Per quanto incredibile ieri sera Juventus e Milan hanno quasi contemporaneamente perso in modo del tutto imprevedibile. È un fatto tanto straordinario da mettere sull’Inter una legittima pressione, tale da sentire il dovere di sfruttare un simile colpo di scena.
La Lazio è in un grande momento. In un mese sette vittorie e una sconfitta contro l’Atalanta in Coppa Italia, poi battuta nettamente pochi giorni dopo in Campionato. Ha un centrocampo di qualità e forza fisica, Immobile in stato di grazia e a Milano gioca spesso partite importanti. È un avversario molto forte che l’Inter deve affrontare con lo stesso piglio avuto con la Juve in Campionato, il resto verrà da sé.
Conte ha la necessità di tenere in equilibrio due esigenze: deve scegliere un centrocampo di lotta (Gagliardini) o di governo (con Eriksen) e capire se puntare su una fascia più difensiva con Ashley Young (o Darmian) o puntare subito su Perisic ma se giocasse davvero Eriksen sarebbe logico garantirgli una copertura sulla corsia sinistra.
Il doppio play concede la possibilità di uscire meglio dal pressing avversario, trovando spazi che possono mettere in difficoltà una squadra che viene a Milano dichiaratamente per vincere. Serve più che mai equilibrio, quello che nelle ultime settimane è parso più evidente, rispetto ad un inizio stagione in cui l’Inter era troppo offensiva e poi troppo prevedibile nell’impostazione. Ora sembra esserci il giusto bilanciamento.
Quella trascorsa è stata una settimana rovente, articolata, deludente e vivace nei contenuti. Conte ha mostrato più maturità ed eleganza di Andrea Agnelli nel chiudere la vicenda con delle scuse per il dito medio, ma quello che è successo a Torino è stato un esercizio di prepotenza e volgarità fato passare come normalità del calcio. Forse in campo, non certo tra dirigenti e allenatori.
Ora arriva la settimana più importante sul campo, quella che può definire la stagione, la quale, beninteso, non verrà rovinata da due brutti risultati con Lazio e Milan ma può darle uno slancio determinante.
Esattamente un anno fa dopo il derby vinto, l’Inter era prima in classifica, aveva fiducia ed entusiasmo per andare ad affrontare la Lazio all’Olimpico e uscirne con un carattere ulteriormente rafforzato.
Il 15 febbraio 2020 invece l’Inter perse anche grazie ad un rigore generoso e successivamente si fece battere anche dalla Juventus, quasi senza opporre resistenza. Negli ultimi anni all’Inter, oltre a qualche inevitabile limite tecnico è mancata la ferocia, la continuità in momenti della stagione apparentemente banali, mentre nell’ultimo campionato la squadra di Conte è mancata negli appuntamenti decisivi. Sembrava che la tendenza proseguisse anche quest’anno, tanto più che l’uscita dalla Champions è stata dovuta a tre partite interpretate male e sbagliate nell’approccio, così come in Campionato contro Lazio e Milan, ma l’Inter ha poi vinto, per quanto a fatica, contro un Napoli che stava bene, ha avuto una piacevole rivincita proprio contro i rossoneri in Coppa Italia e dominato la Juve in Campionato. Il trend si è fermato proprio nella sfida di Coppa Italia persa con la follia dell’andata tra Handanovic e Bastoni e un ritorno in cui alla squadra è di nuovo mancata la cattiveria, nonostante avesse comunque giocato meglio della Juve. Preoccupa Lukaku, il quale da più di un mese non è più lo stesso giocatore. Scegliete voi il motivo: la contrattura rimediata nella gara di inizio anno col Crotone, le voci sulla società, le provocazioni di Ibrahimovic, la reazione che non deve essere piaciuta nemmeno a lui, un po' di stanchezza potrebbe aver compromesso la sua generosità e la volontà di essere leader. A Conte è stata posta la domanda sull’appannamento del giocatore e lui ha risposto: "Sa che per noi è un giocatore importante, le ultime prestazioni sono state un po' opache ma sa che abbiamo bisogno di lui e contiamo su di lui".
In campo agisce proponendosi ma con più svogliatezza, meno determinazione e soprattutto risultando meno decisivo, un fatto che incide molto nel momento più importante della stagione, specie ora che ci sono Lazio e Milan da battere per poter davvero aspirare allo scudetto. La manovra si appoggia comunque meno su di lui e in questo mese l’Inter è riuscita a trovare il gol anche grazie ad altri interpreti (Skriniar, Hakimi, Barella, Vidal, Lautaro ed Eriksen).
L’argentino continua ad avere un rendimento altalenante, in alcune partite sembra ispirato, corre, lotta e cerca con fiducia la via del gol ma sono tante le occasioni che sciupa. E’ giovane, ha 23 anni e margini di crescita ma serve una crescita mentale nelle prossime partite che ha la necessità di affrontare con più maturità.
La classifica e l’occasione che pone può frastornare, la Lazio sarà un avversario durissimo e l’Inter deve pensare solo a quello.
Amala.
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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