Cari amici Vi scrivo… il grande Lucio Dalla avrebbe proseguito con… così mi distraggo un po’. Io, che non ho né la poesia, né l’acume, né la mostruosa intelligenza musicale del sempre rimpianto cantautore bolognese, scrivo per cercare di spiegare, magari me lo spiegherete Voi, l’Inter che si sta disegnando nell’immaginario collettivo. Perché, a scanso di imprevedibili – per adesso – colpi di coda, il fantasmagorico mercato di riparazione nerazzurro può dirsi bello che concluso con l’arrivo di Roberto Gagliardini da Bergamo, granatiere ventiduenne dal raro senso della posizione corredato da un inviabile capacità di far girare il pallone cercando sempre e comunque la soluzione più semplice, rischiando poco o nulla, aiutando i compagni e non mettendoli mai in difficoltà. Che, dette così, potrebbero sembrare l’ordinaria amministrazione per chi calca i campi verdi ad ogni latitudine; ma che, al contrario, in casa Inter non vedevamo dai gloriosi tempi del Cuchu. Insomma tanta, tantissima roba.
Casomai il problema è quello di liberarsi dei rami secchi; perché giochi nell’Inter, uno dei club più famosi e più gloriosi al mondo, e non tutti scelgono di dismettere a cuor leggero la maglia nerazzurra, pur essendo consci del fatto di essere stati messi ai margini, inutilizzati, senza un ruolo sia nel progetto presente che in quello futuro e di non far più parte di un ambiente che potrebbe ridarti lustro ed un pizzico di notorietà solo e soltanto nel caso in cui anche l’ultimo dei panchinari della Primavera dovesse infortunarsi. Oltre al rinunciare ad un robusto ingaggio che difficilmente riusciresti a strappare in altre piazze. Insomma, per farla breve: chi tra noi tutti lascerebbe il suo posto di lavoro per essere declassato e pagato meno? Inoltre hai un contratto che ti tutela e ti lascia la possibilità di scegliere la destinazione riuscendo anche a monetizzare il nuovo ingaggio, col cartellino è a costo zero. Questa è una delle grandi falle del sistema calcio, la super tutela dei giocatori; che, per carità, non andiamo all’opposto, a quando io ero bambino e i calciatori si scambiavano come fossero due pezzi di pane; trovo altrettanto scorretto il fatto che attualmente qualunque calciatore possa tenere in ostaggio una società, fare il bello e il cattivo tempo, impuntarsi per avere più soldi minacciando di andarsene magari avendo sottoscritto un contratto qualche mese prima. Ecco, trovare un equilibrio sarebbe cosa buona e giusta.
Tornando a noi e tralasciando discorsi di politica o di etica sportiva, Pioli ha espresso il desiderio di “disfarsi” di quanti considera inutili alla causa attuale; e non tralascerei anche futura, le voci che si rincorrono parlano di una dirigenza contenta del lavoro che l’allenatore di Parma sta portando avanti ad Appiano ed il viaggio natalizio a Nanchino insieme ad Ausilio significa più di una vacanza premio in terra d’oriente, mormorii e brusii parlano di pianificare con estremo anticipo il mercato estivo, con l’Inter libera da vincoli del FFP con buona pace di Platini (a proposito, l’UEFA ha finalmente detto che nel calcio ci sono club troppo ricchi rispetto ad altri e le cose non funzionano, tu pensa quale alzata d’ingegno è stata la trovata dell’ex roi e del suo geniale staff). Cioè, in sostanza, non è detto che Pioli venga defenestrato a fine stagione, indipendentemente da ciò che deciderà di fare Simeone con l’Atletico Madrid. Suning sta dimostrando di non essere un colosso con l’anello al naso; una volta capito di chi ci si poteva fidare e di chi no la famiglia Zhang sta pian piano facendo pulizia, lasciando a casa chi ha fatto male o depotenziando chi ha dimostrato di capirci, tecnicamente, poco. E avanti su questa strada, senza guardare in faccia nessuno. Perché il progetto, sembra chiaro a tutti, è quello di riportare l’Inter ad essere competitiva ovunque. Quindi spazio ad Ausilio per piazzare con intelligenza gli esuberi, cercando di accontentare sì chi le scarpine se le mette ai piedi, ma buttando sempre l’occhio alla proprietà, che seguirà con attenzione il susseguirsi degli eventi. In attesa, ovvio, di quel portafoglio aperto di cui parlavamo poco sopra.
A tal proposito; d’accordo, va bene, ok, ci hanno detto che a luglio 2017 ci saranno un sacco di soldi da investire per rendere la squadra forte, anzi fortissima. Perfetto, ne sono felice. Ma quali sono i reparti dove qualcosa deve essere obbligatoriamente fatto? Perché splendido avere tutta ‘sta liquidità, però attenzione a come la si investe. Molti sono lì, fucili spianati, pronti a sottolineare la minima imperfezione.
In primo luogo vanno presi esterni bassi efficaci, con polmoni d’acciaio sommati ad una tecnica elevata; il problema dell’Inter sulle fasce è sotto gli occhi di tutti, credo che la maggior parte dei tifosi non abbia da obiettare se gli attuali terzini verranno sostituiti, a meno di un finale di stagione travolgente. E, diciamola tutta, non è detto che l’intero pacchetto di esterni vada cambiato. Qualcuno sta iniziando a sfoderare prestazioni decenti, potrebbe tranquillamente restare a disposizione offrendo anche la conoscenza dell’ambiente, opzione non secondaria. Aggiungiamoci un centrale, che se Miranda si prende un’influenza in mezzo ad oggi balliamo. E fin qui tutto bene.
Poi cominciano le noti dolenti. In mezzo che si fa? Il nome più gettonato del momento è quello di Marco Verratti, scontento del PSG. Il ragazzo piace, ha esperienza internazionale, ha classe, talento ed una rara capacità di gestire la palla. Ma, in questo preciso momento, l’Inter in mezzo al campo ha: Banega, Brozovic, Kondogbia, Gagliardini, Joao Mario e altri. Insomma, parliamo di quattro ragazzi sotto i ventiquattr’anni e di un ventinovenne che fino ad ora ha palesato qualche difficoltà di troppo, ma nel quale lo staff tecnico crede. Difficile poter pensare di acquistare un altro giovane senza sacrificare qualcuno.
Davanti, accanto a Icardi (sirene cinesi rimandate al mittente, Maurito resterà per adesso), bisogna capire come intende giocare Pioli. Perisic e Candreva sembrerebbero intoccabili, Gabriel Barbosa ha bisogno assoluto di capire il calcio italiano ed ha vent’anni, è un patrimonio e non va dilapidato. Saluterà Palacio, Jovetic spero continui a far bene al Siviglia, così magari resta in Spagna. Eder verrà valutato. Bene: chi arriva, ammesso che qualcuno debba arrivare?
Sono bene accetti eventuali suggerimenti.
Amatela, sempre.
E buona domenica a Voi!
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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