puro killer instinct. Per ulteriori informazioni chiedere anche all'Italia U-17, presa per mano dal golden boy nerazzurro agli Europei di categoria a suon di grandi gol e ottime prestazioni. Senza dimenticare che, seppur in un momento di elevata difficoltà generale dovuta a infortuni vari, numerose squalifiche e qualche "ginocchio dolorante", Luciano Spalletti ha avuto il merito e la freddezza di spedirlo sul prato di San Siro negli ultimi minuti nerazzurri in Europa League contro l'Eintracht Francoforte, aprendogli di diritto le porte dell'Olimpo della storia del Biscione. Un tappeto rosso gentilmente srotolato dal tecnico di Certaldo e percorso con sicurezza dal bambin prodigio, che da quel 14 marzo 2019 è diventato il più giovane debuttante di sempre dell’Inter nelle coppe europee. Quando la carta d'identità segnava i 16 anni e 255 giorni. Esposito, inoltre, non ha mai fatto nulla per nascondere il suo amore per i colori che indossa, sia in campo che fuori. Con gli atteggiamenti, con le risposte davanti ai microfoni e i segnali lanciati sui social. Sia nei momenti più complicati ("Ho scelto questa maglia perché nella gioia e nel dolore la indosserò, onorerò e amerò sempre" scriveva su Instagram poche ore dopo la sconfitta contro l'Atalanta nella finale Scudetto Primavera) che in quelli d'orgoglio ("Sono fiero di far parte della storia di questo grandissimo club: 14/03/19. Questo è stato il giorno più bello della mia vita", il messaggio sullo stesso social dopo l'esordio in Europa League).
In tanti si chiedono quale sarà il suo futuro: stroncata sul nascere la folle idea di una cessione sull'altare del FFP in nome della Dea Plusvalenza, la decisione migliore forse sarebbe un anno in prestito che gli consenta di farsi le ossa e di trovare continuità nel mondo dei grandi; oppure, la più razionale crescita step by step con una nuova conferma in Primavera accompagnata da allenamenti quotidiani sotto gli occhi attenti di Antonio Conte, che potrebbe plasmarlo a dovere ed alzarne ulteriormente l'asticella delle potenzialità e delle motivazioni. Esposito è un predestinato, con un forte e stretto legame con l'Inter. Obbligata per questo a puntare forte - e senza scuse - sul gioiello più prezioso della sua cantera.
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Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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